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L’ELENCO SEGRETO DEI SITI WEB CHE RENDONO LE INTELLIGENZE ARTIFICIALI, COME CHAT GPT, … FURBE

Andrea Aparo von Flüe di Andrea Aparo von Flüe
19/07/2023
in TECNOLOGIA
L’ELENCO SEGRETO DEI SITI WEB CHE RENDONO LE INTELLIGENZE ARTIFICIALI, COME CHAT GPT, … FURBE
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TE LO LEGGO IO

Mettetevi comodi, non sarò breve, ma ne vale la pena, forse…

Le Intelligenze Artificiali generative vengono utilizzate per costruire chatbot “intelligenti”, veri e propri assistenti digitali che apprendono e si evolvono, in base alle informazioni cui hanno avuto e hanno accesso, per fornire all’utente livelli crescenti di personalizzazione nelle risposte.

Un chatbot è un software, un programma, un applicativo, che simula ed elabora le conversazioni umane (scritte o parlate), consentendo di interagire con i dispositivi digitali come se si stesse comunicando con una persona reale utilizzando un linguaggio naturale, come inglese, italiano, francese, kyrgyzo o una delle 85 lingue parlate da Chat-GPT (interessante, non ce n’è nemmeno una, autoctona, del continente africano).

Nelle recenti settimane i chatbot intelligenti hanno conquistato le cronache e l’attenzione di molti.
Difficile resistere al fascino delle loro prestazioni: dalla composizione di un saggio accademico, alla gestione di una raffinata conversazione filosofica.

Sia ben chiaro: i chatbots intelligenti non pensano. Trattasi, almeno per ora, di prerogativa di noi umani. Le macchine, per quanto potenti e capaci, calcolano.

I chatbots non capiscono. Compongono testi o parlano imitando il linguaggio umano.
Gli algoritmi di intelligenza artificiale che li alimentano hanno ingoiato quantità spropositate di testo senza capire una sola parola.
Non sanno ciò che fanno, loro è il regno digitale.

I testi, prelevati in particolare dal Web (traduzione corretta: ragnatela), sono per i chatbots la fonte di informazione, primaria e unica, su cosa sia il nostro mondo, su come è costruito. Il che, ovviamente, condiziona i modi con cui rispondono ai nostri quesiti e richieste.
Se sono molto bravi a superare i test di ammissione universitaria è perché i dati che sono stati utilizzati per addestrarli comprendevano migliaia di test già somministrati.

Se si chiede alle diverse aziende “genitrici” di soluzioni di intelligenza artificiale come queste vengono addestrate, con quali dati vengono alimentate, si ottengono risposte molto vaghe. Al punto che il The Washington Post ha pensato bene di andare a scavare.

Il terreno di indagine è stato il C4. Nulla a che fare con l’esplosivo al plastico. La sigla sta per Colossal Clean Crawled Corpus. Si tratta di un insieme dati utilizzato per istruire i “Large Language Models” (grandi modelli di linguaggio), come Google T5 e il LLaMA (Large Language Model Meta AI) di Meta, già Facebook (https://commoncrawl.org).

C4 è colossale: comprende, debitamente rielaborati e raffinati, petabyte di dati, ovvero 10 elevato alla 15, ovvero un milione di miliardi di byte, originariamente raccolti da Common Crawl a partire dal 2008 da 15 milioni di siti.
Di questi 15 milioni, tutti in inglese, un terzo è risultato inutilizzabile. I restanti 10 milioni sono stati suddivisi in 9 categorie:
1. Business e Industria
2. Arte e Intrattenimento
3. Mezzi di informazione
4. Scienza e Salute
5. Hobby e Tempo libero
6. Lavoro e Istruzione,
7. Casa & Giardino
8. Comunità/Religione
9. Legale e Pubblica Amministrazione

Poi si è costruita la loro classifica in base a quanti “gettoni di presenza” (chiamiamoli gdp) avessero nell’insieme dei dati. In altre parole in base alla loro frequenza di uso.

C4 è dominato da siti web relativi ad attività economiche e industriali. Tra cui editoria, creazione di contenuti, industria dell’intrattenimento, dello sviluppo software, medicina e salute. Settori di attività a ragione molto preoccupati per il futuro occupazionale dei loro addetti.

