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G7, LEOPARDI, INTELLIGENZA ARTIFICIALE E SHAKESPEARE QUANTO BASTA…

Andrea Aparo von Flüe di Andrea Aparo von Flüe
28/06/2024
in RIFLESSIONI
LE TRASFORMAZIONI NON PREVISTE DELLA SOCIETÀ CIVILE…
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TE LO LEGGO IO

Passata è la tempesta:
odo augelli far festa, e la gallina,
tornata in su la via,
che ripete il suo verso. Ecco il sereno…

Magnifiche le parole del grande poeta Leopardi. Efficaci le forme retoriche utilizzate. Inaspettata la capacità profetica, da fare impallidire Nostradamus e le sue quartine. Mirabile l’uso sapiente delle metafore.

Come meglio descrivere quanto è avvenuto una volta chiuso il G7?

Passata è la tempesta (del G7):

odo augelli far festa, (tutti gli agitati membri della corte della Primo Ministro che a vario titolo si sono presi il merito di quello che Giorgia ha definito nella conferenza stampa di chiusura della riunione di Borgo Egnazia “un successo”, felice di rivendicare di “avere fatto mangiare mozzarelle intrecciate a mano e panzerotti ai leader“, nonché contenta che ci siano state “le signore che facevano i bracciali con i noccioli di ulivi colpiti dalla Xylella”)

e la gallina, tornata in su la via che ripete il suo verso… .

Verso come sempre carico di emotività positiva, appassionata, convinta, ottimistica, permeata dell’orgoglio di essere italiani. Ne ha anche ragione Giorgia Meloni, detta Giorgia. Fra i capi di stato e di governo delle 7 più influenti democrazie occidentali che hanno partecipato all’incontro è la leader dal consenso politico più solido. Non per nulla il Wall Street Journal il 3 giugno u.s. ha titolato un suo editoriale: “I nani del G7 e Giorgia Meloni” (sottotitolo “It’s a bad sign for Western democracy when the Italian Prime Minister is the only popular leader”, ovvero “Brutto segno per le democrazie occidentali quando il Primo Ministro italiano è l’unico leader popolare”).

Lei è la sola a poter rivendicare una vittoria politica riuscendo a rimuovere ogni riferimento all’aborto nel comunicato finale. Lo scontro con Macron e le delegazioni statunitense e canadese lo hanno vinto lei e la diplomazia italiana.

Di certo il Santo Padre approva. Storica la sua partecipazione al G7. Non era mai accaduto prima. Invitato come uno dei due Keynote Speaker, ovvero oratore principale, alla sessione “Outreach” in cui si è parlato di intelligenza artificiale, ha approfittato dell’occasione per avere, forse è il vero motivo della sua partecipazione, iportanti colloqui bilaterali con la Sig.ra Kristalina Georgieva, Direttore Generale dell’International Monetary Fund, con il Presidente della Repubblica di Ucraina, S.E. il Sig. Volodymyr Zelenskyy, con il Presidente della Repubblica Francese, S.E. il Sig. Emmanuel Macron, con il Primo Ministro del Canada, S.E. il Sig. Justin Trudeau e ancora il Primo Ministro dell’India, S.E. il Sig. Narendra Modi, il Presidente della Repubblica di Turchia, S.E. il Sig. Recep Tayyip Erdoğan, il Presidente del Kenya, S.E. il Sig. William Kipchirchir Samoei Ruto; il Presidente del Brasile, S.E. il Sig. Luiz Inácio Lula da Silva; e il Presidente degli Stati Uniti d’America, S.E. il Sig. Joseph Biden.

Comunque, Papa Francesco ha anche tenuto un interessante discorso sugli effetti dell’intelligenza artificiale sul futuro dell’umanità dal titolo: “Uno strumento affascinante e tremendo”.

Il titolo è forse alquanto minaccioso, alcune definizioni non sono del tutto corrette, ma vale la pena leggerlo. Lo si trova sul sito dell’ufficio stampa del Vaticano.

