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ELOGIO FUNEBRE DI FABRIZIO INNAMORATI. UNA BREVE MEMORIA SU UNO DEI COMPONENTI DELLA SPEDIZIONE ITALIANA ALL’EVEREST DEL 1973

Bruno Tammaro Iannelli di Bruno Tammaro Iannelli
21/02/2025
in RIFLESSIONI
ELOGIO FUNEBRE DI FABRIZIO INNAMORATI. UNA BREVE MEMORIA SU UNO DEI COMPONENTI DELLA SPEDIZIONE ITALIANA ALL’EVEREST DEL 1973
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TE LO LEGGO IO

La vita corre frenetica e veloce ed ormai dobbiamo rassegnarci ed ingegnarci a scovare gli eventi che ci trasmettono ancora una forte emozione tra gli incessanti ed innumerevoli e talvolta totalmente inutili messaggi che vanno a riempire ed invadere i nostri telefoni.

Proprio da uno di questi, quasi totalmente ignorato dalla maggioranza dei partecipanti del gruppo, ho appreso un mesto messaggio che segnalava la scomparsa di un anziano collega: Fabrizio Innamorati. Ho chiesto approfondimenti alla fonte, ma gli unici dati disponibili sono stati quelli che i funerali religiosi di Innamorati saranno tenuti a Roma il 18 febbraio alle ore 11.00 presso la Chiesa dei Santi Fabiano e Venanzio a Villa Fiorelli in Via Terni 92 . Immediatamente il mio pensiero è andato ad un famoso e commuovente canto alpino, Signore delle Cime, a cui sono molto legato e credo sia il Requiem più adatto per un personaggio del calibro di Fabrizio Innamorati, marchigiano, originario di Amandola ( Fermo ).

Non è trascorso molto tempo dalla commemorazione del 50° Anniversario dell’impresa italiana alpinistica a cui resterà legato per sempre il nome dello scomparso. La I.E.E. (acronimo che sta per Italian Everest Expedition ) fu un’ impresa storica per l’ Italia effettuata da un cospicuo gruppo di militari appartenenti all’ Esercito, Marina, Aereonautica, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia, per un totale di 54  (di cui 33 alpinisti ) ai quali si aggiunsero 11 civili sotto la direzione di Guido Monzino, un’ altra figura mitica. Fu la settima spedizione che raggiunse la cima più alta del mondo e la prima completamente organizzata dall’Italia. Il 5 e il 7 maggio 1973, 5 italiani arrivarono in cima alla montagna più elevata della Terra, e l’alpinismo italiano raggiunse i fatidici 8848 metri dell’Everest. La spedizione era stata ideata, promossa e finanziata da Guido Monzino, ultimo signore di Balbianello, imprenditore amante della montagna e dell’esplorazione dei grandi spazi e dei luoghi inaccessibili del pianeta. Monzino aveva come modello ideale Luigi Amedeo di Savoia-Aosta Duca degli Abruzzi e come lui era spinto dal desiderio di riportare l’Italia ai vertici delle grandi scoperte ed esplorazioni in terre lontane; 21 furono le imprese da lui preparate, organizzate e portate a termine, l’ Everest fu anche l’ultima. Fu Monzino che designò l’allora Capitano dei Carabinieri Paracadutisti Fabrizio Innamorati responsabile della Sezione “Documentazione e Stampa” della Spedizione. Da Tenente Innamorati aveva prestato servizio nella Compagnia speciale antiterrorismo per contrastare le azioni dinamitarde degli indipendentisti altoatesini alle dipendenze del Capitano Francesco Gentile, ex allievo della Scuola Militare Nunziatella, Medaglia d’Oro al Valor Militare vittima di un attentato a Cima Vallona insieme a due altri carabinieri. Con un certa sicurezza si può dire che Innamorati originario delle Marche fu in questo periodo che sviluppò la conoscenza alpina che gli permise in seguito di essere fra i primi cinque alpinisti italiani a giungere sulla cima dell’Everest. La spedizione italiana del 1973 affrontò la scalata al monte Everest in ripetizione via normale per il Colle Sud e la prima ascensione avvenne il 5 maggio 1973, la cordata formata da Mirko Minuzzo Sergente degli Alpini e da Rinaldo Carrel Alpino insieme agli sherpa Lhakpa Tenzing e Shambu Tamang raggiunse la cima. Due giorni dopo il 7 maggio del 1973 nuovamente la vetta fu conquistata da una seconda cordata capeggiata dal Capitano Innamorati e dagli Alpini Virginio Epis e Claudio Benedetti accompagnati dallo sherpa Sonam Gyaljien.