I primi siti in classifica sono patents.google.com, (0,46% di gdp) che contiene le descrizioni dei brevetti nel mondo, seguito da wikipedia.org, (0,19% di gdp) l’enciclopedia online a contenuto libero, collaborativa, plurilingue e gratuita, nata nel 2001.

Al terzo posto scribd.com, (0,07% di gdp), servizio a pagamento con 80 milioni di utenti, che consente di leggere o ascoltare un milione di titoli, fra libri e audiolibri, di 1000 case editrici diverse, mentre la sua piattaforma di pubblicazione a libero accesso conta più di 60 milioni di documenti.

La posizione 190 è occupata da b-ok.org, tristemente noto come luogo di spaccio di e-books piratati. No, non potete andare a fare acquisti. Il Dipartimento di Giustizia statunitense lo ha chiuso.
Sono presenti almeno altri 27 siti pirata, già identificati dalle autorità governative americane. State attenti.

Per alcuni siti non è chiaro perché siano in lista in posizioni elevate. Ad esempio al 181mo posto c’è wowhead.com, forum dei giocatori di World of Warcraft; al 175mo thriveglobal.com, dove potete migliorare il vostro benessere e produttività, sito avviato dalla ben nota Ariánna Tasinopoúlou, ovvero Arianna Huffington, fondatrice dell’arcinoto blog Huffington Post.
Ci sono anche 10 siti che vendono contenitori per l’immondizia, come dumpsteroid.com, al 183mo posto, non più accessibile perché finito nella spazzatura della rete.

Torniamo alle categorie. Al primo posto Business e Industria: 16 per cento del totale dei siti analizzati. Il primo risulta essere fool.com (13mo), fornisce consigli per gli investimenti. Al 25mo posto troviamo kickstarter.com, che consente agli utenti di presentare idee innovative e raccogliere fondi per avviare attività. Se si scende alla posizione 2.398, si trova patreon.com che aiuta i creativi a incassare mensilmente quanto loro dovuto dai clienti cui hanno fornito contenuti esclusivi.

Kickstarter e Patreon danno all’intelligenza artificiale accesso alle idee dei creativi e agli artefatti degli artisti, dunque alla loro proprietà intellettuale. Peccato però che, attualmente, non ricevono alcun compenso o credito quando il loro lavoro entra a far parte dei dati di formazione della IA.
Il che spiega i reclami presentati, per violazione del copyright, nei confronti di soluzioni come Stable Diffusion e MidJourney, generatori di immagini a seguito di descrizioni testuali.

Al secondo posto la categoria che ha a che fare con Scienza e Tecnologia. Rappresenta il 15 percento dei token, dei gettoni di presenza. Include molte piattaforme per la creazione di siti Web, come sites.google.com (85mo), che ospita, oltre al mezzo milione di blog personali, pagine su qualsiasi cosa.

La piattaforma medium.com (46ma), ospita decine di migliaia di blog. Fanno loro compagnia quelli ospitati su piattaforme come WordPress, Tumblr, Blogspot e Live Journal. Diari online che trattano di tutto, dall’altamente professionale all’intimo personale e tutto viene letto, copiato, rapinato.

I social network come Facebook e Twitter, cuori del Web moderno, non lo consentono, vietano lo scraping. Dunque le IA non possono accedervi per addestrarsi.
Facebook, ovvero Meta, insieme a Google sono dei giganti. Posseggono enormi quantità di dati conversazionali, ma non dicono se e come utilizzano le informazioni personali dei loro utenti per addestrare modelli di intelligenza artificiale che utilizzano poi internamente, o che vendono a soggetti terzi.

Google, come la maggior parte di chi ha a che fare con IA generativa, filtra pesantemente i dati prima di propinarli al modello. Si vuole proteggere gli utenti da contenuti indesiderati. I testi incomprensibili e duplicati vengono eliminati.

Aiuta nella pulizia l’”Elenco di parole sporche, maliziose, oscene e altrimenti cattive”, conosciuto anche come LDNOOBW (List of Dirty, Naughty, Obscene, and Otherwise Bad Words), che include 402 termini in inglese e un emoji (piccola icona che rappresenta un’emozione, un simbolo o un oggetto: nel caso specifico una mano che fa un gesto comune, ma osceno).

L’obiettivo è limitare, nella fase di addestramento, l’esposizione del modello di IA a insulti, oscenità e razzismo.
Cosa buona e giusta, ma è stato dimostrato che elimina anche contenuti LGBTQ non sessuali. Cosa non buona e non giusta.

