Per correttezza non si cita qualche nota marca di strumenti atti a migliorare l’udito ma, passateci, qualche battuta in dialetto romanesco perché rende meglio e sono, comunque comprensibili. Una: è “er sordo der compare che ce sente quanno je pare” altra “je ce vorrebbe er cornetto acustico” e “ce senti o nun ce senti” e tante altre simili.
A chi ci si riferisce? Alla gran parte di nostri governanti ed alcune delle più alte cariche istituzionali. Perché?
Diciamo che sono sordi, volutamente, sordi, ai richiami del Presidente della Repubblica che impartisce pacate ma efficaci lezioni di grammatica istituzionale. I troppi tentativi di apportare modifiche legislative e costituzionali al fine di trasformare lo Stato democratico e di diritto in un regime a loro immagine e somiglianza sta decisamente superando ogni limite.
I rigurgiti di fascismo, antisemitismo, inni, cori, saluti romani, flirt con il nazismo (Galeazzo Bignami docet o l’ex candidato di Fratelli d’Italia ed ex colonnello dell’Aeronautica di Piacenza). Sono sin troppo palesi e lasciano presagire il peggio se, anche a livello normativo e costituzionale, si continuerà con improvvidi attacchi alla democrazia ed alle sue fondamenta.
Attacchi e critiche che hanno anche lambito, seppur in modo velato, la più alta carica dello Stato. Si dirà che tra gli antisemiti vi sono anche i filo palestinesi che manifestano bruciando bandiere dello Stato ebraico. Qui la differenza potrebbe sembrare sottile ma non lo è.
A destra vi è un antisemitismo ideologico, in quanto gli ebrei sono considerati razza inferiore, da estirpare. Sul fronte dei filo palestinesi in Italia si tratta di contestazione, sicuramente a tratti violenta, e pertanto esecrabile, della politica dello Stato israeliano e del sionismo.
Sempre in tema di non voler ascoltare, l’Unione Europea ha inviato una serie di rilievi sulle riforme in atto nel nostro Paese, ovvero sulla tenuta del nostro stato di diritto.
Il documento si sofferma sulla riforma costituzionale per introdurre il premierato, elemento che mina l’attuale architettura costituzionale; quella in discussione sulla separazione delle carriere in Magistratura che mette in pericolo l’autonomia della Magistratura; le limitazioni alla libertà di stampa con intimidazioni a mezzo denunce verso i giornalisti; gli approcci verso il servizio pubblico radiotelevisivo, ovvero l’informazione, che tende ad essere sempre più governativo e meno pluralistico; l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, che può condurre alla limitazione delle indagini sul traffico di influenze; le diminuzioni delle intercettazioni telefoniche per alcuni reati; la mancanza di norme sul conflitto d’interessi; i pericoli di infiltrazione della criminalità organizzata nella gestione dei fondi del PNRR.
Tutte tematiche di non poco rilievo che già il Capo dello Stato, con garbo, delicatezza, parole non dirette per non far apparire le critiche da tempo ha esternato. Ancora orecchie da mercante?
Il Presidente del Consiglio ha risposto con una nota piccata ai rilievi definendoli prima fake news e poi accusando talune testate giornalistiche di aver influenzato il documento, in quanto “stakeholder”, ovvero portatori di interessi, per alcuni forze politiche. Inauditi attacchi alla libertà di stampa, definiti senza mezzi termini “liste di proscrizione” dalle opposizioni.
La stessa Federazione dei giornalisti europei ha avanzato critiche sullo stato delle libertà di stampa in Italia. Il Presidente del Consiglio ha sfoderato una delle sue armi preferite: il vittimismo; a breve ci allieterà con faccine e vocine con la sua proverbiale abilità?
Sull’aggressione ad un giornalista a Torino il Presidente della Repubblica ha affermato: “Eversivo attaccare l’informazione” mentre la seconda carica dello Stato, il Presidente del Senato La Russa ha detto che il giornalista non si era qualificato. Sicuramente non si hanno le prove ma non è improbabile che per lui sarebbe andata ben peggio.
Naturalmente Giorgia Meloni ben se ne guarda dal partecipare alla commemorazione della strage di Bologna del 2 agosto 1980, meglio Eurodisney con la figlia, alla quale giustamente deve le attenzioni di madre, evitando anche un bilaterale con Macron.
Pare che il Governo sia sordo alle istanze ed alle critiche che sorgono da molteplici parti: esterne ed interne, cioè dalle opposizioni e dalle forze sociali. Sembra abbiano fretta di concludere una serie di riforme a proprio esclusivo vantaggio e poi correre alle elezioni per contarsi ed appropriarsi del potere prima che vengano pienamente compresi dal cittadino i veri scopi di tali riforme: irreggimentare tutto per dirigersi verso un tipo di Stato tutt’altro che democratico.
La sordità alle istanze provenienti da molteplici voci è un brutto presagio, se ne avessimo ancora bisogno. Ci stiamo avviando verso un dispotismo strisciante?