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AMATO DOVREBBE SCRIVERE ALLE FAMIGLIE DI CHI E’ MORTO DOPO LA TRAGEDIA DI USTICA

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
04/09/2023
in EDITORIALI
AMATO DOVREBBE SCRIVERE ALLE FAMIGLIE DI CHI E’ MORTO DOPO LA TRAGEDIA DI USTICA
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TE LO LEGGO IO

L’onta non pesa solo sulla Francia e i rimorsi non si stringono al pollice del pilota del Mirage d’oltralpe che ha lanciato il missile cui – secondo l’ex Presidente del Consiglio Giuliano Amato – si deve l’esplosione del DC-9 Itavia decollato da Bologna alla volta di Palermo la sera del 27 giugno 1980.

La rivelazione choc – amplificata da una serafica nonchalance – di Amato è benzina versata sulle fiamme della disaffezione degli italiani verso le Istituzioni e cementifica la generalizzata sfiducia nello Stato.

La circostanza che un personaggio “informato sui fatti” ci abbia impiegato una quarantina di anni per svelare un mistero di tale caratura intorbidisce ulteriormente – quasi ce ne fosse bisogno – la sceneggiatura di una storia nazionale di cui è difficile andare orgogliosi.

Lasciamo a Macron (che all’epoca dell’abbattimento aveva tre anni) l’onere di lavare il disonore ereditato da Valéry Giscard d’Estaing, François Mitterrand, Jacques Chirac, Nicolas Sarkozy e François Holland, e domandiamoci il perché dell’impossibilità tutta italiana di scoperchiare il nostrano vaso di Pandora.

Amato non deve lasciarsi intimidire se le sue esternazioni hanno fatto imbizzarrire chi è stufo di ripetere che non ci sono stati depistaggi, come il generale Leonardo Tricarico, già Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica. A quest’ultimo, componente della Associazione per la verità sul disastro aereo di Ustica, verrebbe da consigliare di proporre lo scioglimento del sodalizio ormai “ente inutile” visto che lui stesso dice che ufficialmente si sa già tutto (e non si capisce perché, se è così, non tranquillizzi i restanti volenterosi membri di AVDAU).

Ritrovata faticosamente la favella, se Giuliano Amato non sa a chi rivolgere due righe di scuse in proposito, mi permetto di suggerire di rintracciare gli indirizzi delle famiglie delle vittime del “fall-out”, ossia di chi non è morto per l’esplosione del DC 9 ma potrebbe aver perso la vita per non turbare equilibri internazionali e segreti di Stato.

Per memoria sua e nostra, questa è la sequenza degli episodi luttuosi – certamente frutto di fortuiti casi del destino – che si sono susseguiti.

Il 3 agosto 1980 il colonnello Pierangelo Tedoldi, che diede l’ordine ai due F104 di decollare dalla pista di Grosseto per raggiungere lo spazio aereo di Ustica, perde la vita in un incidente stradale.

Il 9 maggio 1981 il capitano Maurizio Gari, capocontrollore della sala operativa della Difesa aerea a Poggio Ballone (Grosseto), in servizio la sera del disastro, muore a 34 anni di infarto.

Il 23 gennaio 1983 Giovanni Battista Finetti, sindaco di Grosseto che aveva ripetutamente chiesto con eccessiva insistenza informazioni ai militari del centro radar di Poggio Ballone, viene investito da un pirata della strada.

Il 31 marzo 1987 il maresciallo Mario Alberto Dettori, in servizio a Poggio Ballone la sera del 27 giugno 1980 viene trovato impiccato e la polizia scientifica descrive “innaturale” la dinamica. Priore dichiara che Dettori “Aveva commesso l’imprudenza di rivelare ai familiari di aver assistito a uno scenario di guerra”.

Il 12 agosto 1988 il maresciallo Ugo Zammarelli, all’epoca dei fatti in servizio presso il SIOS (Servizio segreto dell’aeronautica) di Cagliari, rimane vittima di un incidente stradale.

Il 28 agosto 1988 i colonnelli piloti Mario Naldini e Ivo Nutarelli, nel corso di una esibizione delle Frecce Tricolori a Ramstein (Germania) entrano in collisione e precipitano sulla folla. Sono i due ufficiali che la sera del 27 giugno 1980 si erano alzati in volo da Grosseto e avevano lanciato l’allarme di emergenza generale. Nutarelli due giorni dopo doveva essere interrogato da Priore.

Il 1° febbraio 1991 il maresciallo Antonio Muzio, in servizio alla torre di controllo di Lamezia Terme quando sulla Sila precipita il misterioso Mig libico, viene assassinato con tre colpi di pistola.

Il 13 novembre 1992 il maresciallo Antonio Pagliara, in servizio alla base radar di Otranto, perde la vita in un incidente stradale.

Il 12 gennaio 1993 il generale Roberto Boemio viene assassinato a Bruxelles e la magistratura belga non arriva mai a far luce sull’omicidio. La sua testimonianza sarebbe stata di grande utilità per la sciagura del DC 9 e per la caduta del Mig libico sulla Sila.

Il 21 dicembre 1995 il maresciallo Franco Parisi, di turno la mattina del 18 luglio 1980 (data ufficiale della caduta del Mig libico sulla Sila) al centro radar di Otranto, viene trovato impiccato. Anche lui doveva essere ascoltato come testimone da Priore.

Gli incidenti stradali sono senz’altro da imputare alla pericolosità della viabilità maremmana, pugliese o sarda, ma le impiccagioni?

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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