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Home CHIACCHIERE ARTIFICIALI

LA SECONDA PROMESSA MANCATA DELLA DEMOCRAZIA E IL DIVIETO DI MANDATO IMPERATIVO

Andrea Aparo von Flüe di Andrea Aparo von Flüe
29/03/2024
in CHIACCHIERE ARTIFICIALI
LA PRIMA PROMESSA MANCATA DELLA DEMOCRAZIA E L’INDIVIDUO SOVRANO
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TE LO LEGGO IO

Seconda puntata. Continuiamo a occuparci delle promesse mancate della democrazia. Mettetevi comodi, è richiesta attenzione perché sono temi “importanti”. Vale la pena occuparsene. Hanno a che fare con le nostre libertà.

Riapriamo il saggio di Norberto Bobbio “Il Futuro della Democrazia”. Che bella la carta, sempre disponibile. Colleghiamoci con Copilot -anche le intelligenze artificiali sono sempre disponibili purché ci sia elettricità e un collegamento alla rete- e passiamo alla seconda promessa mancata della Democrazia ovvero quella che riguarda gli interessi di parte che la democrazia non solo non è riuscita a sconfiggere, ma che hanno finito per prevalere sui principi politici.

Scrive Bobbio: “La democrazia moderna, nata come democrazia rappresentativa in contrapposizione alla democrazia degli antichi, avrebbe dovuto essere caratterizzata dalla rappresentanza politica, cioè da una forma di rappresentanza in cui il rappresentante, essendo chiamato a perseguire gli interessi della nazione, non può essere soggetto a un mandato vincolato.

Il principio su cui si fonda la rappresentanza politica è l’esatta antitesi di quella su cui si fonda la rappresentanza degli interessi, in cui il rappresentante, dovendo perseguire gli interessi particolari del rappresentato, è soggetto a un mandato vincolato (proprio nel contratto di diritto privato che prevede la revoca per eccesso di mandato).”

Bobbio dixit… Opportuno approfondire i concetti di base presenti nella sua analisi. Procedendo con ordine, il primo che si incontra è quello di “rappresentanza politica”. Per comprenderlo meglio, chiediamo all’ottimo Copilot che ci presenta aspetti da esplorare.

Il termine “rappresentanza” deriva dal verbo latino arcaico “re-ad-praesentàre“, che significa “rendere presenti cose passate o lontane”. In senso più ampio, rappresentare significa esporre, sia fisicamente, sia mentalmente, figure o fatti. Nel greco antico, il termine “μορφóω” (morphoo) è correlato al concetto di “dar forma a” o “rappresentare”.

Nelle antiche Grecia e Roma, il concetto di rappresentanza politica non esisteva. Il popolo partecipava direttamente al governo in materia legislativa e giudiziaria. L’esecuzione del potere pubblico veniva delegata a cittadini (i “magistrati”) secondo la volontà popolare. La nozione di rappresentanza politica nasce nel Medioevo con le istituzioni parlamentari.

Dal punto di vista giuridico, la rappresentanza può essere individuale o collettiva, di interessi o di volontà, organica o soggettiva, legale o volontaria. La “rappresentanza politica mista” combina elementi autoritari e democratici, consentendo al rappresentante politico di rispettare o meno le promesse elettorali.

La rappresentanza politica è elemento essenziale nelle forme di governo democratico. Due sono le modalità di rappresentanza: implicita ed esplicita.

La rappresentanza implicita è inerente a tutti gli istituti politici moderni. Si basa sulla partecipazione diretta dei cittadini attraverso elezioni e sulla delega del potere pubblico a rappresentanti eletti.

La rappresentanza esplicita riguarda specificamente le camere elettive, come il Parlamento italiano. Deriva da un atto espresso e formale, ovvero l’elezione dei rappresentanti.

In sintesi, conclude Copilot, la rappresentanza politica è il meccanismo attraverso il quale i cittadini trasmettono formalmente il potere a coloro che agiscono in loro nome per dare contenuto al comando politico. Si verifica quando una persona agisce non in proprio nome, ma a nome e nell’interesse di altri o della collettività.