Il Santo Padre, fra le altre cose, afferma che: “Nella sua essenza l’intelligenza artificiale è un utensile disegnato per la risoluzione di un problema e funziona per mezzo di un concatenamento logico di operazioni algebriche, effettuato su categorie di dati, che sono raffrontati per scoprire delle correlazioni, migliorandone il valore statistico, grazie a un processo di auto-apprendimento, basato sulla ricerca di ulteriori dati e sull’auto-modifica delle sue procedure di calcolo”.

Corretto affermare che con l’IA si risolvono problemi specifici, che utilizza operazioni logiche e algebriche, che lavora con categorie di dati per trovare correlazioni e che impiega processi di auto-apprendimento.

Lo è meno dire che l’intelligenza artificiale sia un semplice strumento perché si tratta di un campo di studio e di una tecnologia assai complessa. D’altronde Lei stesso, Santo Padre, aveva precedentemente detto che l’intelligenza artificiale è uno strumento “sui generis”.

Il citato “concatenamento logico di operazioni algebriche” è vero solo per alcuni approcci all’intelligenza artificiale. Ad esempio, le reti neurali non seguono sempre un concatenamento logico esplicito. Stessa considerazione è valida quando si parla di “auto-modifica delle sue procedure di calcolo”: vero per alcuni tipi di intelligenza artificiale, come l’apprendimento automatico, ma non per tutti i sistemi di intelligenza artificiale.

Importante sottolineare che la definizione non menziona aspetti importanti come il ragionamento, la percezione, la pianificazione e l’interazione con l’ambiente.

Ricorrendo, guarda caso, ai modelli di intelligenza artificiale generativa, nella fattispecie Claude 3.5 Sonnet, si ottiene una definizione più ampia e corretta:

“L’intelligenza artificiale è un campo dell’informatica che mira a creare sistemi capaci di eseguire compiti che tipicamente richiedono intelligenza umana. Questi sistemi possono utilizzare vari approcci, tra cui l’elaborazione logica, l’apprendimento automatico e le reti neurali, per analizzare dati, riconoscere modelli, prendere decisioni e risolvere problemi. L’intelligenza artificiale può includere capacità come l’apprendimento, il ragionamento, la percezione, la pianificazione e l’elaborazione del linguaggio naturale”.

Santo Padre, non mi permetto certo di correggerla o criticarla. Mi rivolgo non a Lei, ma ai suoi collaboratori che, con solerzia e sapienza, hanno preparato il suo discorso. Capisco che sia stato fatto un grande sforzo per semplificare una tecnologia difficile ad ampio spettro, ma se si semplifica troppo si finisce per sbagliare.

Nel suo discorso lei dice che: “…il buon uso, almeno delle forme avanzate di intelligenza artificiale, non sarà pienamente sotto il controllo né degli utilizzatori né dei programmatori che ne hanno definito gli scopi originari al momento dell’ideazione”, toccando un concetto complesso e dibattuto nel campo dell’intelligenza artificiale.

La frase è sostanzialmente corretta, ma può, anzi deve, beneficiare di poche, ma importanti modifiche e leggere:

“È probabile che il pieno controllo delle forme avanzate di intelligenza artificiale non sarà completamente nelle mani né degli utenti finali né dei programmatori originari. Ciò è dovuto alla natura complessa e potenzialmente imprevedibile dei sistemi di intelligenza artificiale avanzati”.

Questa versione riveduta introduce un essenziale elemento di incertezza (“È probabile”) perché il futuro dell’intelligenza artificiale è ancora oggetto di dibattito e ricerca. La definizione appena data chiarisce che si parla di “pieno controllo”, riconoscendo che un grado di controllo, da definire, potrebbe comunque essere mantenuto. Per maggiore precisione parla di “utenti finali” invece di generici “utilizzatori” e aggiunge una breve spiegazione del motivo di questa potenziale mancanza di controllo totale.

