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GUERRA E PACE DI LEV TOLSTOJ E L’IMPORTANZA DEI CLASSICI

Pasquale Spiridione di Pasquale Spiridione
23/08/2024
in RIFLESSIONI
GUERRA E PACE DI LEV TOLSTOJ E L’IMPORTANZA DEI CLASSICI
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Il romanzo Guerra e pace, scritto da Lev Tolstoj (9 settembre 1828 Jasnaja Poljana – 20 novembre 1910 Russia) dal 1863 al 1869, racconta la storia di due famiglie moscovite, i Bolkonskij e i Rostov, sullo sfondo della campagna napoleonica in Russia del 1812.

Mentre i soldati napoleonici invadono la Russia e conquistano Mosca, si sovrappongono le tragedie e le felicità dei protagonisti, appartenenti all’aristocrazia russa. E’ il fato o, meglio, una necessità immanente e ineluttabile a determinare il destino dei protagonisti che nulla possono decidere sulla guerra, sul potere e sull’amore.

Tolstoj, attraverso le vicende di Pierre Bezuchov – uno dei personaggi principali del romanzo, ritenuto il suo alter ego – affronta una delle tipiche tematiche della sua narrativa: come si dovrebbe vivere, in armonia con la morale, in un mondo imperfetto? 

E lo fa, mescolando personaggi veri e di fantasia e fondendo la storia complessiva della Russia del 1812 con spunti di riflessione filosofica sulla natura della guerra e del potere politico, combinati con argomenti apparentemente meno significativi, quali gioventù, matrimonio e vecchiaia.

Il risultato è un ampio affresco della nobiltà russa nel periodo napoleonico; affresco così dettagliato e reale (l’edizione di Feltrinelli del 2014 consta di 1415 pagine) da far ritenere Guerra e pace uno tra i più importanti romanzi storici della letteratura mondiale: il romanzo perfetto che tratteggia, in letteratura, l’uomo in balia degli eventi del suo tempo, nell’alternarsi della guerra e della pace.

In effetti i veri protagonisti del romanzo sono loro: la guerra e la pace. E’ intorno a queste due tematiche che si muove il gran numero di personaggi che, con le loro storie, ne disegnano la trama, tra la battaglia di Austerlitz (2 dicembre 1805) e quella di Borodino (7 settembre 1812).

Pierre Bezuchov – che incarna l’uomo animato da buone intenzioni e alla continua ricerca della perfezione spirituale, nonostante i piccoli e grandi conflitti che lo affliggono – sistemandosi dietro una batteria di artiglieria russa, assiste alla battaglia di Borodino e apprende quanto la guerra sia realmente sanguinosa ed orrida. 

Il suo comportamento spensierato, tipico di un ricco nobile russo, svanisce definitivamente dopo essere stato testimone del saccheggio e delle fucilazioni di civili perpetrate a Mosca dai soldati francesi.

Tolstoj delinea il profilo di Napoleone e quello del generale russo Kutuzov: il primo, mosso da smisurata ambizione e altrettanto smisurata sicurezza, preferisce occupare Mosca anziché distruggere l’esercito russo; il secondo, sacrifica la Capitale per salvare il suo esercito, ritirandolo nelle profondità della Russia in attesa dell’inverno.

A questo punto, la forza ineluttabile del destino – che muove gli eventi nel romanzo – porta alla distruzione di Mosca in seguito a un incendio che distrugge anche ogni possibilità di approvvigionamento per l’esercito napoleonico, che si vede costretto a ritirarsi nel gelido inverno russo, fino alla battaglia finale della Beresina (26 novembre 1812), quando i cosacchi lo annientano definitivamente.

Dal romanzo di Tolstoj sono stati tratti film, serie televisive, fumetti, opere liriche e sceneggiati radiofonici ma, a quanto pare, non è bastato. La lezione di Tolstoj non è servita a nulla! Eppure già il Feldmaresciallo tedesco Erwin Rommel consigliava di leggere i libri scritti dai Generali nemici prima di affrontarli.

La “forza ineluttabile del destino” – tradotta nelle scelte belliciste adottate dagli “statisti” attuali, in luogo di una lungimirante via diplomatica – continua a incidere sulle sorti della pace. 

Vi è di più, ogni giorno l’asticella di questa “Olimpiade dell’idiozia” viene alzata sempre più in alto: siamo passati da una guerra guerreggiata al terrorismo di Stato, mentre unità navali della Marina degli Stati Uniti e della Federazione Russa navigano nel Mediterraneo.

Tutto ciò nel silenzio dei TG che parlano della pericolosità del ragno violino.    

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Pasquale Spiridione

Pasquale Spiridione

Maturità classica presso il liceo “Orazio Flacco” di Rionero in Vulture (PZ). Laurea in Scienze Politiche, con 110/110 e lode presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bari. Ha conseguito la qualifica di “Perito selettore attitudinale”, rilasciata dal Ministero della Difesa. Ha frequentato, presso la Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia del Ministero dell’Interno, il 4° Corso “basico” ed il 3° Corso “avanzato” di Analisi Criminale. Ha conseguito, presso la Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura” di Roma: - “Master di I livello” in “Peace building management” (contesto Medio Oriente), con tesi sul terrorismo di matrice fondamentalista; - “Master di II livello” in “Peace building management” (contesto Africa), con tesi sul fenomeno dell’immigrazione clandestina ed il collegamento col terrorismo di matrice fondamentalista; - “Master di I livello” in “Sicurezza ambientale”, con tesi sulle guerre dell’acqua. Ha frequentato, presso l’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria di Roma, il corso di perfezionamento in “Antropologia criminale e metodologie investigative”. Ha frequentato presso la DCPC il corso per Agenti Sottocopertura. Ha prestato servizio presso Reparti della Guardia di Finanza di Genova, Trieste, Lamezia Terme, Gaeta, Bari e Roma. Ha ricoperto importanti incarichi presso l’Ufficio Centrale Interforze per la Sicurezza personale; l’Ufficio per il Coordinamento e la Pianificazione delle Forze di Polizia; la Direzione Investigativa Antimafia; il Commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura; la Camera dei Deputati e la Prefettura di Roma. Da novembre 2019 è Generale della Guardia di Finanza in congedo. Nel 2022 ha esordito col romanzo Questa notte ci sono le stelle, pubblicato da Albatros.

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