In altre parole, gli organi dello stato moderno operano in rappresentanza, non per interesse personale, ma per conto della società. Questo concetto si applica a tutti i poteri dello Stato, non solo agli organi elettivi. Infatti, contrariamente a quanto si pensa spesso, la rappresentanza politica non è strettamente legata alle elezioni: è diffusa in tutto l’organismo dello stato moderno, non solo negli organi elettivi. Ad esempio, gli organi della giustizia e delle finanze sono anch’essi rappresentativi, anche se non sono soggetti a elezioni.

La rappresentanza politica offre diversi vantaggi all’interno di un sistema democratico.

In primo luogo, la presenza di rappresentanti eletti conferisce legittimità alle decisioni prese dal governo e se uno di essi viene sostituito, il sistema continua a funzionare senza interruzioni significative, aumentandone così la stabilità.

Poi, i rappresentanti eletti agiscono come intermediari tra il popolo e le istituzioni, portando avanti le richieste e le preoccupazioni dei loro elettori che possono così far sentire la propria voce e influenzare le decisioni del governo. Se non soddisfano le aspettative o agiscono in modo non etico, gli elettori possono esprimere il loro dissenso attraverso il voto alle elezioni successive.

Delegare l’autorità decisionale a un gruppo di rappresentanti, accelera il processo decisionale. Infine, questi rappresentanti politici, se hanno competenze specifiche e conoscenze approfondite in vari settori, sono in grado di prendere decisioni informate su questioni complesse, come l’economia, la sanità o l’ambiente.

A dire il vero, quest’ultima affermazione oggi è perlomeno dubbia…

In sintesi, l’espressione dei desideri del popolo, l’efficienza decisionale, la competenza e specializzazione, la stabilità e continuità, la responsabilità e la legittimità sono i vantaggi della rappresentanza politica, pilastro fondamentale della democrazia, consentendo una governance efficace, responsabile e inclusiva, assicurando che gli interessi della collettività siano adeguatamente rappresentati e tutelati.

Grazie Copilot della sintesi.

Il secondo concetto di base presente nell’analisi di Bobbio riguarda il mandato imperativo, concetto giuridico collegato alla rappresentanza che si applica sia nel diritto civile che nel diritto costituzionale.

Nel diritto civile, il mandato imperativo implica che il rappresentante (ad esempio, un avvocato o un agente) debba agire secondo le istruzioni ricevute dal mandante (la persona che lo ha incaricato di agire in suo nome e per suo conto). In altre parole, il rappresentante è vincolato a seguire le direttive del mandante. Questo principio si applica in situazioni come la gestione di affari legali o finanziari.

Nel diritto costituzionale, il mandato imperativo riguarda coloro che entrano a far parte di un organo collegiale (ad esempio, un parlamento o un consiglio comunale). Esso impone ai membri di tale organo di attenersi alle istruzioni ricevute da coloro che li hanno nominati.

Nella costituzione italiana, l’articolo 67 vieta esplicitamente il mandato imperativo: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Riassumendo, mentre il mandato imperativo richiede che il rappresentante segua le istruzioni del mandante, il divieto di mandato imperativo stabilisce che i parlamentari non siano vincolati da alcun mandato e rappresentino la nazione e non i propri elettori.

La realtà italiana è ben diversa dalla teoria fin qui presentata. La rappresentanza politica è spesso distorta dagli interessi particolari e la piena espressione della volontà collettiva è ancora un obiettivo da raggiungere.

Scrive Bobbio:

“Mai norma costituzionale è stata più violata del divieto di mandato imperativo, mai principio è stato più disatteso di quello della rappresentanza politica. Ma in una società composta di gruppi relativamente autonomi che lottano per la loro supremazia, per far valere i propri interessi contro altri gruppi, una tale norma, un tale principio, potevano mai trovare attuazione? A parte il fatto che ogni gruppo tende a identificare l’interesse nazionale con l’interesse del proprio gruppo, esiste un qualche criterio generale che possa permettere di distinguere l’interesse generale dall’interesse particolare di questo o quel gruppo o dalla combinazione di interessi particolari di gruppi che si accordano tra loro a dispetto di altri? Chi rappresenta interessi particolari ha sempre un mandato imperativo. E dove possiamo trovare un rappresentante che non rappresenta interessi particolari? Certamente non nei sindacati, dai quali peraltro dipende la stipulazione di accordi, come sono gli accordi nazionali sull’organizzazione e sul costo del lavoro, che hanno un’enorme rilevanza politica. Nel Parlamento? Ma che cosa rappresenta la disciplina di partito se non una aperta violazione del divieto di mandato imperativo? Coloro che talvolta sfuggono dalla disciplina di partito, approfittando del voto segreto, non sono forse bollati come “franchi tiratori”, cioè come reprobi da additare alla pubblica riprovazione? Il divieto di mandato imperativo, oltretutto, è una regola senza sanzione. Anzi, l’unica sanzione temibile per il deputato la cui rielezione dipende dal sostegno del partito è quella che viene dalla trasgressione della regola opposta che gli impone di considerarsi vincolato al mandato che dal proprio partito ha ricevuto.

