Concorsone indetto dal Ministero dell’Università e della Ricerca per accedere agli studi in medicina. Denominazione ufficiale: “Prova unica di ammissione ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia e in odontoiatria e protesi dentaria. 15 mila posti disponibili. 65mila candidati. 60 quesiti cui dare risposta in 100 minuti.
Test di competenze di lettura e conoscenze acquisite negli studi, di ragionamento logico e problemi; test di biologia, di chimica, di fisica e matematica.
C’è chi ha studiato tutta l’estate, chi ha iniziato la preparazione quando era ancora alle superiori. Non serviva. Per rispondere in modo esatto a tutti quesiti, individuando la risposta corretta fra le cinque disponibili, bastava avere un minimo di preparazione, un po’ di logica, di intuito e di fiducia in sé stessi.
Di biologia so poco, la chimica è un vago ricordo. Fisica e matematica le ho masticate parecchio, ma sono arrugginito nella risoluzione dei problemi. Eppure ho risposto in modo esatto a tutte le 60 domande. Votazione finale 90 su 90. Punteggio massimo.
Mi sono divertito a vedere quanto avrei preso. Testo dell’esame davanti, foglio di carta e si inizia a rispondere. Quesito 1, risposta esatta A. Quesito 2, risposta esatta A. Quesito 3, risposta esatta A. Stessa cosa per il quesito 4, 5, 6, 7, 8, 9. Salto al quesito 25. Indovinate? Risposta esatta A. Seleziono il quesito 42 perché conosco la risposta: trattasi della A. Un dubbio mi assale. Mi precipito all’ultima domanda. Risposta esatta è la A.
Breve ponderazione e la conclusione è evidente: per tutti i quesiti proposti la soluzione è la risposta alla lettera A. Forse perché non si volevano problemi nella correzione degli elaborati?
Prevedo una percentuale anormalmente elevata di candidati che supereranno la prova. Basta che uno di essi abbia fatto la mia stessa deduzione e abbia generosamente condiviso la sua scoperta perché siano tutti promossi. Sono felice per loro. Meno per le nostre istituzioni.
Se solo sento ancora parlare di meritocrazia…