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“IPERTELEPRESENZA”, RICORDATEVI QUESTO NOME: E’ L’INIZIO DELLA FINE…

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
13/10/2022
in EDITORIALI
“IPERTELEPRESENZA”, RICORDATEVI QUESTO NOME: E’ L’INIZIO DELLA FINE…
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TE LO LEGGO IO

Gli appassionati di fantascienza stappano – come Marco Rizzo alla morte di Gorbaciov – la loro bottiglia migliore e si lasciano scappare un liberatorio “finalmente”.

In entrambi i casi, dalla dipartita dell’eroe della Perestroika all’ultima novità del progresso tecnologico, non c’è nulla di cui gioire.

Sapere che Google sta sperimentando con successo la possibilità di essere presenti altrove grazie a “video volumetrici” (ologrammi è un po’ riduttivo) non è una buona notizia. E’ come festeggiare le performance di un cannone che spara mille volte più veloce del concorrente o il risultato di una bomba che polverizza una città senza lasciare disordine: anche qui è in gioco la vita, quella sociale, quella delle relazioni umane, quella dello stare insieme, quella del condividere le emozioni (e non solo file e documenti elettronici).

L’ultimo infernale aggeggio è il frutto del Project Starline, una iniziativa di ricerca applicata che ha portato alla realizzazione di uno strumento utile – tra l’altro – per partecipare a riunioni a distanza con la possibilità di “materializzarsi” (si fa per dire) nella stanza in cui ci sono fisicamente i colleghi di lavoro.

Non è solo una tragedia per chi – in mutande e ciabatte sotto la scrivania – simulava un impeccabile aplomb nelle “conference call” o chi intratteneva i clienti apparentemente “in doppiopetto grigio” come recitava un vecchio slogan di un noto istituto di credito. Il dramma di una simile invenzione è nel concentrarsi sulle nuove frontiere nella consapevolezza che ogni passo percorso è un ulteriore metro che ci distacca l’uno dall’altro.

Sono un fautore del telelavoro e lo chiamo ancora così per distinguermi da chi oggi blatera di smart working senza avere reale cognizione del suo funzionamento, della sua importanza e dei suoi limiti. Non sopporto nemmeno chi parla (o legifera) di “lavoro agile” senza pensare a chi abita in 40 metri quadrati magari con due figli. Non sopporto neanche quelli che rifiutano le prestazioni lavorative a distanza senza capire che non è la modalità quella che conta, ma il risultato che ne deriva.

Non ho affatto le idee confuse. Anzi. Mi dispero (potendone fare tranquillamente a meno) nel vedere il dilagare pandemico dell’incompetenza e resto allucinato nel constatare che in questi anni difficili nessuno si è messo davvero d’impegno per studiare il modo migliore per sfruttare le tecnologie e per disciplinarne l’impiego a tutela dei diritti del dipendente e dei legittimi interessi del suo datore di lavoro.

Chi opera “da remoto” non è necessariamente un “fancazzista” e, se lo è, rimane tale anche se lo si costringe a presentarsi puntuale in ufficio e a rimanere inerte alla scrivania a guardare film porno, a chattare con gli amici, a bighellonare sui social mentre le cose da fare restano inevase , i problemi insoluti, gli obiettivi mancati.

Invece di leggere che Google riesce a far sembrare presente qualcuno che è chissà dove, vorrei trovarmi di fronte alla regolamentazione (non gratuitamente coercitiva, ma semplicemente “ragionata” e di facile applicazione) di un modo di lavorare (e non di vivere) di cui non possiamo fare a meno.

Se non se ne capisce l’urgenza – invece di cazzeggiare con le illusioni della realtà virtuale o altre simili menate – si indìca una riunione dal benzinaio all’angolo della strada, magari portandosi la sedia da casa. Vorrei vedere il prossimo Consiglio dei Ministri in plenaria ad un’area di servizio, tutti a guardare l’impiegato che nel fare rifornimento alla propria vettura è costretto a centellinare il carburante come i nostri nonni il rosolio.

Se proprio se ne vogliono negare altri vantaggi, si provi a pensare che il “lavoro agile” potrebbe dare una spallata alle spese di trasporto almeno per chi può fare il proprio dovere restando a casa… Ne guadagnerebbe l’ambiente, la quiete dove si addensano gli uffici ed altre riflessioni sarebbero conseguenti.

Qualcuno, invece, ritiene che l’invenzione di Google potrebbe stimolare positivamente i manager riluttanti a consentire lo smart working. Il pensiero di avere la figura tridimensionale della formosa segretaria cui poter ruotare attorno farebbe diventare “agile” il lavoro anche dei dirigenti…

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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