Una riprova della rivincita, oserei dire definitiva, della rappresentanza degl’interessi sulla rappresentanza politica è il tipo di rapporto che si è avvenuto instaurando nella maggior parte degli Stati democratici europei tra i grandi gruppi di interessi contrapposti (rappresentanti rispettivamente degli industriali e degli operai) e il Parlamento, un rapporto che ha dato ruolo a un nuovo tipo di sistema sociale che è stato chiamato, a torto o a ragione, neocorporativo. Tale sistema è caratterizzato da un rapporto triangolare in cui il governo, idealmente rappresentante degli interessi nazionali, interviene unicamente come mediatore tra le parti sociali e tutt’al più come garante (generalmente impotente) dell’osservanza dell’accordo. Coloro che hanno elaborato, circa dieci anni fa, questo modello, che oggi è al centro del dibattito sulle “trasformazioni” della democrazia, hanno definito la società neocorporativa come una forma di soluzione dei conflitti sociali che si serve di una procedura, quella dell’accordo fra grandi organizzazioni, che non ha niente a che vedere con la rappresentanza politica, ed è invece un’espressione tipica di rappresentanza degl’interessi.”

Grazie Bobbio per avere fornito, già nel 1984, gli elementi per capire quanto sia ancora lontana la pratica dalla teoria, quanto la loro distanza continui a crescere, quanto si sia allungata, nei tempi recenti, la strada da percorrere.

In Italia non esiste autentica “rappresentanza politica”, ma piuttosto una “rappresentanza degli interessi”. La sovranità degli individui viene spesso espropriata dal pluralismo dei corpi intermedi e dei gruppi di interesse, il cui obiettivo, spesso, è rifarsi verginità perdute e ricostruire credibilità evaporate.

La rappresentanza politica, che dovrebbe agire nell’interesse collettivo, viene schiacciata dalla rappresentanza degli interessi particolari delle oligarchie ancora presenti. Gli interessi individuali non sono bilanciati con quelli collettivi.

“Molte strutture non sono state democratizzate, come la burocrazia, le forze armate, le scuole, le fabbriche”, scrive Bobbio.

I padri costituzionali l’avevano pensata giusta. La realizzazione delle loro idee lascia molto a desiderare.