Inoltre, è stato dimostrato che i filtri non sono poi così efficaci. Sono centinaia i siti pornografici, insieme a oltre 72 mila casi dove viene riportata la parola “svastica”, vietata dall’elenco LDNOOBW, ad averla fatta franca.

L’esercizio svolto da The Washinton Post ha rilevato contenuti molto preoccupanti, tra cui il sito della supremazia bianca stormfront.org (lo si trova al posto 27 mila 505), quello anti-trans kiwifarms.net (378mila 986mo) e anche 4chan.org (al 4 milionesimo 339mila 889mo posto), sito di messaggeria anonima per organizzare campagne mirate diffamatorie o moleste.

Per non parlare di threepercentpatriots.com (posizione 8.788.836), oggi inaccessibile, che presenta l’ideologia antigovernativa condivisa da chi ha attaccato il 6 gennaio 2021 il Campidoglio degli Stati Uniti.
Presenti anche siti che promuovono teorie complottiste, esempio Qanon, di estrema destra.

Al terzo posto tra le categorie: Mezzi di Informazione.
Da notare che metà dei suoi primi 10 siti sono testate giornalistiche: nytimes.com (4a), latimes.com (6a), theguardian.com (7a), forbes.com (8a) e huffpost.com (9a).
Alcune di esse si sono unite ai creativi e agli artisti di cui sopra nel “criticare” le aziende Tech per aver utilizzato i loro contenuti senza autorizzazione o compenso.

L’analisi del The Washington Post suggerisce una prossima possibile valanga di contenziosi: il simbolo del copyright – che denota un’opera registrata come proprietà intellettuale – appare più di 200 milioni di volte nel set di dati C4.
Gli studi legali sentitamente ringraziano.

Sono presenti anche diversi media poco affidabili, particolarmente attivi nel distribuire notizie false, ovvero fake news. Fra loro RT.com (65mo), sito di propaganda sostenuto dallo stato russo; breitbart.com (159mo), nota fonte di notizie e opinioni di estrema destra; vdare.com (993mo), sito anti-immigrazione associato ai suprematisti bianchi. Sempre loro. Molto attivi e molto ottusi.

Insomma, i chatbot condividono con grande sicurezza informazioni errate e se vengono addestrati con dati inaffidabili, ovvio che diffonderanno falsità, pregiudizi, propaganda e disinformazione.
L’utente non se ne rende conto perché non è in grado di risalire alla fonte originale.

Passiamo alla categoria Comunità/Religione. Comprende il 5 per cento dei siti analizzati. Tra i primi 20 siti, 14 afferiscono alla religione cristiana, 2 a quella ebraica, uno alla musulmana, uno ai Testimoni di Geova e uno celebra tutte le religioni.

Fra i siti cristiani al primo posto gty.org (164mo in classifica generale). gty sta per Grace to You. Appartiene alla Grace Community Church, una megachiesa evangelica californiana che consiglia alle donne di “continuare a sottomettersi” a padri e mariti violenti e di evitare di denunciarli alle autorità. Megachiesa alquanto conservatrice e mega-ottusa.

Il sito ebraico con il punteggio più alto è jewishworldreview.com (366mo in classifica generale). Trattasi di rivista online per ebrei ortodossi. A dicembre ha pubblicato un articolo che attribuiva la responsabilità dell’ascesa dell’antisemitismo negli Stati Uniti “all’Islam fondamentalista di estrema destra”, nonché a “una comunità afroamericana influenzata dal movimento Black Lives Matter”. Di certo molto ortodossi e molto ottusi.

Il pregiudizio anti-musulmano è un problema per alcune della AI basate su modelli linguistici. Un recente studio pubblicato sulla rivista Nature ha scoperto che Chat GPT-3 di OpenAI, nel 66 per cento dei casi, ha completato la frase “Due musulmani sono entrati in un …” con azioni violente. Alla faccia degli stereotipi!

Conclusione della ricerca del The Washington Post: se si va a guardare nel dettaglio come vengono addestrati gli affascinanti chatbots intelligenti, con cui conversiamo con grande fiducia, le perplessità sono tante.

Quali quindi le considerazioni che si possono trarre da quanto qui raccontato?

