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UN GRANDE VECCHIO DELL’INFORMATICA. GRANDE. MAI VECCHIO.

Grazie al Presidente Mattarella per averlo premiato regalandoci così l’occasione per parlarne

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
27/04/2022
in CITTADINI E MINORI
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Abituato ad imbracciare la tastiera quasi fosse un kalashnikov e a fare fuoco sui tanti incompetenti che – impuniti – continuano a mietere insuccessi, mi sembra quasi irreale trovare l’occasione per parlare bene di qualcuno.

E’ una combinazione fortuita, sicuramente, proprio come la casuale scoperta di un riconoscimento che il Bis-Presidente ha voluto tributare ad un personaggio della mitologia tecnologica nazionale.

Quando, con grande ritardo, ho saputo del conferimento del titolo di Cavaliere di Gran Croce (il massimo ed esclusivo “grado” dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana) a Gian Paolo Di Raimondo mi è scappato un sorriso, sincero, dal profondo del cuore e mi è venuta voglia di raccontare “chi è” alla gente che magari non lo conosce.

Chi è, non chi era. Un privilegio – questo – che tocca in sorte a pochi, che spetta solo a chi merita rispetto ed ammirazione anche quando non ricopre più un temuto ruolo istituzionale o un allettante incarico manageriale foriero di contratti e opportunità per lo stuolo degli immancabili farisei.

Gian Paolo, che ho la fortuna di conoscere da trentacinque anni, è il più equilibrato dosatore di cuore e cervello, i due ingredienti fondamentali del nostro vivere quotidiano anche nel contesto dell’innovazione hi-tech. Due elementi rari a trovarsi, a dispetto dell’estrema necessità di poterne disporre.

Nel desertico orizzonte in cui storicamente sguazzano il calcolo di convenienza (ehi, non parlo di ottimizzazione delle risorse ma di bieco cinismo) e la furbizia (quella che a differenza dell’intelligenza non ha bisogno della sua versione “artificiale”), il buon GPDR – da non confondere con il Regolamento UE sulla privacy – ha saputo non farsi contaminare. E’ riuscito a non farsi infettare dalla pandemia del business a tutti i costi, dal contagio dell’approfittare dell’inossidabile “tanto qualcuno paga”, dalla peste del vendere quel che non serve (i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti) e dal morbo di fregare serenamente il committente pubblico poco capace di definire le esigenze della propria Amministrazione.

Manager di spicco in Olivetti, poi in Philips e quindi in Siemens, negli anni ottanta inizia la crociata della “system integration” creando uno dei primi Consorzi (il CISIT) che doveva “raddrizzare” le situazioni traballanti dei “patchwork” dell’automazione improvvisata e inconcludente. Dietro quel termine anglofono, poi divenuto usuale ad indicare il completamento e l’armonizzazione dei sistemi, si celava il suo desiderio di porre rimedio ai tanti e forse troppi errori di un processo di informatizzazione disordinato e privo del benché minimo disegno degli obiettivi da perseguire.

Da sempre i “fornitori” si sono preoccupati più di raggiungere i traguardi di fatturato e sforare i risultati prefissati nelle previsioni di esercizio, che di realizzare qualcosa davvero rispettoso delle esigenze di questo o quel Ministero e delle aspettative del cittadino. Gian Paolo invece ha sempre ritenuto ineludibile il provare comunque a rimediare alle incongruenze, a trovare cos’era stato dimenticato, ad individuare gli errori e scovare la soluzione più rapida ed economica.

Gian Paolo Di Raimondo, purtroppo, ha il terribile vizio di voler dare quello che manca.

Questo suo punto debole (imperdonabile in un mondo in cui non ci si guarda mai indietro o attorno) lo ha reso protagonista anche negli anni in cui non doveva gestire progetti o CdA, ma misurarsi – cosa che fanno in pochi – con la vita di tutti i giorni.

La generosità, che ha sempre azzoppato la sua managerialità, ha trovato sfogo in una miriade di iniziative. Dalla Caritas all’AVIS, dalle tante organizzazioni umanitarie alla Fondazione Italiana Promozione Trapianti d’Organo FIPTO, dall’assistenza a chi è bisognoso economicamente all’aiuto a chi si è ritrovato con un budget molto limitato in fatto di salute. Non solo il facile (anche se pochi lo fanno) mettere mano al portafogli, ma il donare quel che si ha dentro.

Il Presidente Ciampi lo aveva nominato “Maestro del lavoro” forse perché non esiste una medaglia per chi è maestro di vita. La “Gran Croce” del sommo cavalierato, riconosciutogli da Mattarella, è in realtà quella che con estrema umiltà si è sempre caricato sulla schiena – emulo del Cireneo ai piedi del Golgota – per aiutare chi era in difficoltà.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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