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Andrea Aparo von Flüe

Andrea Aparo von Flüe

Padre italiano, madre svizzera-tedesca. Lunghi periodi all’estero fra Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone. Scuole primarie svizzere e irlandesi; scuola secondaria in Francia e in Italia. Il risultato è un’ottima conoscenza del francese, inglese e del dialetto svizzero tedesco; buona del tedesco, elementare del giapponese e la capacità di muovermi da “indigeno” in contesti culturali diversi. Nel gennaio del 1978 mi hanno laureato dottore in fisica “summa cum laude” discutendo una tesi sperimentale sulla dinamica di caduta dei chicchi di grandine, sviluppata lavorando come ricercatore presso l’Ufficio Centrale di Ecologia e Meteorologia Agraria del Ministero Agricoltura e Foreste, per conto del quale ho lavorato nei periodi estivi dal 1977 al 1979 come membro del Gruppo italiano che partecipava alla ricerca internazionale Grossversuch IV (Politecnico di Zurigo, Università di Montpellier e Grenoble, Ricercatori dell’URSS). Dopo essere risultato primo su quattrocento candidati, nel 1979, sono stato assunto, con la qualifica di Ricercatore, all’Ufficio Europeo Brevetti dell’Aja (NL), da cui mi sono dimesso a causa dello scarso interesse del lavoro e dello stipendio eccessivo. Tornato in Italia, nel 1979, mentre ero docente di Meteorologia all’IT Aeronautico “Francesco de Pinedo”, sono stato chiamato dal Prof. Umberto Colombo a lavorare come consulente al CNEN, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, di cui egli era Presidente. In tale veste ho curato prima studi sul contenuto energetico di centrali nucleari e convenzionali, poi sono stato responsabile di diverse “task forces” per la definizione e avvio di attività connesse alla diffusione di nuove tecnologie: coordinamento del Gruppo di lavoro per la documentazione e l’informazione, automazione delle biblioteche geograficamente diffuse del CNEN, creazione di un servizio di “business graphics” computerizzata, avvio delle iniziative di Office Automation, automazione integrata della Presidenza e Direzione Generale. Nel 1981 sono entrato negli organici dell’ENEA, (ex CNEN) come collaboratore Tecnico Professionale alla Direzione Centrale Relazioni Esterne per poi passare alla Direzione Centrale Studi e ho iniziato la mia attività di Assistente del Presidente. Dal giugno del 1982 al maggio del 1983, su invito del Massachusetts Institute of Technology, Laboratory for Computer Science, mi sono trasferito a Cambridge (USA) per lavorare come Visiting Scientist, membro dell’Office Automation Group. In tale sede ho approfondito gli aspetti del management dei processi d’innovazione tecnologica e ho avuto responsabilità di conduzione del gruppo di ricerca, non ché di Thesis Advisor. Dal luglio 1983 all’aprile 1987 ho fatto parte della Direzione Centrale INFO dell’ENEA come responsabile dei progetti di automazione di ufficio. Continuando l’attività di Assistente del Presidente, ho avuto responsabilità dei progetti di diffusione dell’innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese, analizzando una serie di potenziali “start up”. Nel 1984 ho curato la pubblicazione di uno studio sui mestieri e le professioni degli anni ’90, mettendo a frutto le conoscenze, acquisite nel corso degli anni, di economia, management e di diverse nuove tecnologie: informatica e telematica, nuove energie, nuovi materiali, biotecnologie, innovazioni di processo (laser, robotica, FMS, CAD-CAM, ecc.) per citare le principali. Con la fine del 1985 ho ideato, gestito e completato il progetto di automazione integrata degli uffici della Presidenza e della Direzione generale dell’ENEA, che ha visto la radicale trasformazione delle modalità di lavoro di tutto il personale segretariale, tecnico e dirigenziale dei suddetti uffici. Nel corso del 1986, su invito del governo giapponese (MITI-JETRO), ho passato un mese di studio in Giappone visitando numerose imprese giapponesi e avendo intensi confronti di idee con esponenti governativi e della cultura nipponica. A partire da quella data mi sono occupato in modo continuativo del Giappone, intessendo una fitta rete di conoscenze personali e professionali con esponenti nipponici del mondo del Business e di quello accademico. A fine 1986, ho voluto sviluppare un’esperienza di lavoro nell’industria privata. Sono entrato alla Fiat S.p.A. a Torino dove ho lavorato dal 1986 al 1988 nella Direzione Studi Economici e Analisi Strategiche per passare nel 1989 alle dirette dipendenze del Direttore dell’Ente Sviluppo, Coordinamento e Controllo, in qualità di Vice-Direttore responsabile dei Progetti Speciali (Business Development). Dal febbraio 1990 sono stato in forza alla Fiat Auto. Fino al giugno 1991 ho avuto la responsabilità dei rapporti con