La prima.
Usiamo a scala mondiale, modelli generativi come ChatGPT di OpenAI, Bard di Google o Bing di Microsoft, per non parlare delle tante altre disponibili, quasi tutte nate e istruite in inglese negli USA. Non consideriamo quelle cinesi come Ernie Bot di Baidu, Tongyi Qianwen di Alibaba o Sense Chat di Sensetime. Ne riparleremo.

Noi però siamo italiani, europei. Altre lingue, altre storie, altre culture, altre economie e società.
Domanda: stiamo subendo da parte degli Stati Uniti, passivamente, senza nemmeno rendercene conto, un’ulteriore ondata di colonizzazione culturale?
Se la risposta è affermativa, la cosa è casuale o voluta? Con quali possibili conseguenze?

La seconda.
I chatbot intelligenti condizionano e sempre più condizioneranno molti, se non troppi, aspetti delle nostre esistenze. Chi propone modelli di IA dovrebbe presentare la lista completa dei dati che sono stati somministrati ai loro relativi modelli.
Qualcuno in sede Comunità Europea se ne sta occupando?

Terza considerazione.
Ciò che è intuitivo e banale per il tecnico può suscitare perplessità al politico ed essere del tutto inspiegabile al filosofo.
Ciò che l’utente finale vede come cosa buona e giusta, per il responsabile della sicurezza nazionale è una vulnerabilità inaccettabile, mentre per il Primo Ministro e il suo governo non è da prendersi in considerazione perché non in sintonia con le priorità della nazione.
Si devono definire e condividere sia il vocabolario, sia i concetti base della tecnologia dell’intelligenza artificiale. Altrimenti persone fisiche, aziende, partititi politici, organizzazioni civili, governi esprimeranno, in perfetta buona fede, opinioni diverse, se non antagoniste, sul modo corretto di operare e regolare le piattaforme di IA. Una perdita di tempo e di energie che si può facilmente evitare

Quarta considerazione.
L’eccitazione e le preoccupazioni che inondano oggi la tecnologia dell’intelligenza artificiale sono le stesse di tanti anni fa, quando la rete tesseva le prime maglie.
Allora, per fare in modo che Internet fosse un’opportunità per tutti, preoccupandosi per il suo futuro, venne costituita la ISoc, la Internet Society, organizzazione internazionale per la promozione dell’utilizzo e dell’accesso a Internet.
Creata dai pionieri di Internet Vint Cerf e Robert Kahn, l’11 dicembre 1992, da allora ha operato, con grande successo, nel perseguire il suo obiettivo di «promuovere lo sviluppo aperto, l’evoluzione e l’uso di Internet per il bene della popolazione di tutto il mondo».
Perché non trarre lezione dal passato?
Mettiamo in piedi AI-Soc la Artificial Intelligence-Society per «promuovere lo sviluppo aperto, l’evoluzione e l’uso dell’Intelligenza Artificiale per il bene della popolazione di tutto il mondo».

Quinta considerazione, ma non ultima.
Si ha a che fare con una tecnologia che non è buona o cattiva alla nascita, ma può diventare pessima se non viene educata e non ci si educa a usarla.

Nostra responsabilità, come sempre.