A tale proposito, da ricordare che le opinioni, riguardo al grado di controllo che sarà possibile mantenere sulle intelligenze artificiali avanzate future, sono oggetto di ampio dibattito. Ecco alcuni punti chiave da considerare: incertezza, complessità dei sistemi, autonomia decisionale, allineamento dei valori etici, governance e regolamentazione, trasparenza e interpretabilità, controllo distribuito, limitazioni tecniche, evoluzione dell’interazione uomo-intelligenze artificiali, imprevedibilità delle capacità emergenti delle intelligenze artificiali avanzate che potrebbero sfidare i modelli di controllo esistenti.

In sintesi, mentre è probabile che si mantenga un certo grado di controllo, la natura e l’estensione di questo controllo sono incerte e potrebbero variare significativamente a seconda degli sviluppi tecnologici e delle decisioni societarie.

Santo Padre, ci sono due paragrafi nel suo discorso che mi lasciano alquanto perplesso dove dice : “Dimenticare che l’intelligenza artificiale non è un altro essere umano e che essa non può proporre principi generali, è spesso un grave errore che trae origine o dalla profonda necessità degli esseri umani di trovare una forma stabile di compagnia o da un loro presupposto subcosciente, ossia dal presupposto che le osservazioni ottenute mediante un meccanismo di calcolo siano dotate delle qualità di certezza indiscutibile e di universalità indubbia.

Questo presupposto, tuttavia, è azzardato, come dimostra l’esame dei limiti intrinseci del calcolo stesso. L’intelligenza artificiale usa delle operazioni algebriche da effettuarsi secondo una sequenza logica (per esempio, se il valore di X è superiore a quello di Y, moltiplica X per Y; altrimenti dividi X per Y). Questo metodo di calcolo – il cosiddetto “algoritmo” – non è dotato né di oggettività né di neutralità. Essendo infatti basato sull’algebra, può esaminare solo realtà formalizzate in termini numerici”.

Mi perdoni, ma non ho ben chiaro cosa sia un “presupposto subcosciente”.  Il secondo paragrafo poi merita analisi puntuale perché contiene alcune verità, ma anche imprecisioni e semplificazioni eccessive. Vero che l’intelligenza artificiale faccia uso di operazioni matematiche e logiche, vero che gli algoritmi seguono sequenze logiche di istruzioni e vero che l’idea che siano intrinsecamente oggettivi o neutrali è tema di discussione nella comunità scientifica ed etica.

Però… La definizione di “algoritmo” fornita è estremamente semplificata. In intelligenza artificiale un algoritmo è una sequenza di istruzioni o regole ben definite, è un processo passo-passo il cui scopo è permettere all’intelligenza artificiale di processare dati, prendere decisioni, generare risultati facendo uso della grande varietà di algoritmi disponibili: di apprendimento supervisionato e non supervisionato, di deep learning, per rinforzo e ancora reti neurali, alberi decisionali, algoritmi genetici. La lista è ancora lunga.

Gli algoritmi sono il cuore dell’intelligenza artificiale, determinando come un sistema apprende e si comporta. Sono spesso molto più complessi di semplici istruzioni condizionali.

L’esempio dato (“se il valore di X è superiore a quello di Y…”) è un’eccessiva semplificazione.

Affermare che gli algoritmi non sono “dotati né di oggettività né di neutralità” come fatto assoluto è controverso: gli algoritmi possono incorporare “bias”, ovvero preconcetti, ma la loro oggettività o neutralità dipende da molti fattori, inclusi la modalità di progettazione, i dati di addestramento e l’implementazione.

Una versione più accurata potrebbe recitare:

“L’intelligenza artificiale utilizza algoritmi complessi che eseguono operazioni matematiche e logiche. Questi algoritmi possono variare da semplici istruzioni condizionali a reti neurali altamente sofisticate. Mentre gli algoritmi seguono regole precise, la loro progettazione, i dati su cui vengono addestrati e la loro implementazione possono influenzare i risultati. Di conseguenza, la questione dell’oggettività e della neutralità degli algoritmi di intelligenza artificiale è un tema di dibattito importante nella comunità scientifica ed etica.”

Questa versione mantiene l’essenza del concetto originale riguardo alla natura degli algoritmi in intelligenza artificiale, ma offre una rappresentazione più accurata e sfumata della loro complessità e delle questioni etiche associate.