le istituzioni internazionali nell’ambito della Direzione Centrale Sviluppo, Coordinamento e Controllo. I miei compiti comprendevano la manutenzione e implementazione di una rete di contatti internazionali finalizzata al monitoraggio degli sviluppi tecnologici e delle strategie dei partners e dei competitori. Partecipavo e/o definivo progetti speciali su temi inerenti il management dei processi di innovazione e di cambiamento, nonché di team dedicati a progetti di M&A. Dal giugno 1991 al marzo 1993 nella Direzione Ambiente e Politiche Industriali, responsabile del coordinamento del piano Qualità Totale, rispondendo direttamente all’amministratore delegato. Dopo essere stato responsabile delle attività di Relazioni Internazionali nell’ambito della Direzione Ambiente e Politiche industriali, a partire dal 1995 sono responsabile degli Scenari Ambientali. Ho ideato e gestito per conto della Fiat Auto Spa i progetti speciali inerenti all’introduzione e uso delle tecnologie della realtà Virtuale e di Internet. Nel 1995 ho coordinato la presentazione (prima mondiale) di due nuovi modelli di vetture (Bravo e Brava) sul World Wide Web in contemporanea con il lancio nel mondo “reale”, continuando a seguire lo sviluppo e le strategie di presenza dei marchi Fiat Auto (Alfa Romeo, Lancia e Fiat) sul World Wide Web (www.alfaromeo.com; www.lancia.com; www.fiat.com); ho poi contribuito ad avviare le attività di uso delle tecnologie della Rete nelle Direzioni Progettazione, Acquisti, Commerciale, Amministrazione e Controllo. Ho sviluppato una conoscenza approfondita su tecnologie, strategie e modalità di comunicazione avvalendosi di sistemi multimediali, ideando e partecipando, nel 1994, alla costituzione, avvio e gestione della com.e srl di Roma, Multimedia Agency, leader nel suo settore di attività (www.com-e.com) che comprende il Web Content, Strategie per Alta Direzione, Formazione e Addestramento. Dal giugno 1998, dopo avere lasciato il gruppo FIAT, responsabile del progetto Trustees21 presso il World Economic Forum, a Ginevra, Svizzera. Nell’aprile 1999 ho accettato l’offerta del Sindaco della Città di Barletta, Dott. Francesco Salerno, di rivestire il ruolo di Direttore Generale/City Manager della Città di Barletta, nonché dirigente responsabile del personale e del settore informatica e telecomunicazioni del Comune. Ho gestito un’organizzazione di 450 persone, di cui 12 dirigenti in reporting diretto. A fine dicembre 1999, la modifica sostanziale della composizione della giunta della Città ha causato la conclusione del mio mandato, così da evitare le dimissioni del Sindaco. Dal febbraio 2000 a luglio 2001, ho operato in qualità di Assistente del Prof. Ferrante Pierantoni, Componente dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. A partire dall’ottobre del 2001 svolgo attività di consulenza strategica per l’alta direzione, con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza informatica e fisica. Sono stato Amministratore Delegato della società di consulenza Alef Consulting srl , da me fondata nel 1997, con cui ho svolto fino al dicembre 2013 attività di consulenza e formazione. Fino a luglio 2001 sono stato Senior Consultant e membro del consiglio di amministrazione della com.e srl, società attiva nel mondo di Internet, da me fondata con due soci nel 1994. Nel gennaio 2000 ho contribuito alla partenza della società If, Interface Factory srl, esperta d’interfacce avanzate di Rete, di cui sono presidente. Dal gennaio 2001 al mese di ottobre 2002 sono stato Responsabile delle Strategie della Multimoda Network spa, gruppo industriale del settore Moda, a MIlano. Dal novembre 2002 al Gennaio 2003 sono Chief Scientific Advisor per il Gruppo Finmeccanica spa, a Roma. A partire dal Gennaio 2003 sono entrato in organico come Group Scientific Advisor e V.P. responsabile della Technology Intelligence di Gruppo. In tale veste mi sono occupato di progetti speciali, coordinamento di attività fra aziende del Gruppo, facilitato il completamento di progetti di sviluppo prodotto, ideato e partecipato alla gestione del Premio Innovazione di Gruppo, avviato e gestito contenzioso legale, e sua soluzione positiva per Finmeccanica, con maggiore fabbricante automobilistico USA. Ho co-ideato e portato al successo il cosiddetto Project Zero della Agusta Westland, il primo velivolo a decollo verticale realmente innovativo dalla definizione dell’elicottero (vedere su Google Project zero AW). Assisto e interagisco con esponenti del mondo dell’arte per individuare soluzioni tecnologiche per la realizzazione di artefatti e opere. Ad esempio, componendo un gruppo di esperti provenienti dalle aziende del Gruppo Finmeccanica, abbiamo consentito al Maestro Maurizio Mochetti a realizzare la sua opera, installazione fissa al MAXXI di Roma, partecipando