L’autore ha già pubblicato libri sullo spionaggio e, come gli altri, è molto interessante per gli appassionati della materia e non. Scritto con linguaggio piano e senza scendere in tecnicismi particolari, racconta le gesta di personaggi dello spionaggio negli anni della Seconda Guerra Mondiale.
Ognuno di loro ha una storia particolare, sempre avvincente, spesso con radici antecedenti al conflitto o derivanti da scelte contingenti. Non tutti erano militari e qualcuno si avventurava nel doppio o triplo gioco. Evidentemente, essendo in guerra, i rischi erano non pochi e non sempre, come nei film di 007, vi è stato un lieto fine. Alcuni persero la vita in operazioni, perché scoperti dal controspionaggio, traditi da finti collaboratori o da altri sottoposti ad atroci torture. Taluni si suicidarono per non parlare o per timore di non resistere alle sevizie.
Un mondo variegato e difficile dove la vita era spesso un prezzo da pagare per il proprio credo, per essere un militare od un membro dei Servizi di intelligence anche non del proprio Paese. Le azioni, come dice il titolo, non erano solo di spionaggio ma anche di sabotaggio, infiltrazione, creazione di false identità, cambi di aree geografiche per raggiungere lo scopo. Ovviamente le vicende riguardano uomini e donne di ambedue gli schieramenti senza distinzione di nazionalità.
Gli episodi descritti sono ventiquattro, tutti storicamente documentati da ricerche dell’autore. Da alcuni di questi sono stati tratti dei film che, per esigenze di copione, hanno aggiunto elementi di fantasia.
La lettura delle gesta non è frutto di invenzioni ma, più di una volta, supera l’immaginabile sia per le capacità ed il coraggio delle persone coinvolte, sia per l’elaborazione progettuale da parte degli ideatori delle operazioni da portare a termine. Gli stratagemmi erano il loro pane quotidiano. Audacia, sprezzo del pericolo, disprezzo della morte furono elementi essenziali.
La gran parte non si esaurirono in una singola missione ma furono una continua, complessa, pericolosa ricerca di informazioni per lunghi periodi. In questi casi la dissimulazione era fondamentale per salvarsi la vita, aiutare altri in difficoltà a fuggire o nascondersi, trasmettere in sicurezza per non essere intercettati od arrestati. È stata anche una lotta dei codici per cifrare in sicurezza le informazioni da trasmettere e tentare di decrittare nel più breve tempo possibile i contenuti dei messaggi del nemico.
Anche in questo caso tanti film ci hanno raccontato una difficile realtà, più connotata da aspetti scientifici, che è stata definita la “guerra dei codici”. Sicuramente la più famosa è la macchina “Enigma” delle Forze Armate naziste che venne violata grazie all’opera del gruppo di Alan Turing (1912-1954), matematico e crittoanalista britannico, considerato uno dei padri dell’informatica. Realizzò una macchina elettromeccanica, chiamata “Bomba”, nel sito supersegreto di Bletcheley Park a circa 75 chilometri da Londra.
Il libro di Vecchiarino ci racconta come un’altra guerra nascosta è stata condotta e ha influenzato in modo sorprendente le sorti del conflitto come illustra l’autore. Di molte operazioni sì è venuti a conoscenza decenni dopo.