Chomo Lungma, “ dea madre della terra “, così i tibetani chiamano l’ Everest: mentre in Nepal il suo nome è Sagarmatha, “ dio del cielo “.  La denominazione Everest è dovuta al cognome di George Everest, British Surveyor General del GTS (Great Trigonometrical Survey) che ne ha effettuato la prima misurazione. I primi tentativi di conquista risalgono al 1921, ma solo nel 1953 avvenne la prima scalata completa da parte del neozelandese Edmund Hillary e lo sherpaTenzing Norgay. Un intenso afflato mistico avvolge la vetta più elevata del mondo che si erge al confine tra due popoli di antiche tradizioni, sostenuti entrambi da una forte spiritualità. Per la gente autoctona dell’Himalaya, tutti gli alpinisti che vanno alla montagna sono pellegrini : loro si accingono con reverenziale timore e con umiltà a compiere un viaggio in contemplazione delle cose divine. In quest’ atteggiamento si riscontra uno straordinario parallelismo con tutti i cammini di fede nel mondo che spesso sono cammini di montagna. Nel 1973, a distanza di venti anni dopo la grande conquista inglese, la bandiera italiana venne issata per la prima volta sull’ Everest. Lo sherpa ed il Sirdar, il capo degli sherpa, dopo la discesa donarono in segno di gratitudine a Guido Monzino, capo della spedizione italiana, una pietra raccolta sulla cima della sacra montagna poiché dalla sommità della vetta avevano potuto contemplare la terra dei loro avi. Lo scuro frammento di roccia insieme ad altri cimeli sono ancora visibili nella Villa del Balbianello sul Lago di Como che ho avuto il privilegio di visitare, così ugualmente ho visto le attrezzature utilizzate da Innamorati nella spedizione custodite nel Museo Storico dell’Arma a Roma. Oltre alla Bandiera Italiana piantata sulla vetta dell’Everest fu proprio Innamorati alle ore 13.00 del 7 maggio 1973 a depositare sul “Tetto del mondo” una targa riproducente la “Madonna con Bambino “, consegnata dal Pontefice Paolo VI a Monzino per quello scopo, nell’ auspicata eventualità di successo della Spedizione.

 In queste circostanze nel modo alpino si usa dire che Fabrizio Innamorati ha posato lo zaino ed è andato avanti e noi vogliamo oggi rivolgere il nostro accorato pensiero e la nostra gratitudine a lui tra i primi italiani a scalare il Sagarmatha, “ dio nel cielo “ , e vi invito ad unirvi a me nel recitare a Dio, come una preghiera,  quei formidabili versi di “ Signore delle Cime “ che aiuteranno Fabrizio ad affrontare questa nuova ascensione per vette trascendentali più alte degli ottomila : “ Dio del Cielo, Signore delle Cime, un nostro Amico hai chiesto alla montagna. Ma ti preghiamo, ma ti preghiamo. Su nel Paradiso, su nel Paradiso lascialo andare per le tue montagne. Santa Maria, Signora della neve copri col bianco soffice mantello il nostro amico, nostro fratello. Su nel Paradiso, su nel Paradiso lascialo andare per le sue montagne.”

