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PALANTÍR: AZIENDA DA MEMORIZZARE CON GIUSTA PREOCCUPAZIONE

Andrea Aparo von Flüe di Andrea Aparo von Flüe
25/08/2025
in TECNOLOGIA
PALANTÍR: AZIENDA DA MEMORIZZARE CON GIUSTA PREOCCUPAZIONE
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TE LO LEGGO IO

Palantír. Ricordatevi di questo nome. Si tratta di un’azienda statunitense. Non è chiaro cosa faccia, ma lo fa molto bene.

La società ha sede a Denver ed è stata fondata nel 2003 da Peter Thiel, già co-fondatore di PayPal, Joe Lonsdale, Stephen Cohen e Alex Karp. La segretezza è incorporata nelle origini dell’azienda. Uno dei suoi primi investitori è stato In-Q-Tel, che è il braccio di venture capital della CIA. Thiel, grande sostenitore dell’amministrazione Trump e Karp, che si auto-proclama patriota americano, sono convinti sostenitori del “tecnostato”, dove la tecnologia è al servizio dello stato. Hanno intenzionalmente posizionato l’azienda come un partner governativo e militare, il che comporta non solo la sopra citata segretezza, ma anche una cultura interna di stampo militare. I loro ingegneri del software sono “ingegneri in schieramento avanzato”, nome in codice Delta. I product manager sono Echo. Usano l’alfabeto fonetico NATO.

Interessante una recente dichiarazione di Alex Karp: “Abbiamo dedicato la nostra azienda al servizio dell’Occidente e degli Stati Uniti d’America e siamo molto orgogliosi del ruolo che svolgiamo, soprattutto in luoghi di cui non possiamo parlare. Amiamo il nostro successo negli Stati Uniti e anche a livello globale, nel Regno Unito e in molti altri luoghi. Palantír è qui per sconvolgere e rendere le istituzioni con cui collaboriamo le migliori al mondo per spaventare, quando è necessario, i nemici e a volte ucciderli”.

Non è chiaro se i nemici di cui parla siano concorrenti commerciali, o veri avversari degli Stati Uniti. Insomma, attenti a quei due. Ne riparleremo prossimamente.

Torniamo a Palantír. Il nome dell’azienda è stato preso dalla saga di J.R.R. Tolkien “Il Signore degli Anelli”. I “palantíri”, sono le “Pietre Veggenti”, o “Pietre Vedenti”. Il loro nome significa “Coloro che sorvegliano da lontano”. Il “palantír” è una pietra, estremamente resistente, dall’apparenza di una sfera di cristallo, che permette a chi la osserva di comunicare, anche a grande distanza, con chiunque stia a sua volta osservandone una. Ce ne sono sette, create dagli Elfi in Aman e portate prima a Númenor e poi nella Terra di mezzo.

Per maggiori dettagli fare riferimento al testo sopra citato, ovvero “Il Signore degli Anelli” dove scoprirete che i protagonisti sono gli Hobbit, il nome che danno a loro stessi, fin dai primi giorni dell’azienda, i dipendenti della Palantír. Anche loro hanno la missione di “Save the Shire”, salvare la Contea, dove la Contea sono gli Stati Uniti e i loro alleati. Vogliono salvare il mondo occidentale e i suoi valori, renderlo un posto migliore catturando i cattivi, i terroristi.

La portavoce di Palantír, Lisa Gordon, ha dichiarato che la società è “orgogliosa di sostenere il governo degli Stati Uniti, in particolare i nostri combattenti” e che non ha mai vacillato rispetto alla sua missione fondante “di sostenere l’Occidente e potenziare le istituzioni più importanti del mondo“.

La loro arma? I dati e quattro “oggetti” magici: Gotham, Foundry, Apollo e AIP. Ovviamente di magico non hanno nulla. Sono quattro piattaforme software, quattro applicativi specializzati nell’integrazione, analisi, manutenzione e aggiornamento di enormi volumi di dati complessi. Permettono di trasformare dati grezzi in intelligence operativa, migliorando la produttività e la capacità di prendere decisioni strategiche. Spero sia piaciuta la descrizione asettica e innocua.