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Andrea Aparo von Flüe

Andrea Aparo von Flüe

Padre italiano, madre svizzera-tedesca. Lunghi periodi all’estero fra Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone. Scuole primarie svizzere e irlandesi; scuola secondaria in Francia e in Italia. Il risultato è un’ottima conoscenza del francese, inglese e del dialetto svizzero tedesco; buona del tedesco, elementare del giapponese e la capacità di muovermi da “indigeno” in contesti culturali diversi. Nel gennaio del 1978 mi hanno laureato dottore in fisica “summa cum laude” discutendo una tesi sperimentale sulla dinamica di caduta dei chicchi di grandine, sviluppata lavorando come ricercatore presso l’Ufficio Centrale di Ecologia e Meteorologia Agraria del Ministero Agricoltura e Foreste, per conto del quale ho lavorato nei periodi estivi dal 1977 al 1979 come membro del Gruppo italiano che partecipava alla ricerca internazionale Grossversuch IV (Politecnico di Zurigo, Università di Montpellier e Grenoble, Ricercatori dell’URSS). Dopo essere risultato primo su quattrocento candidati, nel 1979, sono stato assunto, con la qualifica di Ricercatore, all’Ufficio Europeo Brevetti dell’Aja (NL), da cui mi sono dimesso a causa dello scarso interesse del lavoro e dello stipendio eccessivo. Tornato in Italia, nel 1979, mentre ero docente di Meteorologia all’IT Aeronautico “Francesco de Pinedo”, sono stato chiamato dal Prof. Umberto Colombo a lavorare come consulente al CNEN, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, di cui egli era Presidente. In tale veste ho curato prima studi sul contenuto energetico di centrali nucleari e convenzionali, poi sono stato responsabile di diverse “task forces” per la definizione e avvio di attività connesse alla diffusione di nuove tecnologie: coordinamento del Gruppo di lavoro per la documentazione e l’informazione, automazione delle biblioteche geograficamente diffuse del CNEN, creazione di un servizio di “business graphics” computerizzata, avvio delle iniziative di Office Automation, automazione integrata della Presidenza e Direzione Generale. Nel 1981 sono entrato negli organici dell’ENEA, (ex CNEN) come collaboratore Tecnico Professionale alla Direzione Centrale Relazioni Esterne per poi passare alla Direzione Centrale Studi e ho iniziato la mia attività di Assistente del Presidente. Dal giugno del 1982 al maggio del 1983, su invito del Massachusetts Institute of Technology, Laboratory for Computer Science, mi sono trasferito a Cambridge (USA) per lavorare come Visiting Scientist, membro dell’Office Automation Group. In tale sede ho approfondito gli aspetti del management dei processi d’innovazione tecnologica e ho avuto responsabilità di conduzione del gruppo di ricerca, non ché di Thesis Advisor. Dal luglio 1983 all’aprile 1987 ho fatto parte della Direzione Centrale INFO dell’ENEA come responsabile dei progetti di automazione di ufficio. Continuando l’attività di Assistente del Presidente, ho avuto responsabilità dei progetti di diffusione dell’innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese, analizzando una serie di potenziali “start up”. Nel 1984 ho curato la pubblicazione di uno studio sui mestieri e le professioni degli anni ’90, mettendo a frutto le conoscenze, acquisite nel corso degli anni, di economia, management e di diverse nuove tecnologie: informatica e telematica, nuove energie, nuovi materiali, biotecnologie, innovazioni di processo (laser, robotica, FMS, CAD-CAM, ecc.) per citare le principali. Con la fine del 1985 ho ideato, gestito e completato il progetto di automazione integrata degli uffici della Presidenza e della Direzione generale dell’ENEA, che ha visto la radicale trasformazione delle modalità di lavoro di tutto il personale segretariale, tecnico e dirigenziale dei suddetti uffici. Nel corso del 1986, su invito del governo giapponese (MITI-JETRO), ho passato un mese di studio in Giappone visitando numerose imprese giapponesi e avendo intensi confronti di idee con esponenti governativi e della cultura nipponica. A partire da quella data mi sono occupato in modo continuativo del Giappone, intessendo una fitta rete di conoscenze personali e professionali con esponenti nipponici del mondo del Business e di quello accademico. A fine 1986, ho voluto sviluppare un’esperienza di lavoro nell’industria privata. Sono entrato alla Fiat S.p.A. a Torino dove ho lavorato dal 1986 al 1988 nella Direzione Studi Economici e Analisi Strategiche per passare nel 1989 alle dirette dipendenze del Direttore dell’Ente Sviluppo, Coordinamento e Controllo, in qualità di Vice-Direttore responsabile dei Progetti Speciali (Business Development). Dal febbraio 1990 sono stato in forza alla Fiat Auto. Fino al giugno 1991 ho avuto la responsabilità dei rapporti con