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Bruno Tammaro Iannelli

Bruno Tammaro Iannelli

Nato sotto il segno zodiacale dell’Ariete, ascendente Toro. Colonnello della riserva dei Carabinieri Bruno TAMMARO IANNELLI, oltre a tutti i corsi di natura militare e tecnico- professionale è laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Siena ed in Scienze della Sicurezza interna ed esterna presso l’Università di Roma Tor Vergata. E’ autore di numerosi saggi di carattere storico e giuridico nonché di analisi criminologica: “La tutela penale del Patrimonio storico e artistico in Italia“ Siena 1991 “I furti d’ arte. I primi ladri nell’ antichità“ Rivista Amici dei Musei – Firenze 1992 “Rapporto Annuale sulla criminalità organizzata” Roma Ministero Interni 1997-1998-1999 “La stanza di Antonio. Un videogioco interattivo che educa alla sicurezza” Roma 2002 E’ stato relatore presso l’ OSDIFE (Osservatorio Difesa e Sicurezza ) dell’ Università di Roma Tor Vergata sulla “Homeland Security“ Ha inoltre tenuto numerose conferenze in Italia e all’ estero su diversi temi professionali. Recentemente è stato invitato a tenere una conferenza nella prestigiosa sede dell’ Ignatianum di Cracovia, in Polonia sotto l’ egida dell’ Università Giovanni Paolo II. E’ Consulente Cinematografico e Televisivo, ha collaborato quale esperto di Dialoghi polizieschi alla trasposizione in italiano della serie televisiva “ The BodyGuard “ della BBC trasmessa sul canale Netflix. Studioso di Lingue Antiche, approfondisce continuamente il latino, il greco, l’ebraico e l’ aramaico. Lingue Moderne : Madrelingua italiano. E’ buon conoscitore delle lingua inglese e spagnola. Cultore di francese e portoghese. Dal 1977 al 1980 frequenta la Scuola Militare ”Nunziatella” di Napoli , in seguito dal 1980 al 1982 frequenta l’Accademia Militare di Modena. Nel 1982 viene Nominato Sottotenente dei Carabinieri. Dal 1982 al 1984 frequenta la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma. Nel 1984 viene Nominato Tenente dei Carabinieri. Dal 1984-1986 Presta servizio presso il Battaglione Mobile Carabinieri “Toscana” di Firenze, svolgendo numerose missioni di comando di contingenti inviati a Palermo, Caserta, Napoli e Roma per traduzione detenuti e assistenza ai processi contro la criminalità organizzata ed il terrorismo di destra e di sinistra. Dal 1986-1990 Presta servizio in qualità di Comandante della Compagnia Carabinieri di Valledoria (Sassari.). Durante gli anni di permanenza in Sardegna svolge indagini sui sequestri di persona e sul traffico di stupefacenti. Lotta contro il Banditismo Sardo. Nel 1987 viene Nominato Capitano dei Carabinieri. Dal 1990 al 1993 Presta servizio alla Scuola Marescialli di Firenze quale Comandante di Compagnia e Istruttore. Insegna diritto penale speciale, tecnica professionale e polizie europee comparate. Dal 1993 al 1995 È Inviato dal Governo italiano presso la Missione ONUSAL delle Nazioni Unite in El Salvador in qualità di Osservatore di polizia internazionale. Da seguimento all’ applicazione degli accordi di pace tra il Frente Farabundo Martì de Liberaciòn Nacional e il Governo salvadoregno, collabora alla verificazione della Policìa Nacional Civil e dell’ Academia de Seguridad Pùblica, nate dagli accordi di pace. Dal 1995 al 1997 Presta servizio in Sicilia in qualità di Comandante del Nucleo Radiomobile di Palermo. Durante questo periodo nel 1996 viene promosso Maggiore dei Carabinieri. Nel 1997 È Inviato dal governo italiano presso la Missione UNMIBH-IPTF delle Nazioni Unite in Bosnia Herzegovina, in qualità di Capocontingente del primo gruppo di Osservatori italiani di polizia internazionale, incaricati di verificare il