Gotham, in onore della distopica città di Batman, è per il settore governativo, per le forze dell’ordine, le agenzie governative, i soggetti che si occupano di casi, di persone reali, cercando di capire le relazioni tra di esse. Gotham integra tutte le informazioni relative a un caso. Proprio tutte. Anche quelle disponibili su Facebook o altro Social Media. Può mappare le relazioni tra le persone, le possibili affiliazioni a bande, può individuare chi ha un certo tatuaggio, il suo colore degli occhi, la targa della vettura con cui ha preso una multa, quando e dove. Dunque, semplifica la creazione di un rapporto di intelligence dettagliato e assai preciso.

Foundry è la piattaforma per il settore commerciale e aiuta a gestire l’inventario, monitorare le linee di fabbrica, tenere traccia degli ordini, ottimizzare l’operatività aziendale rendendo più efficienti le normali pratiche quotidiane. Esempio. Un cliente ha un’azienda che utilizza per le sue attività una combinazione di software molto vecchio e altro molto nuovo. Non riesce a integrarli. I dati non fluiscono come dovrebbero. Invece di riscrivere il sistema, prende Foundry, che si accomoda sopra le diverse componenti software, non importa quanto possano essere antiche, le fonde in modo efficace ed efficiente e senza dovere riscrivere alcunché gli consente di ottenere il funzionamento richiesto. Grande risparmio di tempo e denaro. Cliente felice.

Apollo è come un pannello di controllo per la spedizione di aggiornamenti software automatici a Foundry, o Gotham e infine c’è AIP, la Artificial Intelligence Platform, una suite di strumenti basati sull’intelligenza artificiale che possono essere integrati in Gotham, o Foundry.

Non solo. Gotham e Foundry aiutano le organizzazioni a individuare schemi nascosti nei dati, a prendere decisioni più informate, dando supporto a settori come la sicurezza, la sanità e la finanza. Facciamo qualche esempio per chiarire il tutto.

Aziende come Merck & Co. e Airbus utilizzano le soluzioni di Palantír per aggregare e analizzare i propri dati, mentre PayPal le utilizza per il riconoscimento delle frodi.

Le piattaforme di Palantír sono state utilizzate per il tracciamento delle persone durante la pandemia, per l’analisi dei dati sanitari e per fornire supporto all’unità per le operazioni speciali delle forze armate degli Stati Uniti.

Palantír ha legami stretti, molto stretti, con l’amministrazione Trump. Attualmente sta aiutando ad analizzare massicce quantità di dati dell’IRS, l’Internal Revenue Service, l’Agenzia delle Entrate statunitense, per costruire una mega-applicazione per unificare tutti i suoi dati. L’ICE, la United States Immigration and Customs Enforcement, agenzia federale, parte del Dipartimento della sicurezza Interna degli Stati Uniti, responsabile del controllo della sicurezza delle frontiere e dell’immigrazione, sta pagando a Palantír 30 milioni di dollari per costruire la piattaforma di sorveglianza ImmigrationOS per selezionare chi espellere e per rintracciare chi si è auto-espulso. Opportuno ricordare che fra i clienti Palantír c’è anche il governo israeliano.

Molteplici attività, non del tutto chiare, che alimentano una domanda sempre più pressante: cosa fa esattamente l’azienda. Nonostante sia una società quotata in borsa con una valutazione di 16,7 miliardi di dollari, quindi pubblica, è difficile rispondere. Si sa che lavorano con grandi quantità di dati, ma non è chiaro cosa ne facciano, al punto che anche gli ex-dipendenti di Palantír hanno difficoltà a definire, nel dettaglio, cosa sia l’azienda. Uno di loro l’ha definita uno schedario sovralimentato, un altro una raccolta di diverse applicazioni che i clienti possono utilizzare per rendere operativi i dati. Ottima definizione da mettere in un preventivo, ma dal significato alquanto nebuloso.

C’è chi pensa che Palantír acquisti informazioni da aziende private per rivenderle al governo, oppure che sia un data miner che scansiona costantemente Internet alla ricerca di informazioni uniche per poi confezionarle e venderle in qualche modo. In realtà non è nessuna di queste cose. Palantír non vende dati, vende strumenti, fornisce l’infrastruttura che i suoi clienti –aziende, organizzazioni non-profit, agenzie governative –possono utilizzare per processare al meglio i dati in loro possesso.