le istituzioni internazionali nell’ambito della Direzione Centrale Sviluppo, Coordinamento e Controllo. I miei compiti comprendevano la manutenzione e implementazione di una rete di contatti internazionali finalizzata al monitoraggio degli sviluppi tecnologici e delle strategie dei partners e dei competitori. Partecipavo e/o definivo progetti speciali su temi inerenti il management dei processi di innovazione e di cambiamento, nonché di team dedicati a progetti di M&A. Dal giugno 1991 al marzo 1993 nella Direzione Ambiente e Politiche Industriali, responsabile del coordinamento del piano Qualità Totale, rispondendo direttamente all’amministratore delegato. Dopo essere stato responsabile delle attività di Relazioni Internazionali nell’ambito della Direzione Ambiente e Politiche industriali, a partire dal 1995 sono responsabile degli Scenari Ambientali. Ho ideato e gestito per conto della Fiat Auto Spa i progetti speciali inerenti all’introduzione e uso delle tecnologie della realtà Virtuale e di Internet. Nel 1995 ho coordinato la presentazione (prima mondiale) di due nuovi modelli di vetture (Bravo e Brava) sul World Wide Web in contemporanea con il lancio nel mondo “reale”, continuando a seguire lo sviluppo e le strategie di presenza dei marchi Fiat Auto (Alfa Romeo, Lancia e Fiat) sul World Wide Web (www.alfaromeo.com; www.lancia.com; www.fiat.com); ho poi contribuito ad avviare le attività di uso delle tecnologie della Rete nelle Direzioni Progettazione, Acquisti, Commerciale, Amministrazione e Controllo. Ho sviluppato una conoscenza approfondita su tecnologie, strategie e modalità di comunicazione avvalendosi di sistemi multimediali, ideando e partecipando, nel 1994, alla costituzione, avvio e gestione della com.e srl di Roma, Multimedia Agency, leader nel suo settore di attività (www.com-e.com) che comprende il Web Content, Strategie per Alta Direzione, Formazione e Addestramento. Dal giugno 1998, dopo avere lasciato il gruppo FIAT, responsabile del progetto Trustees21 presso il World Economic Forum, a Ginevra, Svizzera. Nell’aprile 1999 ho accettato l’offerta del Sindaco della Città di Barletta, Dott. Francesco Salerno, di rivestire il ruolo di Direttore Generale/City Manager della Città di Barletta, nonché dirigente responsabile del personale e del settore informatica e telecomunicazioni del Comune. Ho gestito un’organizzazione di 450 persone, di cui 12 dirigenti in reporting diretto. A fine dicembre 1999, la modifica sostanziale della composizione della giunta della Città ha causato la conclusione del mio mandato, così da evitare le dimissioni del Sindaco. Dal febbraio 2000 a luglio 2001, ho operato in qualità di Assistente del Prof. Ferrante Pierantoni, Componente dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. A partire dall’ottobre del 2001 svolgo attività di consulenza strategica per l’alta direzione, con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza informatica e fisica. Sono stato Amministratore Delegato della società di consulenza Alef Consulting srl , da me fondata nel 1997, con cui ho svolto fino al dicembre 2013 attività di consulenza e formazione. Fino a luglio 2001 sono stato Senior Consultant e membro del consiglio di amministrazione della com.e srl, società attiva nel mondo di Internet, da me fondata con due soci nel 1994. Nel gennaio 2000 ho contribuito alla partenza della società If, Interface Factory srl, esperta d’interfacce avanzate di Rete, di cui sono presidente. Dal gennaio 2001 al mese di ottobre 2002 sono stato Responsabile delle Strategie della Multimoda Network spa, gruppo industriale del settore Moda, a MIlano. Dal novembre 2002 al Gennaio 2003 sono Chief Scientific Advisor per il Gruppo Finmeccanica spa, a Roma. A partire dal Gennaio 2003 sono entrato in organico come Group Scientific Advisor e V.P. responsabile della Technology Intelligence di Gruppo. In tale veste mi sono occupato di progetti speciali, coordinamento di attività fra aziende del Gruppo, facilitato il completamento di progetti di sviluppo prodotto, ideato e partecipato alla gestione del Premio Innovazione di Gruppo, avviato e gestito contenzioso legale, e sua soluzione positiva per Finmeccanica, con maggiore fabbricante automobilistico USA. Ho co-ideato e portato al successo il cosiddetto Project Zero della Agusta Westland, il primo velivolo a decollo verticale realmente innovativo dalla definizione dell’elicottero (vedere su Google Project zero AW). Assisto e interagisco con esponenti del mondo dell’arte per individuare soluzioni tecnologiche per la realizzazione di artefatti e opere. Ad esempio, componendo un gruppo di esperti provenienti dalle aziende del Gruppo Finmeccanica, abbiamo consentito al Maestro Maurizio Mochetti a realizzare la sua opera, installazione fissa al MAXXI di Roma, partecipando