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I PAZIENTI DEVONO RIMANERE PAZIENTI: LA ASL DI TORINO RISOLVERA’…

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
03/09/2022
in AVVISO AI NAVIGANTI
I PAZIENTI DEVONO RIMANERE PAZIENTI: LA ASL DI TORINO RISOLVERA’…
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TE LO LEGGO IO

Cosa saranno mai quindici giorni (quelli trascorsi dalla catastrofe digitale) in confronto all’eternità (che potrebbe essere necessaria per ripristinare la normalità)?

Poco importa se a guardare il calendario è qualcuno che aspetta un intervento chirurgico o banalmente è in attesa di un referto. Parliamo della tragedia della ASL Città di Torino che il 19 Agosto scorso ha spento server e computer per arginare un attacco informatico che già aveva reso inutilizzabili archivi elettronici e procedure automatizzate di indispensabile uso quotidiano.

Mentre sulla pagina Facebook dell’Azienda Sanitaria piovono critiche e commenti salaci su questa meschina debacle, il direttore generale dell’ente pubblico rilascia un’intervista a La Repubblica in cui assicura alla cittadinanza che non cederà all’ignobile ricatto dei malfattori che – vista la stagione – hanno vendemmiato nell’indifesa “vigna” ICT portando via a grappoli ogni genere di dati riferiti a sfortunati fruitori di cure e assistenza medica.

Cosa è successo? L’aggressione degli hacker si è articolata in quattro fasi. Nel primo step (messaggio in posta elettronica con link “avvelenato” o interazione fraudolenta con un server non protetto) un malintenzionato è riuscito a recapitare e a far attivare un malware, ossia un insieme di istruzioni maligne la cui esecuzione può risultare fatale.

Fase due: l’hacker vampirizza tutto quel che trova, risucchiando dati e informazioni memorizzati su tutti i dischi raggiungibili nella rete geografica o lacale dell’organizzazione finita nel mirino. Anche gli elementi sensibili (si pensi ad una cartella clinica) finiscono così nelle mani sbagliate e un domani potrebbero essere venduti ad una casa farmaceutica, ad una compagnia assicuratrice (pensiamo alle polizze vita…), ad un istituto bancario (che augura ai suoi clienti lunga vita, lunga almeno fino alla restituzione dei soldi avuti in prestito…), ad una azienda che assume (che vuole solo dipendenti in grande forma) e così a seguire.

Terzo passaggio: i dati sulle “macchine” della vittima, una volta “esfiltrata” una loro copia intonsa, vengono fraudolentemente cifrati e resi inutilizzabili per chi era convinto di poterne disporre indisturbato per le sue attività.

Quarta tappa del Calvario, la richiesta del riscatto: il software maligno che ha creato il disastro si chiama infatti “ransomware” dove il termine ransom identifica in inglese la pretesa estorsiva per restituire le informazioni danneggiate. Spesso il versamento di una cospicua somma in bitcoin o in altre cryptovalute non porta ad alcun risultato e non di rado al malcapitato tocca in sorte – dopo il danno – la beffa.

Il non cedere al ricatto degli hacker non è una ferrea prova di indomito coraggio e nemmeno la lodevole dimostrazione di sprezzo nei riguardi delle fin troppo evidenti conseguenze. Pagare significa incappare non solo nella reprimenda di qualsiasi Organismo di Vigilanza, ma nel compimento di un delitto che può, ad esempio, configurarsi in un finanziamento ad organizzazioni terroristiche o in altre tutt’altro che fantasiose fattispecie.

Il dottor Carlo Picco, direttore generale della ASL funzionalmente mutilata, non può – pur con tutta la buona volontà – essere annoverato tra gli eredi di Pietro Micca. Le dichiarazioni rilasciate a La Repubblica che hanno portato a titolare “Risolveremo senza pagare riscatti” non possono essere equiparate ad un moderno “Vae Victis”.

Il manager sanitario sa di farcela perchè alle consolidate competenze mediche aggiunge (come si legge nell’ultima pagina di un suo curriculum) “buona padronanza delle più diffuse applicazioni informatiche”.

Ed è un peccato abbia rinunciato a trattare con i criminali perché avrebbe potuto sfoggiare i suoi “cenni di comunicazione verbale dello Spagnolo” e liquidare i malviventi con un eloquente “Hasta la vista”…

Restiamo in attesa di sentirlo pronunciare con enfasi il fatidico “todo bien”, sperando che accada il prima possibile per il meritato sollievo dei torinesi.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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