Ciò che rende Palantír diversa dalle altre aziende tecnologiche è la scala e la portata dei suoi prodotti. I suoi potenziali clienti possono acquistare un sistema e utilizzarlo per sostituire dozzine di altri programmi. Palantír non cambia il modo in cui i dati vengono raccolti, o il modo in cui si muovono nelle viscere di un’organizzazione, ma consente la loro integrazione e successiva analisi senza dovere correggere l’architettura esistente. Il che rende Palantír particolarmente adatto per le agenzie governative che possono utilizzare un software all’avanguardia, insieme a programmi risalenti agli anni ’60 del secolo scorso. I software di Palantír sono stati progettati pensando agli utenti non tecnici. Piuttosto che affidarsi a team specializzati per analizzare i dati, Palantír consente al personale di un’organizzazione di ottenere informazioni, a volte senza scrivere una sola riga di codice.

Il punto di forza di strumenti come Foundry e Gotham è che possono trascendere tutte le sfide associate all’archiviazione e alla strutturazione dei dati, così da portare naturalmente le indagini e i responsabili delle decisioni aziendali alla soluzione corretta desiderata. Una tecnologia oggettivamente superiore porta ai migliori risultati possibili.

Attenzione però. Queste capacità di analizzare e collegare grandi quantità di dati possono dare a uno stato autoritario il potere di raccontare, senza possibilità di smentita, qualsiasi narrazione voglia, ad esempio sugli immigrati, o sui dissidenti, o sui presidenti della Federal Reserve per arrestarli, deportarli, esautorarli.

Palantír può essere vista come un amplificatore delle intenzioni e dei pregiudizi. Aiuta a prendere decisioni sempre più precise e intenzionali, nel bene e nel male.

Male che potrebbe non essere sempre ovvio per gli utenti di Palantír. Utenti che si ritrovano a utilizzare una piattaforma sofisticata, venduta loro usando il vocabolario della guerra e dell’egemonia, dove i dati sembrano originare da conclusioni oggettive. Sembrano. Quando gli utenti di Gotham collegano informazioni disparate su una persona, potrebbero avere la certezza che stiano leggendo l’intera storia della sua vita, mentre ne stanno leggendo, senza saperlo e senza poterlo verificare, solo una parte.

“È uno strumento davvero potente“, dice un ex dipendente della Palantir, “quando è nelle mani sbagliate, può essere davvero pericoloso e penso che la gente ne dovrebbe essere spaventata“.

 

Io lo sono.

 

