Le speculazioni finanziarie non mi hanno mai appassionato, ma certe oscillazioni di Borsa da settimo grado della Scala Richter richiamano la mia (e non solo la mia) attenzione.
I giochini della politica e le tarantelle delle trattative per la gestione dell’infrastruttura autostradale del nostro Paese non hanno entusiasmato la collettività che – finalmente – comincia a porsi qualche dubbio sull’aver messo alla cloche soggetti differenti da quelli immaginati al momento del voto.
Mentre il crollo del Ponte Morandi non ha ancora colpevoli, le famiglie delle vittime non si danno pace, Genova e la Liguria sono prossime all’asfissia letale, si è assistito ad un rimpallo di posizioni governative prima draconiane, poi accondiscendenti, quindi di ortodossia talebana, infine di dichiarata razionalità nell’interesse di tutti.
Ognuno è autorizzato (finché ci sarà un barlume di democrazia) a condividere o meno le manovre di chi sta al potere, magari auspicando trasparenza e giustizia (termini che non di rado suonano come turpiloquio). Ciascun cittadino è legittimato a voler saper cosa stia succedendo, magari comprendendo significato e finalità di certe mosse che i governanti attuano sull’impegnativo ring delle sfide quotidianamente intraprese nell’interesse di tutti.
Sicuramente CONSOB ha capacità e strumenti per spiegare ai piccoli risparmiatori certe intrecciatissime dinamiche e magari per scoprire chi – magari in possesso di capacità previsionale sull’evoluzione dei mercati finanziari o semplicemente a conoscenza del “finale” della storia – possa aver tratto profitto da una certo non impercettibile variazione in Borsa.
In assenza di chiarimenti (certo non dovuti) il “popolo del SuperEnalotto”, desideroso di raccattare senza fatica qualche spicciolo facile, si troverà costretto ad interpellare gli ammaliatori che sul piccolo schermo vendono “numeri vincenti” e promettono fortuna per pochi euro.