alla definizione delle soluzioni tecnologiche necessarie. A partire da Febbraio 2012 fino al dicembre 2014 sono in organico ad Ansaldo Energia spa, a Genova, come Senior Advisor R&D dell’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Zampini. Dal luglio 2012 al giugno 2013 sono membro del Consiglio di Amministrazione della PROTER srl a Terni, azienda attiva nella chimica di quarta generazione. . Dal Marzo 2015 socio fondatore di GoTo10 srl in Milano, attiva nel settore educazione e formazione, in particolare sulle tematiche relative all’insegnamento del pensiero computazionale. Dal settembre 2015 a giugno 2017 Amministratore Delegato di ProTer srl in Terni, società di ricerca e sviluppo attiva nel settore della chimica di IV generazione e della chimica verde. Da luglio 2017 a Novembre 2020, Chief Operating Officer e Vice Principal della JPED Academy a Pechino, distretto di Changping. Le mie attività comprendono essere responsabile operativo, vice-preside, direttore degli Studi, e docente STEAM di una nuova High School internazionale in lingua inglese, basata sul curriculum studiorum USA per studenti di nazionalità cinese. Rientrato in Italia a inizio novembre 2020, lavoro dal dicembre dello stesso anno, fino al novembre 2022, per la Geminiani srl, azienda specializzata nel campo dei motori per applicazioni industriali e in sistemi innovativi di gestione dell’energia elettrica in qualità di Senior Advisor per la R&D. Dal gennaio 2023, insieme a Michael Lenton, gia Amministratore Delegato di Fimeccanica Australia (oggi Leonardo Australia) con cui si è lavorato per molti anni in Finmeccanica, abbiamo avviato The Advisory, International Strategic Consulting, società di consulenza internazionale, attiva in particolare in Italia e Australia. Ci occupiamo di aziende e prodotti ad alta tecnologia, fornendo consulenza strategica, gestionale e legale. Inoltre, dal 1994, sono Professore a contratto di Strategie Aziendali, presso la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Teoria delle Decisioni, Dipartimento di Statistica, Università “La Sapienza”, Roma. Dal febbraio 2000 al Settembre 2006 sono co-ideatore, Docente e Assistant Director del MiNE, Master in the Network Economy presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dall’anno accademico 2001-2002 fino al settembre 2014 insegno strategie di comunicazione al Politecnico di Milano, Master in Design della Comunicazione, Dipartimento di Architettura, fiancheggiando il Prof. Paolo Ciuccarelli, titolare del corso di Metaprogetto. I miei punti di forza risiedono nella capacità di comprensione di Scienza e Tecnologia e di diversi aspetti delle discipline umanistiche, in particolari arti visive, e dunque capacità di sintesi fra queste, management e strategia; nella facilità di definire e fare crescere rapporti e relazioni interpersonali; in una lunga esperienza di relazioni internazionali a scala globale; in una non comune capacità di comunicazione, divulgazione e insegnamento. Mi viene riconosciuta capacità di leadership e di motivazione di team operativi interdisciplinari e internazionali. Nel corso degli anni ho seguito un notevole numero di corsi di specializzazione e seminari; ho pubblicato un gran numero di articoli scientifici, anche a carattere divulgativo su quotidiani e riviste specializzate. Anche qualche libro: da citare il primo testo in italiano che parlava del World Wide Web e zone limitrofe: “Il Libero delle reti, edizioni ADN Kroos.. Da oltre un decennio svolgo attività di consulente sui temi della strategia e dell’innovazione tecnologica. Sono stato membro di diversi Comitati e Gruppi di lavoro governativi e presso la CEE. Ho fatto parte del Comitato Scientifico della rivista “Scienza e Dossier” e titolare della rubrica “Il Nuovo” sviluppata su temi innovativi di Scienza e Tecnologia. Sono stato titolare di rubrica fissa sulle riviste “L’Europeo”, Next”, “Ceramicanda” e “Netforum”. Collaboro saltuariamente con molte altre testate. Blogger per il Fatto Quotidiano, Infosec News e Giano News. Ho avuto diverse esperienze didattiche, in Italia e all’estero, anche a carattere continuativo; ho tenuto un elevato numero di conferenze e seminari in Italia e all’estero per enti governativi, università e aziende private. Nel Marzo del 1990 sono stato chiamato dal rettore Prof. Mel Horwitch a far parte dello Scientific Advisory Board del Theseus Institute, Business School specializzata in Strategie dei Sistemi di Informazione e delle Reti, localizzata nel parco scientifico europeo di Sophia Antipolis, nel sud della Francia. Altre info disponibili su Google. Dimenticavo: due figli, due ex-mogli e Silvana da poco mi ha detto sì. Per concludere, ce n’è abbastanza da “scassare i cabasisi” a molti…

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