alla definizione delle soluzioni tecnologiche necessarie. A partire da Febbraio 2012 fino al dicembre 2014 sono in organico ad Ansaldo Energia spa, a Genova, come Senior Advisor R&D dell’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Zampini. Dal luglio 2012 al giugno 2013 sono membro del Consiglio di Amministrazione della PROTER srl a Terni, azienda attiva nella chimica di quarta generazione. . Dal Marzo 2015 socio fondatore di GoTo10 srl in Milano, attiva nel settore educazione e formazione, in particolare sulle tematiche relative all’insegnamento del pensiero computazionale. Dal settembre 2015 a giugno 2017 Amministratore Delegato di ProTer srl in Terni, società di ricerca e sviluppo attiva nel settore della chimica di IV generazione e della chimica verde. Da luglio 2017 a Novembre 2020, Chief Operating Officer e Vice Principal della JPED Academy a Pechino, distretto di Changping. Le mie attività comprendono essere responsabile operativo, vice-preside, direttore degli Studi, e docente STEAM di una nuova High School internazionale in lingua inglese, basata sul curriculum studiorum USA per studenti di nazionalità cinese. Rientrato in Italia a inizio novembre 2020, lavoro dal dicembre dello stesso anno, fino al novembre 2022, per la Geminiani srl, azienda specializzata nel campo dei motori per applicazioni industriali e in sistemi innovativi di gestione dell’energia elettrica in qualità di Senior Advisor per la R&D. Dal gennaio 2023, insieme a Michael Lenton, gia Amministratore Delegato di Fimeccanica Australia (oggi Leonardo Australia) con cui si è lavorato per molti anni in Finmeccanica, abbiamo avviato The Advisory, International Strategic Consulting, società di consulenza internazionale, attiva in particolare in Italia e Australia. Ci occupiamo di aziende e prodotti ad alta tecnologia, fornendo consulenza strategica, gestionale e legale. Inoltre, dal 1994, sono Professore a contratto di Strategie Aziendali, presso la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Teoria delle Decisioni, Dipartimento di Statistica, Università “La Sapienza”, Roma. Dal febbraio 2000 al Settembre 2006 sono co-ideatore, Docente e Assistant Director del MiNE, Master in the Network Economy presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dall’anno accademico 2001-2002 fino al settembre 2014 insegno strategie di comunicazione al Politecnico di Milano, Master in Design della Comunicazione, Dipartimento di Architettura, fiancheggiando il Prof. Paolo Ciuccarelli, titolare del corso di Metaprogetto. I miei punti di forza risiedono nella capacità di comprensione di Scienza e Tecnologia e di diversi aspetti delle discipline umanistiche, in particolari arti visive, e dunque capacità di sintesi fra queste, management e strategia; nella facilità di definire e fare crescere rapporti e relazioni interpersonali; in una lunga esperienza di relazioni internazionali a scala globale; in una non comune capacità di comunicazione, divulgazione e insegnamento. Mi viene riconosciuta capacità di leadership e di motivazione di team operativi interdisciplinari e internazionali. Nel corso degli anni ho seguito un notevole numero di corsi di specializzazione e seminari; ho pubblicato un gran numero di articoli scientifici, anche a carattere divulgativo su quotidiani e riviste specializzate. Anche qualche libro: da citare il primo testo in italiano che parlava del World Wide Web e zone limitrofe: “Il Libero delle reti, edizioni ADN Kroos.. Da oltre un decennio svolgo attività di consulente sui temi della strategia e dell’innovazione tecnologica. Sono stato membro di diversi Comitati e Gruppi di lavoro governativi e presso la CEE. Ho fatto parte del Comitato Scientifico della rivista “Scienza e Dossier” e titolare della rubrica “Il Nuovo” sviluppata su temi innovativi di Scienza e Tecnologia. Sono stato titolare di rubrica fissa sulle riviste “L’Europeo”, Next”, “Ceramicanda” e “Netforum”. Collaboro saltuariamente con molte altre testate. Blogger per il Fatto Quotidiano, Infosec News e Giano News. Ho avuto diverse esperienze didattiche, in Italia e all’estero, anche a carattere continuativo; ho tenuto un elevato numero di conferenze e seminari in Italia e all’estero per enti governativi, università e aziende private. Nel Marzo del 1990 sono stato chiamato dal rettore Prof. Mel Horwitch a far parte dello Scientific Advisory Board del Theseus Institute, Business School specializzata in Strategie dei Sistemi di Informazione e delle Reti, localizzata nel parco scientifico europeo di Sophia Antipolis, nel sud della Francia. Altre info disponibili su Google. Dimenticavo: due figli, due ex-mogli e Silvana da poco mi ha detto sì. Per concludere, ce n’è abbastanza da “scassare i cabasisi” a molti…

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