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LO STOP GOVERNATIVO AL PORNO PER I MINORI VE LO RACCONTO IO – PRIMA PARTE

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
06/09/2023
in EDITORIALI
LO STOP GOVERNATIVO AL PORNO PER I MINORI VE LO RACCONTO IO – PRIMA PARTE
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TE LO LEGGO IO

Il governo è a caccia della soluzione. Alle 17 di lunedì 4 Settembre 2023 si è tenuta una riunione (una delle tante, presumo) presieduta dalla Ministra Roccella e cui ha preso parte il Comitato Media e Minori, organo di autoregolamentazione che trova radice nella legge 112 del 2004 e si incunea tra il Ministero dello Sviluppo Economico (oggi MIMIT) e l’AGCOM.

La convocazione straordinaria è stata sollecitata dai recenti episodi di violenza che qualcuno ritiene figli della navigazione su siti porno da parte dei minori.

Tra i convocati mi ci trovavo anch’io, in qualità di uno dei rappresentanti degli utenti in seno al predetto Comitato, e quindi il “sentito dire” (che anima la maggior parte dell’informazione…) nel mio caso si completa “con le mie orecchie”.

Ne scrivo perché non vorrei che un domani l’impietoso incedere degli anni cancellasse il mio ricordo di un evento che pur scolpito nella mia memoria potrebbe essere eroso.

Chiarito che finisce in un cassetto il baby-SPID cui aveva appena finito di lavorare l’Agenzia per l’Italia Digitale, il dicastero della Famiglia, della Natalità e delle Pari Opportunità ha annunciato di aver preso in considerazione una “app” che certifichi la maggiore età per chi vuole fruire di contenuti pornografici.

Facendo un salto nel futuro, tutti i possessori di smartphone, tablet e personal computer su cui è installata la specifica applicazione, saranno additati dagli amici che non esiteranno a far commenti salaci sulle abitudini di movimento online. All’innocente “Fammi vedere che «app» hai caricato!” farà eco “brutto porco, ma su che siti vai?” e ovviamente gli appassionati di quelle che il colonnello Buttiglione ad Alto Gradimento identificava come “pubblicazioncelle leziose” terranno celato il telefonino, nascondendolo in un salvifico quotidiano adeguatamente ripiegato.

L’ispirazione al nostro Governo è stata data da una ipotesi che verrà sperimentata in Francia.

La soluzione si baserebbe sulla segregazione dell’elenco dei maggiorenni (gestito dalla Pubblica Amministrazione) e del generatore di token per accedere ai web birichini. Lo Stato conoscerebbe chi ha requisiti di età (che, stando a quel che è stato detto, potrebbe mandare una immagine o un PDF del documento) ma non avrà cognizione in ordine al sito che andrà a visitare. Il gestore della “app” verificherebbe (sulla base di un codice anonimo abbinato da un ente pubblico all’interessato e da quest’ultimo inserito nelle impostazioni della app) se chi intende accedere a certi siti ha titolo anagrafico per sbirciare immagini e video a luci rosse.

Per eseguire questo check interroga il database della P.A. e si limiterebbe a sapere che è grande abbastanza per frequentare determinati erogatori di prodotti multimediali adatti per aspiranti osservatori paraginecologi. Senza sapere nome e cognome o altro del cibernauta dai bollenti spiriti la “app” darebbe segnale verde a visionare foto e filmati.

Peccato che la richiesta di verifica della condizione di “adulto” avviene solo per consentire di aprire le porte ai portali smutandati. Ogni check lascia traccia nei log di sistema e il record (ossia la scheda) dell’over 18 risulterà come “interrogato” da qualcuno per un utilizzo limitato alla visita a siti porno.

È vero che lo Stato non saprà se il cittadino predilige il sadomaso, le orge, il sesso con animali, il fetish o i rapporti fisicamente di un certo tipo, ma è ovvio che possa “mappare” chi fa un uso non professionale di computer, tablet e smartphone.

La solerzia governativa fa presagire che quei soggetti probabilmente saranno destinatari di apposita campagna di prevenzione contro la cecità che l’autoerotismo sembrerebbe determinare.

Mentre la Ministra Roccella annuncia che chi produce dispositivi idonei a navigare online potrà venderli solo se avranno preinstallato la taumaturgica “app”, che succederà delle decine di milioni di apparati già in uso? Verranno sequestrati? Lo Stato li ritirerà prima che tutti i minorenni, invece di pretendere lo smartphone di ultima generazione, diranno di essere affezionati e inseparabili dal vecchio cellulare nelle loro mani?

Nel frattempo frotte di premurosi teenagers sono già pronti a registrarsi nell’archivio dei maggiorenni inviando copie di carte di identità, passaporti e patenti di guida di zii e nonne. La corsa alla scansione digitale e alla creazione di appositi PDF è già scattata e i parenti grandicelli che a loro tempo avevano barato al botteghino del cinema per vedere i “film vietati” come si comporteranno?

Fermiamoci qui. Ma non è finita. Anzi. Il meglio deve ancora venire.

Non perdetevi i prossimi editoriali. Non perdete nemmeno le speranze, anche se non è facile.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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