L’articolo di Andrea Aparo von Flüe “Un colpo di stato negli Stati Uniti?” dovrebbe farci riflettere tutti, Sinistra, Centro e Destra democratica o conservatrice, sul come stia cambiando, almeno negli Stati Uniti, il concetto di Democrazia e l’applicazione delle leggi che l’hanno regolata sino a oggi. In effetti il colpo di stato o golpe o putsch, da lui analizzato nelle sue antiche e nuove forme, è “un mutamento di regime” al di fuori delle regole date che può essere anche, seppur raramente, non violento.
Normalmente il colpo di stato ha finalità politiche che fanno riferimento a forze sociali o partitiche contrarie al governo in carica; quindi una “contrapposizione politica” da parte di forze comunque politiche risolta, a volte transitoriamente, attraverso l’intervento dei militari. Nel caso in questione, le forze politiche, diciamo per brevità Trump e i Trumpisti, appaiano più spettatrici plaudenti che veri attori o mandanti capaci di giocare la partita sino in fondo. Nello scenario golpista paventato, all’assalto dei palazzi del potere USA, dal 4 luglio 1776 costruiti assieme da Repubblicani e Democratici, risaltano per ora soltanto giovani travet armati di computer guidati da un eclettico imprenditore hi tech con mire spaziali.
Eppure un’alea c’è e si presenta, essendo la prima volta, inusitata.
La storia recente ci ha dimostrato che – come in Cile – i militari una volta insediati sono difficili da scalzare e che possono addirittura mettere da parte gli stessi mandanti (intendiamo le forze economiche, politiche o sociali nazionali o internazionali) che li hanno sollecitati, preferendo gestire tutto il potere da soli e a proprio esclusivo vantaggio. Rendendo così impermeabile il gruppo dirigente alle sollecitazioni di forze interne o esterne allo stato che potrebbero influenzare o comunque indirizzare diversamente il nuovo regime. Un tallone d’Achille di ogni golpe militare soprattutto se appoggiato dall’estero.
Nel nostro caso, se l’ipotesi di studio fosse vera, nessuno può sapere come agiranno un imprenditore e i fedeli dipendenti delle sue imprese cui è stato affidato il compito di impossessarsi e riformare – seppur per migliorarlo – l’intero patrimonio informativo anche sensibile degli Stati Uniti. Attualmente l’unica vera super potenza del mondo.
Il punto su cui riflettere è quadruplice: Quanto Trump conosce e può gestire Musk? Il mondo di Musk è permeabile alle forze esterne? Siamo sicuri che Musk consegnerà a Trump tutto il patrimonio informativo una volta raccoltolo, seppur come “consulente”, nelle sue mani? Con tutte queste informazioni sensibili a quale nuovo gioco vorrà giocare il giocatore Musk?
Questi interrogativi costituiscono in sé la vera minaccia prossima futura.
Musk non è solo l’uomo più ricco del mondo – che opera in settori che producono, trattano, gestiscono e trasportano le informazioni – ma è l’unico tra gli umani ad avere una visione “cosmica” del futuro del nostro “globo terracqueo” e le risorse per realizzarla; già ha prefigurato e sta realizzando viaggi e grandi esodi spaziali su Marte.
Per questo la sua “visione” e le sue risorse non sono come le nostre e nemmeno come quelle di Trump o di altri capi di stato occidentali di Destra, di Centro o di Sinistra come pure del resto del mondo, in primis Russia e Cina. Lui è realmente su un altro piano cognitivo; è fuori e in alto e vede le cose in una prospettiva decisamente diversa e più ampia di quella dei comuni mortali. Non è entrato in politica in forma classica; fiutata l’aria, ha preferito pagare una fee per accedere direttamente alla console di comando del potere politico statunitense per giocare un nuovo gioco, cambiando, tra l’altro, anche segno ideologico con grande disinvoltura.
Insomma ha ora una nuova partita da vincere. Non ha bisogno di voti o di eserciti perché ha già le sue aziende piazzate in modo strategico anche nello spazio oltre che i suoi dipendenti-soldato. I canali di rifornimento della nuova opinione pubblica digitale sono già suoi e dei suoi nuovi “amici”. Semmai gli servisse una massa di manovra vociante da agitare nelle piazze potrà sempre trovarla nel mondo sobbollente delle destre più estreme di tutto il mondo. Un’ amalgama indistinta di magismo, nazismo, comunismo, qualunquismo, populismo e libertarismo. Risorse sinora utilizzate internazionalmente soltanto da qualche mirato intervento dei servizi segreti russi, interessati fin dai tempi di Lenin alla destabilizzazione degli altri stati. Un universo facile da raggiungere e attivare con un click da chi detiene tutti gli strumenti per farlo. Per ora in questa direzione il grande giocatore si è limitato a lanciare messaggi più per far intendere a “chi ha orecchi per intendere” che per muovere realmente pedine, come ha dimostrato la Germania con i risultati elettorali.
Al momento tutto è talmente nuovo che mancano i parametri necessari per formulare ipotesi anche se tutti, ripeto Sinistra, Centro e Destra democratica o conservatrice, dovremmo comunque iniziare a riflettere sul fatto concreto che la Democrazia americana, a noi sempre proposta come “culla delle libertà”, sembra virare non solo verso l’Autocrazia di un Trump estemporaneo, ma addirittura verso una Plutocrazia personale di un solo uomo veramente al comando perché in possesso di tutte le informazioni sensibili oltre che delle tecnologie per trattarle e trasmetterle addirittura dallo spazio.
Mentre Trump in nome di una nuova primazia statunitense, apparentemente a braccetto di Putin oltre che di Musk, piccona le istituzioni americane anche militari e la stessa FBI, come pure i suoi storici alleati, il mondo sta veramente cambiando e la Sinistra, tutta quella democratica, come pure la Destra, tutta quella di derivazione liberale, repubblicana, monarchica, conservatrice e, riferendoci all’Italia, post missina sembrano rimanere come le tre scimmiette sorde, ceche e mute.
Ricorrendo alle metafore dei film western, qui il pistolero chiamato, magari dal sindaco proprietario terriero e politico bizzarro, a risolvere la situazione del villaggio in preda al caos può essere anche più “pericoloso” dei cattivi da sconfiggere perché in grado di tenere per sé tutto il potere e contro tutti, buoni o cattivi che siano. Sicuramente un finale innovativo, probabile e razionale, ma chi può essere veramente nella testa di un giovane pistolero che ha già tutto e vuole solo divertirsi a giocare, non solo con i video giochi, e cerca sempre nuove competizioni e nuovi giocatori? Un altro finale di cui parleremo un’altra volta.
un sogno attraverso le virtù della prudenza e della giustizia della Ragion di Stato di Giovanni Botero ed in nome della Beatitudine di Alcide de Gasperi.
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