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GLI OSTAGGI DI HAMAS? ECCO LA DEPORTAZIONE 2.0

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
10/10/2023
in EDITORIALI
GLI OSTAGGI DI HAMAS? ECCO LA DEPORTAZIONE 2.0
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TE LO LEGGO IO

Mentre è scontato quel che sta accadendo adesso, non riesco proprio a capacitarmi di quanto è successo sabato. Ne ho parlato a lungo con Roberto Di Nunzio con cui nel 2001 ho pubblicato per Rizzoli “Le nuove guerre”.

La rabbia e la disperazione nell’assistere ad un simile scempio porta a riflettere e ad urlare un “perché?” che non riesce ad uscire dalla gola. Perché una barbarie simile? E, soprattutto, perché nessuno sapeva, ipotizzava, immaginava?

La questione è troppo seria per discuterne con chi salta da un talk show all’altro non sapendo distinguere il Risiko dal Subbuteo e quindi è meglio spegnere la televisione, ammutolire la radio, lasciare i giornali in edicola e rifuggire da Internet, fermarsi e pensare.

La situazione è talmente drammatica da aver paura di non fare nemmeno in tempo a finire il discorso e quindi le dita scorrono veloci sulla tastiera per annotare quelle quattro chiacchiere perché non vadano perdute.

L’azione mandata a segno da Hamas non è mai stata scritta su nessun manuale. Se fosse musica non ha spartito e sarebbe la più incredibile improvvisazione che nemmeno Mozart avrebbe saputo partorire. Una jam-session frutto di un addestramento puntiglioso, testimoniato da video disseminati online quasi a dire “guardate come si fa!”.

Quel che fa dannare è che sono sempre gli stracci a finire per aria e immancabilmente il prezzo più alto tocca in sorte alla povera gente colpevole solo di vivere o trovarsi per caso nel posto sbagliato nel momento sbagliato.

Il sangue correrà a fiumi, dissetando le bramosie di chi vende armi, di chi si appassiona a veder corpi dilaniati, di chi parla di conflitti armati con la stessa naturalezza con cui si discute di calcio o di ricette culinarie.

L’asimmetricità del conflitto è evidente. Una forza ostile senza un territorio (non

si commetta l’errore madornale di credere che sia la Palestina ad aver agito) muove con estrema serenità, perché sa perfettamente che nessuno potrà mai restituire “la pariglia”. Chi ha attaccato lo ha fatto nella consapevolezza che Benjamin Netanyahu avrebbe raso al suolo Gaza e lo ha ritenuto un non-problema, perché Gaza non è casa sua, perché a Gaza ha solo rastrellato un po’ di imbecilli che a volto scoperto hanno fatto le comparse su un palcoscenico dove era in atto una sceneggiatura scritta altrove con una regia internazionale.

Il premier israeliano si chieda chi lo ha tradito, si domandi come mai lo ha fatto, cerchi di capire dove si è sbagliato e non si limiti a considerare gli eventi delle ultime ore. Si interroghi perché le segnalazioni dell’intelligence egiziana sono finite nel cestino o semplicemente non prese in considerazione nonostante presagissero una aggressione epocale…

La fulmineità e la sincronizzazione dei colpi mandati a segno non evocano i principi bellici del cosiddetto “Blitzkrieg” ma piuttosto ricordano Mike Tyson, capace di mandare k.o. l’avversario quando il gong appena percosso vibra ancora.

La crudeltà di colpire bambini, donne e anziani arriva al suo culmine con il rapimento degli ostaggi, che perpetua non solo simbolicamente il rituale della deportazione di innocenti.

Non guerra, o non solo quella. Non semplice terrorismo. Siamo dinanzi ad una replica delle gesta naziste, con le case in fiamme, i civili straziati, i prigionieri senza speranza di tornare.

Non un suicidio della gente palestinese che adesso sta subendo la feroce rappresaglia., ma l’azione di chi non ha nulla da perdere perché le pedine in campo non sono le sue…

Siamo dinanzi al terribile terremoto profetizzato da Jonathan Safran Foer nel suo romanzo “Eccomi”, in cui narra di un disastro nell’area mediorientale a seguito del quale Israele viene invaso e fagocitato dalle realtà islamiche confinanti nella universale indifferenza…

Non si confonda il ringhiare da ogni parte del mondo con la solidarietà, la vicinanza, la partecipazione. E’ solo tifo da stadio, destinato a scemare quando il campo sarà vuoto, non ci saranno veri vincitori e i problemi non avranno avuto soluzione di sorta.

La sete di vendetta non porta da nessuna parte. L’unica via d’uscita è guidare la popolazione palestinese a trovare una leadership moderata, ad impermeabilizzarsi dall’estremismo islamico, ad estirpare le profonde radici di Hamas e di chi altro soffia sul fuoco dell’odio, a far sparire il seme di una discordia senza senso.

Si pensi a chi è rinchiuso nei lager dei tunnel sotterranei di Gaza piuttosto che ad uno sterminio. Riportare a casa gli ostaggi sarebbe l’unica vera lezione.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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