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CONFESSO DI ESSERE STATO INGIUSTO SULLA STORIA DELL’INPS…

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
04/04/2020
in EDITORIALI
CORONAVIRUS FASE 2: NON È UN PAESE PER VECCHI
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Ho fatto un esame di coscienza. Sulla storia del famigerato INPS-DOWN potevo effettivamente “andarci giù” con la mano molto più pesante.

Sono stato ingiusto con i lettori e soprattutto con me. E allora ho pensato ad un ravvedimento operoso, tornando sulla questione, così da aiutare chi segue INFOSEC.NEWS a capire qual è davvero la situazione….

La storia ha un fil rouge comune a molte Amministrazioni statali, la dannata esternalizzazione che ha dissanguato il committente pubblico e mortificato le risorse interne il cui valore (spesso inestimabile) è stato calpestato senza pietà o riguardo di sorta.

Ne parlo con cognizione di causa, con quattro anni trascorsi all’Ufficio Informatica del Comando Generale GdF, uno al fianco dell’indimenticabile Gianni Billia, segretario generale alle Finanze, nel cercare di “mettere giudizio” al fornitore unico (che percepiva percentuali incredibili di mark-up per anticipare il pagamento di qualunque cosa, bollette comprese), dieci all’Authority per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione, prima di andare a fare lo sbirro nei quartieri malfamati della nascente civiltà digitale.

Il dipendente pubblico non può essere talentuoso perché un simile riconoscimento potrebbe sovvertire gli assetti gerarchici costruiti meticolosamente per garantire al vertice persone devote, anche se meno brave di chi soffre nella “sala macchine” di qualunque organizzazione. A questo si aggiungono il fin troppo scontato “nemo propheta in patria” e il principio che l’interlocutore vale quel che si fa pagare per le sue prestazioni. Un programmatore o un analista che lo Stato paga poco più di mille euro al mese potrà mai competere con chi pretende la stessa cifra (o magari il doppio o il triplo) al giorno?

Ricordo miei formidabili colleghi d’ufficio al CED in Fiamme Gialle che il mio capo ufficio azzittiva per dare la parola al costosissimo consulente di Honeywell Bull prima e IBM poi. Ho capito allora (sono passati oltre trent’anni) che bastavano una giacca e una cravatta, un piglio deciso, qualche termine esterofono e pochi altri accorgimenti per vincere la partita. Lo storico complesso di inferiorità del “travet” pubblico ha fluidificato questa perversa evoluzione.

La GdF vantava una autonomia straordinaria in fatto di sviluppo delle procedure, ma poco alla volta si sono spenti – quasi fossero candeline sulla torta – le migliori professionalità. E’ stato così dappertutto e la P.A. è divenuta una riserva di caccia, nella convinzione che non si poteva fare a meno di chi arrivava da chissà dove con il coniglio pronto a saltar fuori dal cilindro.

Il buon senso e la correttezza avrebbero voluto che lo Stato disegnasse il proprio futuro, selezionando i più bravi, specializzando i più meritevoli, aprendo la strada a chi ne aveva la capacità, formando strutture non “vendor-dependent”. I ministeri sono stati presi d’assalto e trasformati in feudi le cui cinte murarie erano costituite da accordi e contratti blindatissimi. Ricordo come certi dicasteri fossero stati spartiti tra determinati fornitori, tutti disciplinatamente d’accordo sul non invadere il campo altrui e non tentare il ribasso in contesti ormai al guinzaglio.

Torniamo all’INPS. Ma davvero c’era bisogno di affidarsi mani e piedi ad aziende private al punto che già anni fa c’era chi definiva l’ente una “cuccagna” per i fornitori?

A gironzolare sulle pagine web degli aggiudicatari l’esperienza con INPS è tutta un trionfo.

Si rimane increduli nel vedere “casi di successo dei clienti” e leggere che “Accenture ha aiutato l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) a effettuare la migrazione da AS/400s alle tecnologie Web e ai sistemi operativi aperti che utilizzano Microsoft .NET, consentendo all’ente di registrare una netta riduzione dei costi operativi e di sviluppo e di migliorare sia l’efficienza che la produttività”.

Se la migrazione alle tecnologie web ha migliorato l’efficienza e la produttività, cosa sarebbe successo se non ci fosse stato un tanto provvidenziale supporto del fornitore?

Allora dov’è il problema?

L’aggiudicazione delle gare d’appalto mostra troppi soggetti per far immaginare un disegno ben coordinato della digitalizzazione e lascia trasparire l’assenza di qualsivoglia unitarietà di progetto.

La cosa carina (?!?) è che – come il committente pubblico – gli interlocutori privati non riescono nemmeno loro a fare tutto da soli e hanno necessità di accorparsi in “raggruppamenti temporanei di imprese”.

La cosa ancor più carina è che i diversi RTI partecipano sostanzialmente a tutte le gare (qui a titolo di esempio un “esito di gara”) e poi ciascuno se ne aggiudica una porzione o “lotto” che dir si voglia (vedansi quanto è riportato sul sito dell’INPS oppure quel che più recentemente è apparso sulla Gazzetta Ufficiale).

Nonostante questo evidente affollamento, non mi sembra di aver visto, letto o sentito dire che uno di questi “raggruppamenti temporanei” abbia fatto un passo avanti per dire che qualche piccola responsabilità nella vicenda è da attribuire al lavoro fatturato all’Istituto di Previdenza.

La storia degli hacker, tutto sommato, deve essere sembrata vantaggiosa per tutti.

Siccome a certe fantasiose ricostruzioni non ci credo e – poco alla volta – ho scoperto di essere in ottima compagnia, mi aspetto che qualcuno ammetta di aver sbagliato qualcosa.

Come il maestro di un vecchio spot di profilattici, attendo di vedere che dai banchi dei consulenti e dei fornitori si alzino tutti – uno alla volta – e alla domanda “di chi è questo (errore)” rispondano senza vergogna “è mio, è mio…”

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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