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Andrea Aparo von Flüe

Andrea Aparo von Flüe

Padre italiano, madre svizzera-tedesca. Lunghi periodi all’estero fra Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone. Scuole primarie svizzere e irlandesi; scuola secondaria in Francia e in Italia. Il risultato è un’ottima conoscenza del francese, inglese e del dialetto svizzero tedesco; buona del tedesco, elementare del giapponese e la capacità di muovermi da “indigeno” in contesti culturali diversi. Nel gennaio del 1978 mi hanno laureato dottore in fisica “summa cum laude” discutendo una tesi sperimentale sulla dinamica di caduta dei chicchi di grandine, sviluppata lavorando come ricercatore presso l’Ufficio Centrale di Ecologia e Meteorologia Agraria del Ministero Agricoltura e Foreste, per conto del quale ho lavorato nei periodi estivi dal 1977 al 1979 come membro del Gruppo italiano che partecipava alla ricerca internazionale Grossversuch IV (Politecnico di Zurigo, Università di Montpellier e Grenoble, Ricercatori dell’URSS). Dopo essere risultato primo su quattrocento candidati, nel 1979, sono stato assunto, con la qualifica di Ricercatore, all’Ufficio Europeo Brevetti dell’Aja (NL), da cui mi sono dimesso a causa dello scarso interesse del lavoro e dello stipendio eccessivo. Tornato in Italia, nel 1979, mentre ero docente di Meteorologia all’IT Aeronautico “Francesco de Pinedo”, sono stato chiamato dal Prof. Umberto Colombo a lavorare come consulente al CNEN, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, di cui egli era Presidente. In tale veste ho curato prima studi sul contenuto energetico di centrali nucleari e convenzionali, poi sono stato responsabile di diverse “task forces” per la definizione e avvio di attività connesse alla diffusione di nuove tecnologie: coordinamento del Gruppo di lavoro per la documentazione e l’informazione, automazione delle biblioteche geograficamente diffuse del CNEN, creazione di un servizio di “business graphics” computerizzata, avvio delle iniziative di Office Automation, automazione integrata della Presidenza e Direzione Generale. Nel 1981 sono entrato negli organici dell’ENEA, (ex CNEN) come collaboratore Tecnico Professionale alla Direzione Centrale Relazioni Esterne per poi passare alla Direzione Centrale Studi e ho iniziato la mia attività di Assistente del Presidente. Dal giugno del 1982 al maggio del 1983, su invito del Massachusetts Institute of Technology, Laboratory for Computer Science, mi sono trasferito a Cambridge (USA) per lavorare come Visiting Scientist, membro dell’Office Automation Group. In tale sede ho approfondito gli aspetti del management dei processi d’innovazione tecnologica e ho avuto responsabilità di conduzione del gruppo di ricerca, non ché di Thesis Advisor. Dal luglio 1983 all’aprile 1987 ho fatto parte della Direzione Centrale INFO dell’ENEA come responsabile dei progetti di automazione di ufficio. Continuando l’attività di Assistente del Presidente, ho avuto responsabilità dei progetti di diffusione dell’innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese, analizzando una serie di potenziali “start up”. Nel 1984 ho curato la pubblicazione di uno studio sui mestieri e le professioni degli anni ’90, mettendo a frutto le conoscenze, acquisite nel corso degli anni, di economia, management e di diverse nuove tecnologie: informatica e telematica, nuove energie, nuovi materiali, biotecnologie, innovazioni di processo (laser, robotica, FMS, CAD-CAM, ecc.) per citare le principali. Con la fine del 1985 ho ideato, gestito e completato il progetto di automazione integrata degli uffici della Presidenza e della Direzione generale dell’ENEA, che ha visto la radicale trasformazione delle modalità di lavoro di tutto il personale segretariale, tecnico e dirigenziale dei suddetti uffici. Nel corso del 1986, su invito del governo giapponese (MITI-JETRO), ho passato un mese di studio in Giappone visitando numerose imprese giapponesi e avendo intensi confronti di idee con esponenti governativi e della cultura nipponica. A partire da quella data mi sono occupato in modo continuativo del Giappone, intessendo una fitta rete di conoscenze personali e professionali con esponenti nipponici del mondo del Business e di quello accademico. A fine 1986, ho voluto sviluppare un’esperienza di lavoro nell’industria privata. Sono entrato alla Fiat S.p.A. a Torino dove ho lavorato dal 1986 al 1988 nella Direzione Studi Economici e Analisi Strategiche per passare nel 1989 alle dirette dipendenze del Direttore dell’Ente Sviluppo, Coordinamento e Controllo, in qualità di Vice-Direttore responsabile dei Progetti Speciali (Business Development). Dal febbraio 1990 sono stato in forza alla Fiat Auto. Fino al giugno 1991 ho avuto la responsabilità dei rapporti con