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PENSIERINO PASQUALE…

Renzo Trappolini di Renzo Trappolini
20/04/2025
in RIFLESSIONI
PENSIERINO PASQUALE…
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TE LO LEGGO IO

Pensierino pasquale. L’uomo propone e Dio dispone. Bisognerebbe lasciar stare i santi e scherzare solo con i fanti, ma di santi non se ne vedono tanti e tra i fanti si sa che c’è sempre qualche illuso dal “bastone di maresciallo” riposto, secondo Napoleone, nello zaino, per atteggiarsi come lui.

E’ successo e succede fin dai tempi di quell’angelo raccontato da Isaia. Caduto dal cielo e steso a terra dopo essersi innalzato su un trono sopra le nubi.

Improbabili i paragoni con la sorte di Lucifero, ma il ricordo dell’Elba e di Sant’Elena ci sta e, pure… che anche la Groenlandia è un’isola. 

Come non abbandonarsi in questa Pasqua 2025 a pensieri così, osservando il Presidente pro tempore di una nazione democratica operativo, pare, in modalità imperatore d’Occidente alla conquista dell’Oriente?

Un conto, però, è commerciare, altro governare e anche nell’attività mercantile senza “carte”, come è stato proclamato nella sala ovale, il flop è ineludibile. Una porta aperta verso la quale non mancano mai i buttafuori.

L’unificazione politica del mondo sotto un unico comando la fece Roma, dopo Alessandro Magno e prima del messaggio universale del Rex Judeorum: l’ultimo imperatore risale a più di millecinquecento anni fa ed il re dei Giudei venne crocifisso perché tradito dai suoi.

Non a caso, Dante nella Divina Commedia mette in bocca al superbo Lucifero, “tre facce e la sua testa”, gli assassini di Cesare, Bruto e Cassio, insieme a Giuda.

L’otto volante delle promesse, dalla pace all’economia, prima o poi dovrà fermarsi e l’importante per chi lo guida sarà di scendere in tempo. Lì sta il problema: colmare il divario – che si vede- tra intelligenza e potere prima che sia troppo tardi. Intelligenza vuol dire consapevolezza, misura e senso delle cose per come sono. Un occhio mai staccato dalla realtà e l’altro allo specchietto retrovisore della storia.

Il deficit commerciale americano non dipende dal fatto che gli jankees – come una volta accadde agli indiani del posto – sono stati “fregati” dal resto del mondo (a quel che pare, fatto salva la Russia di Putin, senza memoria di ottanta anni di contrasti). Piuttosto, da una scelta economica, sociale e anche morale. Si è consumato più di quanto è stato prodotto e per la esuberante domanda il mercato – con le istituzioni attivamente consenzienti – si è rivolto altrove.

Il riequilibrio della bilancia commerciale, in queste condizioni, può avvenire con i dazi? Con le minacce a mezzo mondo a suon di percentuali in crescendo che tanto rumore e danni fanno in una realtà produttiva dove si fa fatica a trovare manodopera?

E la pace da siglare in pochi giorni, poi entro Pasqua e ora con l’orizzonte nebbioso?

Possibile che prima dell’annuncio vendicatore delle brutture della guerra da cancellare in pochi giorni, fatto in campagna elettorale, non ci sia stato un qualche affidavit dal vecchio collega del Cremlino, imperatore convinto anche lui?

Il potere illude e, se non è sorretto dall’intelligenza, rende ciechi e sordi a reazioni perfino planetarie, mentre qui, nell’ Occidente liberaldemocratico, di fronte alla crisi del commercio mondiale, c’è chi comincia pensare alla Cina che fu di Mao come ad una forza tranquilla.

Il razionale che si può intravedere nella linea della Casa Bianca è la difesa, anche attraverso l’innalzamento di barriere, proprio dalla Cina, la quale può ormai battere gli Usa su molti fronti. Anzitutto quello tecnologico e conseguentemente industriale e mercantile. Il che equivale a forza di attrazione per altri competitors, Europa compresa, come certi atteggiamenti sembrano far presagire.

Tutto – e da parte di tutti, sembra – senza troppa attenzione alla democraticità dei regimi. Quindi, alla gente.  Georges Clemenceau, che fu presidente del Consiglio della Francia, ma anche ministro della guerra durante il primo conflitto mondiale del ‘900, diceva, però, che “la democrazia è il potere concesso ai pidocchi di poter mangiare il leone”.

L’intelligenza per i governanti che al potere tengono e sanno esercitarlo sta nell’esserne consapevoli.

Quanto è derivato finora dagli annunci di Trump non pare dar ragione ad una visione imperiale del mondo. Sembra invece far propendere per la ricerca di un assetto multipolare. Riuscirà, lui, a tornare sulla terra in tempo per aggiornare i programmi?

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Renzo Trappolini

Renzo Trappolini

Prima della sua attuale terza età, ha lavorato in banca. Nella sede centrale di BNL, come Capo dei rapporti istituzionali e poi di quelli finanziari e operativi con le Pubbliche Amministrazioni. Successivamente, Direttore Generale della Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo, Amministratore di Carisap, Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno e di Banca dell'Adriatico. E' stato consulente di Artigiancassa e della Regione Lazio. Ha collaborato con Nerio Nesi per il libro "Il codice delle nomine bancarie" (Edizioni Feltrinelli - 1981). Ha scritto per riviste bancarie, un settimanale e un quotidiano a tiratura nazionale, oltreché giornali on line.

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