Chi come me si è divertito a sfottere l’aviazione civile per la baraonda di sabato sera, sapeva perfettamente che le Ferrovie non avrebbero perso tempo a dimostrare la loro indiscussa superiorità nel far tribolare la propria clientela.
Ma quelli dell’ENAV come potevano pensare di mettere KO un avversario temibile come la Rete Ferroviaria italiana che sul ring dei consumatori ha un palmares degno di Cassius Clay e di Mike Tyson?
Non sono passate nemmeno 24 ore dal primitivo blocco dei cieli che – senza aver alcun bisogno di organizzarsi o prepararsi in qualche modo – il sistema di trasporto su rotaia ha subito “imbruttito” chi ha costretto i passeggeri a sbarcare altrove o a dormire sulle brandine dinanzi alle biglietterie.
Chi ha danneggiato gli acquirenti di un biglietto aereo per tornare a casa o andare in vacanza ritrovandosi invece come Tom Hanks nel film “The terminal” oppure svegliandosi distante 500 chilometri dalla sua reale destinazione, ha ritenuto subito di attribuire la colpa del disastro alla TIM. Il guaio infatti è nato da un serio problema di telecomunicazioni, che ha mutilato lo scambio di dati indispensabile per regolare il traffico aereo, ma colpa significativa ce l’ha anche chi non ha preventivato la necessità di una o più connessioni alternative (con differenti provider e diverse tecnologie di collegamento).
Sul fronte ferroviario lo scaricabarile non è ancora cominciato, forse perché il treno merci (carico di barili) è ancora in viaggio e il suo ritardo continua ad aumentare.
Anche qui – come ovunque d’altronde – salterà fuori qualcosa di tecnologico, sicuramente di cibernetico. E allora si tornerà a parlare di infrastrutture critiche e qualcuno sentirà di poter stare tranquillo che – al pari del Gigante buono chiamato a mettere in riga Jo Condor nei Caroselli della Ferrero – sarà l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale a sistemare le cose.
E’ proprio la cosiddetta ACN a mantenersi in allenamento grazie alla incessanti opportunità che gli “ìncidenti” informatici hanno luogo per chissà quale ragione di un destino crudele proprio in danno del Gruppo Ferrovie dello Stato.
Ma non sono solo i malfunzionamenti tecnologici a mettere in ginocchio chi viaggia in treno. Si ha la sensazione che qualcuno porti sfiga e lo spettro di una tremenda maledizione incombe, visto e considerato che lunedì pomeriggio un incendio in prossimità dell’autostrada A12 Roma-Civitavecchia-Tarquinia ha bloccato la linea ferrata che collega la Capitale con l’Aeroporto di Fiumicino scatenando il più comprensibile caos…
Forse vale la pena non muoversi. Il mezzo di locomozione più affidabile rimane quello delle pantofole di casa e le temperature suggeriscono la soluzione stagionale delle infradito.