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LA SOTTILE DIFFERENZA TRA LA CYBERWAR E IL CALCIOBALILLA

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
07/02/2020
in EDITORIALI
CORONAVIRUS: CON IL CALCOLATORE DI CARTA IGIENICA PUOI CONOSCERE L’AUTONOMIA DEL TUO BAGNO
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L’altroieri ad Ancona si è tenuta l’ennesima conferenza nazionale sulla sicurezza informatica organizzata. L’evento all’Università Politecnica delle Marche è stata l’occasione per consentire ai rappresentanti del Governo di affrontare temi drammatici con lo stessa invidiabile leggerezza con cui si contrastano la crisi economica, i disastri occupazionali, i dissesti finanziari e le tante piaghe bibliche che affliggono il nostro ormai genuflesso Paese.

Un’occasione (direi “irripetibile” se certi incontri non si manifestassero con una frequenza incalzante) per dire quanto siamo bravi e ribadire priorità politiche che già dopo il primo tramezzino del coffee-break si sono eclissate.

Incapaci di prendere in esame l’ “affaire Huawei” e tante altre questioni che funestano l’orizzonte digitale, ci preoccupiamo di annunciare bellicosi propositi sul fronte cibernetico con dichiarazioni che ricordano quelle della “Campagna di Grecia” e regalano un sorriso al pensiero della parodia cinematografica che ne fece il principe De Curtis in “Totò contro Maciste”.

L’indimenticabile allocuzione «Tebani, abbiamo lance, spade, frecce, mortaretti, tricche tracchi e castagnole. E con queste armi potenti, dico armi potenti, noi, noi, spezzeremo le reni a Maciste e ai suoi compagni, a Rocco e i suoi fratelli! Valoroso soldato tebano, mio padre da lassù ti guarda e ti protegge. Armiamoci e partite! Io vi seguo dopo» (che chi non ha visto può gustare su Youtube) rende l’idea della distanza incolmabile che ci separa dalla concreta capacità operativa in uno scenario tutt’altro che rassicurante.

Nonostante i toni roboanti di certa stampa che ha riportato la notizia, la strada è ancora lunga. Troppo lunga.

Fa piacere che il sottosegretario agli esteri Manlio Di Stefano dichiari che “la Farnesina e l’Ice, insieme agli altri organismi e ministeri competenti, lavorano per promuovere e per proteggere il Paese e le aziende di punta in questo settore”. Non si può fare a meno, però, di chiedersi perché tale sponsorship non venga orientata per sfornare tecnologie “nostrane” in un contesto in cui cinesi ed altri stranieri sono fornitori pressoché incontrastati delle Forze Armate, della Pubblica Amministrazione, delle società di telecomunicazioni, degli erogatori di servizi essenziali, delle aziende strategiche.

Se la situazione divergesse mai da quel che sto scrivendo, la paura di Huawei, ZTE & C. si potrebbe considerare archiviata in barba ad americani, britannici e tutti gli altri che ancora ci stanno combattendo.

Encomiabile e per certi versi struggente il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo, ingegnere da anni appassionato di questi temi, secondo il quale “tra gli obiettivi a breve termine della Difesa, c’è quello di rendere operativo il nuovo Comando delle Operazioni in Rete per la condotta di operazioni di difesa del cyber spazio”.

Mi occupo di queste cose non proprio da ieri (con Roberto Di Nunzio nel 1996 abbiamo scritto “Cyberwar, la guerra dell’informazione” con la prefazione di Beppe Grillo e nel 2001 “Le nuove guerre” edito dalla Biblioteca Universale Rizzoli) e ho avuto modo di confrontarmi con chi – come la buonanima dell’indimenticabile professor Ferrante Pierantoni (autore di “Combattere con le informazioni” nel 1998 e di “La guerra incruenta” nel 2001) – di queste cose parlava con apprensione già un quarto di secolo fa e certo non davanti ad un calice di prosecco nel corso del “light lunch” a questo o quel simposio.

Comprendo che la politica si basi su annunci, capisco che l’incapacità di fare discorsi programmatici abbia trovato in Twitter la possibilità di cavarsela con telegrafiche e assertive dichiarazioni lampo, ma qui non si sta giocando a Risiko oppure ad una versione militarizzata del Subbuteo.

La fragilità della nostra povera Italia, che qualcuno positivamente guarda come all’avanguardia, è dimostrata dalle banalità quotidiane. Ne è testimonianza la paralisi dei trasporti dopo l’orribile incidente ferroviario ieri nel lodigiano che ha mandato in tilt non solo l’alta velocità ma la mobilità settentrionale.

Se non vogliamo finire con il fare i pupazzi di un calciobalilla – dove sono altri a giocare la partita – si dovrà passare dalle parole ai fatti, magari senza strombazzare nulla in anticipo e piuttosto richiamare l’attenzione sui primi risultati raggiunti.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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