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LE MINE ANTI-UOMO NON LE FACCIAMO PIU’, MA ABBIAMO INSEGNATO A FARLE…

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
11/01/2023
in EDITORIALI
LE MINE ANTI-UOMO NON LE FACCIAMO PIU’, MA ABBIAMO INSEGNATO A FARLE…
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TE LO LEGGO IO

Il lupo lamentava che l’agnello a valle sporcasse la sua acqua. Quando l’ovino fece capire che era impossibile vista la sua posizione successiva lungo il corso del torrente, il lupo tirò fuori la storia che sicuramente i genitori della pecora avevano tempo addietro causato analogo disagio.

La diplomazia russa (che di diplomatico ha davvero poco) ha cercato di appiccicare agli italiani lo sgradevole ruolo di responsabili delle vittime nei campi minati in territorio ucraino. L’Italia non sarebbe solo terra di pizza e mandolini, ma fucina di strumenti di morte. Un post su Facebook ha scatenato l’inferno.

Il nostro Ministro della Difesa ha subito replicato tuonando che dal 1997 l’Italia ha interrotto la produzione e la commercializzazione di ordigni esplosivi APM (anti-personell mine), aderendo alla messa al bando di quel tipo di armamento. E sempre su Facebook (moderno campo di battaglia) viene lanciata la cannonata di risposta.

Purtroppo il nostro Paese vanta tristemente importanti trascorsi industriali nel settore, perché grazie a Valsella, Tecnovar e Misar si posizionava tra i maggiori produttori ed esportatori di mine antiuomo e relativi accessori.

A soffiare nelle vele di quel business c’erano un significativo sostegno bancario, il finanziamento pubblico alla progettazione e allo sviluppo di armamenti, un regime di esportazione forse un po’ permissivo.

La vivacità italiana individuava opportunità interessanti in “destinazioni vietate” come il Sudafrica, che – sotto embargo internazionale – era raggiungibile con curiosi itinerari verso il Paraguay come quello pianificato ed attuato nel 1979 con l’imbarco di 90mila mine antiuomo VS MK2 sulla nave danese Pia Frem nel porto turistico di Talamone in provincia di Grosseto…

Nel catalogo di queste “prelibatezze” – a cavallo degli anni 80 – c’erano le mine VS-50, che – disseminabili da veicoli terrestri o elicotteri – andavano a ruba in Marocco, Gabon e Iraq. Grande successo anche per i sistemi posamine dai nomi suggestivi come “Istrice” o “Grillo”…

Le aziende italiane pigiano l’acceleratore delle attività di ricerca e sviluppo per trovare macchine di morte sempre più sofisticate, come le mine antiuomo elettroniche e ad attivazione remota (con segnali radio crittografati).

Se la Valsella sembra gelosa del proprio know-how, la Misar è particolarmente attiva nella concessione di licenze e coproduzioni all’estero, diventando un attore influente nella produzione globale di piccole mine antipersona resistenti al rilevamento. I “prodotti” della Misar finiscono sul mercato attraverso la spagnola Expal (Explosivos Alaveses), la portoghese Spel (Sociedad Portugueisa Explosivos), la greca Elviemek, la pachistana Pakistan Ordnance Factories.

Poi – a voler mutuare un’espressione che piace molto all’attuale formazione governativa – “la pacchia è finita”.

Il progressivo irrigidimento normativo sull’export di materiale bellico (la legge 185 del 1990 costituisce una pietra miliare) è coinciso con la conclusione di alcuni grandi conflitti come quello Iran-Iraq. La guerra (quella in Ucraina ne è testimonianza evidente anche per i non addetti ai lavori) è ovviamente il principale mercato per un certo tipo di industria che senza massacri non ha sbocchi commerciali. Non bastasse, è scattata la Campagna Internazionale per la messa al bando delle mine antiuomo….

E allora l’imprenditoria aveva aguzzato l’ingegno per non veder falcidiati i propri bilanci. La Valsella, ad esempio, non accettando di assistere al tramonto dei profitti con le restrizioni sulle esportazioni verso l’Iraq (che avevano fruttato affari per oltre cento milioni di dollari), per dribblare certi vincoli aveva aperto una filiale a Singapore e stabilito accordi industriali con le locali Chartered Industries (CIS). La reddività del settore era tale da appassionare persino la FIAT, che nel 1984 – attraverso la sua Gilardini – avvia l’acquisizione del controllo della Valsella e della Misar…

A distanza di anni pare abbastanza difficile capire e stimare quanto know-how e capacità produttiva italiana sia stata trasferita ai Paesi in via di sviluppo prima della messa al bando. Non è neppure agevole valutare l’indiretto impatto tricolore sulla proliferazione delle mine antiuomo.

Vista la “impercettibilità olfattiva” dei profitti, le questioni di coscienza sono sempre state tenute distanti da questo contesto.

A prescindere dai bizzarri e infondati addebiti dell’ambasciatore russo, chi vuole sapere cosa abbiamo combinato può approfondire il tema sul sito ArchivioDisarmo oppure su quello del Landmine and Cluster Munition Monitor, la realtà che offre supporto documentale della International Campaign to Ban Landmines (ICBL). Ce n’è abbastanza per sentirsi in colpa per i brandelli dei tanti – magari bambini – che grazie alle nostre tecnologie sono saltati per aria o sono “solo” rimasti mutilati…

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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