le istituzioni internazionali nell’ambito della Direzione Centrale Sviluppo, Coordinamento e Controllo. I miei compiti comprendevano la manutenzione e implementazione di una rete di contatti internazionali finalizzata al monitoraggio degli sviluppi tecnologici e delle strategie dei partners e dei competitori. Partecipavo e/o definivo progetti speciali su temi inerenti il management dei processi di innovazione e di cambiamento, nonché di team dedicati a progetti di M&A. Dal giugno 1991 al marzo 1993 nella Direzione Ambiente e Politiche Industriali, responsabile del coordinamento del piano Qualità Totale, rispondendo direttamente all’amministratore delegato. Dopo essere stato responsabile delle attività di Relazioni Internazionali nell’ambito della Direzione Ambiente e Politiche industriali, a partire dal 1995 sono responsabile degli Scenari Ambientali. Ho ideato e gestito per conto della Fiat Auto Spa i progetti speciali inerenti all’introduzione e uso delle tecnologie della realtà Virtuale e di Internet. Nel 1995 ho coordinato la presentazione (prima mondiale) di due nuovi modelli di vetture (Bravo e Brava) sul World Wide Web in contemporanea con il lancio nel mondo “reale”, continuando a seguire lo sviluppo e le strategie di presenza dei marchi Fiat Auto (Alfa Romeo, Lancia e Fiat) sul World Wide Web (www.alfaromeo.com; www.lancia.com; www.fiat.com); ho poi contribuito ad avviare le attività di uso delle tecnologie della Rete nelle Direzioni Progettazione, Acquisti, Commerciale, Amministrazione e Controllo. Ho sviluppato una conoscenza approfondita su tecnologie, strategie e modalità di comunicazione avvalendosi di sistemi multimediali, ideando e partecipando, nel 1994, alla costituzione, avvio e gestione della com.e srl di Roma, Multimedia Agency, leader nel suo settore di attività (www.com-e.com) che comprende il Web Content, Strategie per Alta Direzione, Formazione e Addestramento. Dal giugno 1998, dopo avere lasciato il gruppo FIAT, responsabile del progetto Trustees21 presso il World Economic Forum, a Ginevra, Svizzera. Nell’aprile 1999 ho accettato l’offerta del Sindaco della Città di Barletta, Dott. Francesco Salerno, di rivestire il ruolo di Direttore Generale/City Manager della Città di Barletta, nonché dirigente responsabile del personale e del settore informatica e telecomunicazioni del Comune. Ho gestito un’organizzazione di 450 persone, di cui 12 dirigenti in reporting diretto. A fine dicembre 1999, la modifica sostanziale della composizione della giunta della Città ha causato la conclusione del mio mandato, così da evitare le dimissioni del Sindaco. Dal febbraio 2000 a luglio 2001, ho operato in qualità di Assistente del Prof. Ferrante Pierantoni, Componente dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. A partire dall’ottobre del 2001 svolgo attività di consulenza strategica per l’alta direzione, con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza informatica e fisica. Sono stato Amministratore Delegato della società di consulenza Alef Consulting srl , da me fondata nel 1997, con cui ho svolto fino al dicembre 2013 attività di consulenza e formazione. Fino a luglio 2001 sono stato Senior Consultant e membro del consiglio di amministrazione della com.e srl, società attiva nel mondo di Internet, da me fondata con due soci nel 1994. Nel gennaio 2000 ho contribuito alla partenza della società If, Interface Factory srl, esperta d’interfacce avanzate di Rete, di cui sono presidente. Dal gennaio 2001 al mese di ottobre 2002 sono stato Responsabile delle Strategie della Multimoda Network spa, gruppo industriale del settore Moda, a MIlano. Dal novembre 2002 al Gennaio 2003 sono Chief Scientific Advisor per il Gruppo Finmeccanica spa, a Roma. A partire dal Gennaio 2003 sono entrato in organico come Group Scientific Advisor e V.P. responsabile della Technology Intelligence di Gruppo. In tale veste mi sono occupato di progetti speciali, coordinamento di attività fra aziende del Gruppo, facilitato il completamento di progetti di sviluppo prodotto, ideato e partecipato alla gestione del Premio Innovazione di Gruppo, avviato e gestito contenzioso legale, e sua soluzione positiva per Finmeccanica, con maggiore fabbricante automobilistico USA. Ho co-ideato e portato al successo il cosiddetto Project Zero della Agusta Westland, il primo velivolo a decollo verticale realmente innovativo dalla definizione dell’elicottero (vedere su Google Project zero AW). Assisto e interagisco con esponenti del mondo dell’arte per individuare soluzioni tecnologiche per la realizzazione di artefatti e opere. Ad esempio, componendo un gruppo di esperti provenienti dalle aziende del Gruppo Finmeccanica, abbiamo consentito al Maestro Maurizio Mochetti a realizzare la sua opera, installazione fissa al MAXXI di Roma, partecipando