rispetto degli Accordi di Dayton. Dal 1998 al 2000 È Incaricato, in qualità di Ufficiale Superiore Addetto dei Carabinieri, all’ Osservatorio Permanente sulla criminalità del Ministero dell’ Interno, Roma, a composizione interforze. L’ufficio redige e presenta al Ministro degli Interni, per la successiva approvazione del Parlamento Italiano il ” Rapporto Annuale sulla criminalità organizzata”. Dal 2000 al 2001 viene Inviato dal governo italiano presso la Missione MINUGUA delle Nazioni Unite in Guatemala, in qualità di Capocontingente degli osservatori italiani di polizia internazionale. Verifica l’applicazione degli accordi di pace tra la Uniòn Revolucionaria Nacional Guatemalteca e il Governo del Guatemala, collabora al controllo della Policìa Nacional Civil e alla verificazione del rispetto dei diritti umani nell’ ambito del sistema giudiziario guatemalteco. Dal 2001 al 2003 è Incaricato, in qualità di Ufficiale Superiore Addetto dei Carabinieri al Programma Operativo Nazionale” Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’ Italia” a composizione interforze e inserito nella Segreteria del Capo della Polizia, Ministero degli Interni, Roma. Collabora alla programmazione e allo sviluppo delle varie progettualità del PON dirette allo sviluppo della sicurezza delle Regioni a Obj 1. Durante questo periodo nel 2001 viene promosso Ten. Col. dei Carabinieri. Dal 2003 al 2004 Viene incaricato di dirigere il Comando Provinciale Carabinieri di Vibo Valentia, Calabria, zone afflitte dalla presenza endemica della criminalità organizzata. Dal 2004 al 2005 Ricopre l’ incarico di Capo della Sicurezza della Commissione Economica e Sociale per l’ America Latina e i Caraibi delle Nazioni Unite in Santiago del Cile. Dal 2006 al 2011 ricopre l’ incarico di Comandante del Reparto Comando della Regione Carabinieri Molise in Campobasso. Dal 2011al 2013 Ricopre l’ incarico di Capo Ufficio Segreteria e Personale del Comando Carabinieri per l’ Aeronautica Militare sito nello Stato Maggiore Aeronautica a Roma. Dal 2014 al 2020 è docente delle cattedre di Storia dell’ Arma, Diritti Umani, Polizia Militare e Diritto Penale Militare presso la Scuola Marescialli e Brigadieri “ Salvo d’Acquisto“ di Velletri (Roma) Dal 2021 al 2022 È Ufficiale Superiore Addetto per Incarichi Speciali presso l’ Istituto Superiore di Tecniche Investigative (ISTI) dell’ Arma dei Carabinieri in Velletri (Roma). Viene promosso Colonnello. Nel corso della carriera è stato insignito delle seguenti onorificenze: Cavaliere dell’ Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2004 ) Medaglia Mauriziana 10 lustri di vita militare (2012) Medaglia militare di bronzo al merito di lungo comando (1997) Croce d’oro con stelletta per anzianità di servizio militare (2018) 3 Croci Commemorative per missioni militari di pace (1994-1999-2002) Medaglia ONU per la Missione ONUSAL- El Salvador (1994) Medaglia ONU per la Missione UNMIBH-IPTF – Bosnia (1997) Medaglia ONU per la Missione MINUGUA- Guatemala (2000) Medaglia commemorativa 50 anni di attività dell’ ONU (1995) Insignito dell’ Onorificenza di Ufficiale con Spade del Sovrano Militare Ordine di San Giovanni di Gerusalemme , di Rodi e di Malta (1998) Cavaliere di Grazia Magistrale del Sovrano Militare Ordine di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta (2013) Cittadino Onorario del Comune di San Pietro Infine, città martire della II Guerra Mondiale (2013) Insignita di Medaglia d’oro al valor civile. Attualmente è Presidente in pectore dell’ Istituto di studi storici 8-16 Dicembre 1943. Battaglia San Pietro Infine nel Parco della Memoria Storica Monumento Nazionale .

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