Con questo articolo proviamo ad esplorare due dimensioni affascinanti e poco conosciute: la Santità vissuta tra le armi e l’influenza della formazione militare paterna su alcuni successori di Pietro.
Quando si pensa alla Santità cattolica, vengono in mente immagini di pace, preghiera e rinuncia alla violenza. Eppure, la storia della Chiesa è attraversata da figure che hanno vissuto la loro fede in contesti militari, tra battaglie, crociate e guerre moderne. E non solo: anche alcuni Pontefici che hanno regnato di recente sono stati educati da padri con differenti esperienze militari, ricevendo un’impronta di disciplina, rigore e senso del dovere che ha influenzato profondamente il loro stile pastorale.
Santità e guerra: il paradosso della “guerra legittima”.
Fin dai primi secoli, la Chiesa ha riflettuto sul ruolo della guerra nella vita del credente. Sant’Agostino ( Tagaste , 13 novembre 354 – Ippona, 28 agosto 430 ) , nel suo De Civitate Dei, introduce il concetto di “guerra legittima” ( iustum bellum ) : un conflitto può essere moralmente lecito se difende i deboli, ristabilisce la pace e rispetta la dignità umana. San Tommaso d’Aquino ( Roccasecca tra il 1224 e 1225 – Piperno 7 marzo 1274 ) , nel XIII secolo, codifica questi criteri nella Summa Theologiae, influenzando profondamente la dottrina cattolica.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 2309) riprende questi principi, sottolineando che la pace è sempre preferibile, ma che la difesa armata può essere giustificata in casi estremi. In questo quadro, il militare non è escluso dalla vocazione alla Santità, purché agisca con giustizia e carità.
La Spiritualità in divisa: tra crociati, cappellani e cavalieri
Nel Medioevo, nascono gli ordini religiosi militari: i Templari, gli Ospitalieri, i Teutonici. Questi cavalieri non erano solo guerrieri, ma anche monaci, vincolati da voti religiosi e impegnati nella difesa dei pellegrini e dei luoghi santi. La loro spiritualità era austera, fondata sulla preghiera, la disciplina e il sacrificio.
In epoca moderna, la figura del cappellano militare diventa centrale. Presente al fronte durante le guerre mondiali, il cappellano offre conforto spirituale, celebra la Messa in trincea, accompagna i soldati nel dolore e nella morte. Basta pensare a quanto fece Angelo Roncalli , poi Giovanni XXIII ( Sotto il Monte , 25 novembre 1881 – Città del Vaticano 3 giugno 1963 ) , nella Prima Guerra Mondiale e successivamente nel 2017 dichiarato Patrono dell’ Esercito Italiano.
Nel 1986, Papa Giovanni Paolo II ( nato Karol Jòzef Wojtyla , Wadowice, 18 maggio 1920 – Città del Vaticano, 2 Aprile 2005 ) istituisce gli ordinariati militari, vere e proprie diocesi per i membri delle forze armate, riconoscendo la specificità della loro vita spirituale.

Come dalla foto che accompagna quest’ articolo si capisce che lo stesso Karol Wojtyla nell’estate del 1937 partecipò a un campo militare estivo per giovani. Prestò anche servizio statale nella costruzione di una strada a Zubrzyca Górna. Durante gli studi ricevette l’equipaggiamento per un’ulteriore formazione militare e nel luglio del 1939 prese parte al Campo Sociale della Legione Accademica a Ożomla, vicino a Sądowa Wisznia. Il movimento militare accademico polacco nacque negli anni Venti del secolo scorso. I primi reparti furono creati dall’Università di Varsavia e dal Politecnico di Varsavia, successivamente anche dall’Università Jagellonica di Cracovia.
I Santi combattenti: testimoni della fede in tempo di guerra
La storia della Chiesa è piena di santi che hanno vissuto la fede in contesti bellici:
- San Sebastiano e San Giorgio, soldati dell’Impero romano, sono venerati come martiri per aver rifiutato di rinnegare Cristo.
- San Luigi IX, re di Francia, partecipò alle Crociate con spirito di penitenza e giustizia, incarnando l’ideale del sovrano cristiano.
- Teresio Olivelli, partigiano cattolico e martire della Resistenza, è stato beatificato per la sua testimonianza di fede e coraggio.
- Reginaldo Giuliani , Domenicano e Cappellano militare che morì in Etiopia durante la guerra coloniale il cui pastorale atteggiamento di difesa dei prigionieri fu magistralmente trasposto nel film “ L’ uomo dalla Croce “ di Roberto Rossellini.
- Padre Emil Kapaun, cappellano militare nella guerra di Corea, che ha salvato centinaia di prigionieri, diventando simbolo di santità
Per citarne solo alcuni, ma l’ elenco sarebbe molto più lungo.
Queste figure dimostrano che la Santità può fiorire anche tra le armi, quando la fede diventa fonte di compassione, giustizia e sacrificio.












