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NO GREEN PASS: L’ASSALTO A ROMA NON POTEVA ESSERE UNA SORPRESA

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
10/10/2021
in EDITORIALI
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Abbiamo ancora negli occhi il pazzesco assalto a Capitol Hill che il 6 gennaio scorso ha dimostrato la vulnerabilità della democrazia americana.

A rinfrescarci la memoria sono bastate le immagini delle manifestazioni violente che hanno messo a ferro e fuoco Roma nel pomeriggio di sabato 9 ottobre. I palazzi della politica sono stati ad un passo dal provare il brivido del Campidoglio statunitense e in tanti si sono domandati cosa stesse davvero succedendo.

A scatenare l’inferno non è stato certo chi – per le più diverse ragioni – voleva esprimere il proprio dissenso contro le restrizioni rese necessarie dall’emergenza pandemia. I diecimila (e forse stavolta i dati della Questura non saranno distanti da quelli della stampa) che hanno “animato” la Capitale per ore e ore includevano squadristi organizzati in maniera minuziosa, determinati ad aggredire le Forze dell’Ordine, decisi a devastare quel che capitava a tiro, focalizzati a raggiungere l’obiettivo di una possibile destabilizzazione, preparati a conquistare un edificio che costituisse un simbolo e dove sfogare la loro belluinità.

L’orda barbarica che ha saccheggiato il palazzo della CGIL a Corso d’Italia ha evocato i “vichinghi” d’oltreoceano che avevano profanato le aule parlamentari di Washington ma soprattutto ha fatto riemergere il ricordo di tempi lontani cent’anni in cui si assisteva al tramonto dei diritti fondamentali nel nostro Paese.

Quel che è accaduto non si può configurare come una sbalorditiva jam-session di pochi strumentisti in una esibizione jazz. Non siamo dinanzi alla performance di una manciata di virtuosi capaci di trovare l’armonia e il ritmo in assenza di uno spartito musicale.

Non si venga a raccontare che non si poteva immaginare un epilogo come quello cui si è assistito. Non si provi a dire che era difficilissimo prevedere una simile escalation. Non ci si azzardi a proclamare il fatidico “ad impossibilia nemo tenetur”.

I criminali che – a mutuare una loro espressione rimbalzata in Rete – si sono presi Roma, non erano Von Clausewitz o Sun Zu e quindi capaci di manovre tattiche imprevedibili.

Questi personaggi non disponevano della macchina Enigma per blindare le loro comunicazioni e quindi non c’era bisogno di Alan Turing per decifrare i messaggi e conoscere il contenuto dei programmi di azione. I vandali neofascisti utilizzavano (e non era certo una novità) normalissimi canali Telegram, gli stessi che – secondo quanto strombazzato dai mezzi di informazione – erano oggetto di attentissimo e incessante monitoraggio delle articolazioni di polizia preposte alle attività di prevenzione del crimine e al controllo del fronte digitale.

Possibile quindi che – forti di una Agenzia Cyber, di possenti strutture di intelligence, di qualificatissime risorse investigative – nessuno abbia anche solo ipotizzato qualcosa di lontanamente paragonabile a quel che abbiamo visto fino a notte?

I più turbolenti – che non è una novità vederli cavalcare qualsivoglia evento incentrato sul malcontento popolare – sono persone perfettamente conosciute a chi deve garantire l’ordine pubblico e la serenità sociale. Nomi, cognomi, indirizzi di casa, numeri telefonici, email, account di ogni sorta, relazioni e collegamenti di questa gente sono presenti negli archivi: cosa è stato fatto per tracciarne movimenti ed iniziative?

Avvezzi a vedersi tributare meriti anche infondati, è difficile prendersi responsabilità su quel che non si è fatto o lo si è fatto male. Importa davvero così poco se la debacle della credibilità istituzionale abbia ieri toccato il fondo?

La coscienza di chi ha a cuore il futuro del Paese (ma ci si potrebbe accontentare della sicurezza di oggi) lacrima nel vedere l’impotenza dei tutori della legge in balia di incontrollabili torme di scalmanati furiosi.

Credo sia legittimo aspettarsi una reazione proporzionata all’accaduto con la meticolosa ricostruzione degli eventi, l’individuazione di soggetti e rispettivi ruoli, la mappatura (se già non ci fosse) delle reti organizzative di questa insopportabile minaccia, l’adozione dei provvedimenti “naturali”, la pianificazione dell’assetto da assumere in previsione di non così remote reiterazioni.

Al tempo stesso deve scattare un severo processo di autocritica, magari avendo a portata di mano un foglio su cui non esitare a vergare le proprie comprensibili dimissioni da posizioni che forse non sono state ricoperte con quella capacità che il cittadino si aspettava.

Il passo da “No Green Pass” a “No State” è davvero breve. Fermiamolo prima. Accanto alla spontanea mobilitazione della società civile e alla risposta di partiti e sindacati che hanno prontamente commentato, ci si aspetta che le Istituzioni politiche e giudiziarie facciano la loro parte e provvedano senza perdere tempo dimostrando che lo Stato c’è ancora e si sa far valere.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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