alla definizione delle soluzioni tecnologiche necessarie. A partire da Febbraio 2012 fino al dicembre 2014 sono in organico ad Ansaldo Energia spa, a Genova, come Senior Advisor R&D dell’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Zampini. Dal luglio 2012 al giugno 2013 sono membro del Consiglio di Amministrazione della PROTER srl a Terni, azienda attiva nella chimica di quarta generazione. . Dal Marzo 2015 socio fondatore di GoTo10 srl in Milano, attiva nel settore educazione e formazione, in particolare sulle tematiche relative all’insegnamento del pensiero computazionale. Dal settembre 2015 a giugno 2017 Amministratore Delegato di ProTer srl in Terni, società di ricerca e sviluppo attiva nel settore della chimica di IV generazione e della chimica verde. Da luglio 2017 a Novembre 2020, Chief Operating Officer e Vice Principal della JPED Academy a Pechino, distretto di Changping. Le mie attività comprendono essere responsabile operativo, vice-preside, direttore degli Studi, e docente STEAM di una nuova High School internazionale in lingua inglese, basata sul curriculum studiorum USA per studenti di nazionalità cinese. Rientrato in Italia a inizio novembre 2020, lavoro dal dicembre dello stesso anno, fino al novembre 2022, per la Geminiani srl, azienda specializzata nel campo dei motori per applicazioni industriali e in sistemi innovativi di gestione dell’energia elettrica in qualità di Senior Advisor per la R&D. Dal gennaio 2023, insieme a Michael Lenton, gia Amministratore Delegato di Fimeccanica Australia (oggi Leonardo Australia) con cui si è lavorato per molti anni in Finmeccanica, abbiamo avviato The Advisory, International Strategic Consulting, società di consulenza internazionale, attiva in particolare in Italia e Australia. Ci occupiamo di aziende e prodotti ad alta tecnologia, fornendo consulenza strategica, gestionale e legale. Inoltre, dal 1994, sono Professore a contratto di Strategie Aziendali, presso la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Teoria delle Decisioni, Dipartimento di Statistica, Università “La Sapienza”, Roma. Dal febbraio 2000 al Settembre 2006 sono co-ideatore, Docente e Assistant Director del MiNE, Master in the Network Economy presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dall’anno accademico 2001-2002 fino al settembre 2014 insegno strategie di comunicazione al Politecnico di Milano, Master in Design della Comunicazione, Dipartimento di Architettura, fiancheggiando il Prof. Paolo Ciuccarelli, titolare del corso di Metaprogetto. I miei punti di forza risiedono nella capacità di comprensione di Scienza e Tecnologia e di diversi aspetti delle discipline umanistiche, in particolari arti visive, e dunque capacità di sintesi fra queste, management e strategia; nella facilità di definire e fare crescere rapporti e relazioni interpersonali; in una lunga esperienza di relazioni internazionali a scala globale; in una non comune capacità di comunicazione, divulgazione e insegnamento. Mi viene riconosciuta capacità di leadership e di motivazione di team operativi interdisciplinari e internazionali. Nel corso degli anni ho seguito un notevole numero di corsi di specializzazione e seminari; ho pubblicato un gran numero di articoli scientifici, anche a carattere divulgativo su quotidiani e riviste specializzate. Anche qualche libro: da citare il primo testo in italiano che parlava del World Wide Web e zone limitrofe: “Il Libero delle reti, edizioni ADN Kroos.. Da oltre un decennio svolgo attività di consulente sui temi della strategia e dell’innovazione tecnologica. Sono stato membro di diversi Comitati e Gruppi di lavoro governativi e presso la CEE. Ho fatto parte del Comitato Scientifico della rivista “Scienza e Dossier” e titolare della rubrica “Il Nuovo” sviluppata su temi innovativi di Scienza e Tecnologia. Sono stato titolare di rubrica fissa sulle riviste “L’Europeo”, Next”, “Ceramicanda” e “Netforum”. Collaboro saltuariamente con molte altre testate. Blogger per il Fatto Quotidiano, Infosec News e Giano News. Ho avuto diverse esperienze didattiche, in Italia e all’estero, anche a carattere continuativo; ho tenuto un elevato numero di conferenze e seminari in Italia e all’estero per enti governativi, università e aziende private. Nel Marzo del 1990 sono stato chiamato dal rettore Prof. Mel Horwitch a far parte dello Scientific Advisory Board del Theseus Institute, Business School specializzata in Strategie dei Sistemi di Informazione e delle Reti, localizzata nel parco scientifico europeo di Sophia Antipolis, nel sud della Francia. Altre info disponibili su Google. Dimenticavo: due figli, due ex-mogli e Silvana da poco mi ha detto sì. Per concludere, ce n’è abbastanza da “scassare i cabasisi” a molti…

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