Un proverbio siciliano recita “Calati junco ca passa la china” od anche “Calati junco ca passa lu ventu”. Ambedue le versioni sono ben comprensibili, comunque le traduzioni letterali sono “piegati giunco che passa la piena” oppure “piegati giunco che passa il vento”. L’origine del detto viene rivendicato da varie zone dell’isola.
Le interpretazioni non sono univoche, ovvero si adattano ai contesti nei quali vengono impiegate. Senza scendere in virtuosismi stimolano a non abbattersi in momenti complicati, a dimostrare capacità di resistenza o di resilienza, di lasciare che la tempesta metaforica passi per riprendere il corso normale dell’esistenza una volta superate le avversità della vita. In pratica tenere duro finché i brutti momenti non possano essere lasciati alle spalle. Ancora può essere sinonimo di rettitudine o di opportunismo; in pratica l’elasticità del giunco viene rapportata ad alcune peculiarità dell’animo umano.
Il richiamo al giunco è correlato alle caratteristiche di tale pianta; cespugliosa, acquatica, pertanto diffusa nelle zone marittime, è molto resistente.
Un altro proverbio, tipicamente e tristemente italiano, dice: “fatta la legge trovato l’inganno”.
L’ex magistrato del pool di mani pulite della Procura di Milano ed ex parlamentare Antonio Di Pietro avrebbe detto: “che ci azzecca?”. In Italia, nel lontano 1992, si scatenò un ciclone denominato “Mani Pulite” o “Tangentopoli” che condusse al crollo politico della “Prima Repubblica”.
Dopo le numerose inchieste, gli arresti, purtroppo alcuni suicidi, tanti processi e condanne, si pensò che in Italia l’epoca delle tangenti e della corruzione diffusa fosse stata debellata definitivamente. La giustizia aveva trionfato sul malaffare.
Con somma tristezza le pie illusioni degli italiani onesti sono finite come, con espressione di folklore, potrebbe dire qualcuno: “a donne di malaffare”; ovviamente nessun intento offensivo verso nessuna donna.
Ecco qui che si possono allacciare i due proverbi. Per un certo tempo la maggior parte di corruttori e corrotti si sono piegati come i giunchi in attesa del passaggio dei momenti bui. In contemporanea si sono impegnati nella resilienza e nello studio di come aggirare le nuove normative e, pertanto, lucrare sulla pelle del cittadino onesto, sempre reputato il “fesso” che paga il fisco o rispetta le normative.
Nonostante tutto in questi ultimi anni i giunchi sono tornati in forma eretta, più vigorosi che mai e le pene erogate nei periodi di Tangentopoli sono state relegate alla storia della giurisprudenza. I casi di corruzione da tempo hanno prolificato a dismisura e divenuti, utilizzando un termine in voga, virali.
Sicuramente una serie di “alleggerimenti” delle pene e, più in generale delle norme di contrasto alla corruzione, nonché la prospettiva di ulteriori facilitazioni per corrotti e corruttori, non lascia presagire nulla di positivo per l’Italia.
Ormai anche i bambini delle elementari sanno che dietro una lunga serie di reati vi è la criminalità organizzata che foraggia, corrompe o ricatta politici ed amministratori.
L’italiano onesto deve rassegnarsi al malaffare? Certamente no, ma neanche attendere che il vento passi. I giunchi della criminalità e della corruzione sono più forti che mai, aiutati da allentamenti dei controlli e dalla relativa facilità con la quale, con l’ausilio di hacker e broker in outsourcing, gestiscono gli affari illegali e fanno perdere le tracce degli ingenti flussi di denaro generati dalle attività criminali. Vogliamo aiutarli anche togliendo strumenti all’investigazione? Anche questo contribuisce ad allontanare l’elettore onesto dalle urne!!!!