Invece di esaltare l’oculatezza di una amministrazione pubblica che pone ogni attenzione nel contenere gli oneri di funzionamento, le solite biforcute malelingue mettono mano alla faretra e scagliano senza ritegno i loro dardi avvelenati.
Nell’ambito della mirabile campagna mediatica che magistralmente mantiene in evidenza l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, balza agli occhi un altro articolo de “La Repubblica” che dice che 2 persone su 3 sono entrate nell’organico della fulgida ACN senza essere state scelte con apposito concorso.
Questa informazione è rassicurante perché fa capire che sia stato speso solo il 33 per cento del budget a disposizione per organizzare e gestire le candidature, le prove selettive, le graduatorie di merito e l’inserimento in ruolo. Il risparmio non è stato determinante solo per l’Ente avveduto e parsimonioso, ma ha garantito un beneficio non trascurabile per la collettività.
La dinamica di reclutamento non ha costretto migliaia di aspiranti dipendenti dell’Agenzia a perdere mesi e nottate insonni per prepararsi ad affrontare test, verifiche e colloqui, a sostenere spese ingenti di trasferta per non venire meno alle convocazioni e partecipare al concorso, a soffrire lo stress di non riuscire nel proprio intento…
Sarà un sollievo anche per chi è avvezzo a sponsorizzare improbabili parenti o amici degli amici. Finalmente non ci sarà spazio per sensi di colpa nel veder fatto fuori chi invece meritava…
Nessuno potrà dichiararsi deluso dall’ingiustizia di esser stato superato in classifica da altro candidato meno meritevole, di esser stato bistrattato in sede di esame, di aver assistito a favoritismi o trattamenti preferenziali a vantaggio di soggetti raccomandati…
Non soffriranno gli interessati, non patiranno famigliari e conoscenti, non ci saranno accessi agli atti e tanto meno ricorsi dinanzi ai Tribunali amministrativi…
Questa particolare attenzione palesata a vantaggio degli italiani è segno di rara sensibilità e c’è da augurarsi che le future percentuali possano essere ancor più socialmente sostenibili.
L’assunzione a tempo indeterminato di persone conosciute o segnalate a diverso titolo è poi garanzia di fedeltà e gratitudine, fattori che contribuiscono a creare un contesto coeso e saldo nel perseguimento degli obiettivi. Non importa se il rendimento in servizio di chi è stato incorporato non è corrispondente alle aspettative del Paese (e soprattutto dei contribuenti che garantiscono ai prescelti una retribuzione pari a quella di Bankitalia e quindi tra le più elevate di chi serve lo Stato), perché i contratti blindano chi sbaglia o non è abbastanza capace comportando come pena massima il cambio di incarico ma garantendo il posto e non toccando la remunerazione.
In un’epoca di profonda incertezza nello scenario occupazionale, fa piacere scoprire che c’è qualcuno (e magari più di qualcuno) che può dormire sonni tranquilli senza temere funeste evoluzioni del proprio rapporto di lavoro.
L’arguto meccanismo di acquisizione di risorse umane utilizzato dalla Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale dovrebbe costituire un modello da clonare ed è auspicabile che la Corte dei Conti analizzi l’accaduto, individuando i dettagli che possono far comodo ad altre realtà pubbliche che sognano di poter replicare una così significativa esperienza.