Grazie Santo Padre per quanto da lei condiviso nel G7. Peccato che gli organizzatori non abbiano pensato di invitare i suoi omologhi di altre religioni, anche se solo quelle del Libro. Sarebbe stato molto interessante mettere a confronto le Sue opinioni con quelle del Rabbino Capo ashkenazita e/o sefardita e del Gran Mufti. Quando comparve sulla scena Internet, i vostri giudizi furono illuminanti: per la religione cattolica Internet non era peccato, per quella musulmana era una cosa utile e buona e per quella ebraica nulla veniva detto nella Torah e l’importante è che non ci fossero contenuti non kosher. Tutte e tre enfatizzavano l’uso etico, le opportunità e i rischi. Cosa sarebbe stato detto questa volta?

Comunque, l’intelligenza artificiale e il G7 giugno 2024 riportano alla memoria un’altra opera di letteratura e poesia, questa volta del grande bardo, ovvero William Shakespeare: ”Molto rumore per nulla”.

La stampa e i media si sono occupati del tema intelligenza artificiale in modo molto intenso e rumoroso prima della riunione, cui è seguito un assordante silenzio. Nessuno ne ha più parlato. L’incontro si è chiuso con un comunicato di trentasei pagine di cui due dedicate a: “Intelligenza artificiale, Scienza, Tecnologia e Innovazione”. Opportuno leggerle.

In sintesi, i capi di stato e di governo del G7 dicono che: “Promuoveremo un’intelligenza artificiale sicura, protetta e affidabile”, attraverso un “approccio inclusivo”; “Riconosciamo la necessità di approcci alla governance dell’IA che favoriscano l’inclusione, per aiutarci a sfruttare il potenziale dell’IA in un modo che rifletta questi valori e promuova il suo sviluppo mitigandone i rischi, anche per quanto riguarda i diritti umani”; “Approfondiremo la nostra collaborazione per raccogliere i benefici e gestire i rischi dell’Intelligenza Artificiale” ; “Lanceremo piani di azione per l’uso dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro e per lo sviluppo di un marchio che dia supporto all’implementazione di un Codice Internazionale di Comportamento per le Organizzazioni che sviluppano sistemi avanzati di intelligenza artificiale”.

D’accordo, siamo stai troppo cattivi. Qualcosa è stato concordato.

Opportuno allora parafrasare l’opera di Shakespeare: “Molto rumore per poco”.

Per concludere, come disse Leopardi, “Ecco il sereno…”.

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Andrea Aparo von Flüe

Andrea Aparo von Flüe

Padre italiano, madre svizzera-tedesca. Lunghi periodi all’estero fra Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone. Scuole primarie svizzere e irlandesi; scuola secondaria in Francia e in Italia. Il risultato è un’ottima conoscenza del francese, inglese e del dialetto svizzero tedesco; buona del tedesco, elementare del giapponese e la capacità di muovermi da “indigeno” in contesti culturali diversi. Nel gennaio del 1978 mi hanno laureato dottore in fisica “summa cum laude” discutendo una tesi sperimentale sulla dinamica di caduta dei chicchi di grandine, sviluppata lavorando come ricercatore presso l’Ufficio Centrale di Ecologia e Meteorologia Agraria del Ministero Agricoltura e Foreste, per conto del quale ho lavorato nei periodi estivi dal 1977 al 1979 come membro del Gruppo italiano che partecipava alla ricerca internazionale Grossversuch IV (Politecnico di Zurigo, Università di Montpellier e Grenoble, Ricercatori dell’URSS). Dopo essere risultato primo su quattrocento candidati, nel 1979, sono stato assunto, con la qualifica di Ricercatore, all’Ufficio Europeo Brevetti dell’Aja (NL), da cui mi sono dimesso a causa dello scarso interesse del lavoro e dello stipendio eccessivo. Tornato in Italia, nel 1979, mentre ero docente di Meteorologia all’IT Aeronautico “Francesco de Pinedo”, sono stato chiamato dal Prof. Umberto Colombo a lavorare come consulente al CNEN, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, di cui egli era Presidente. In tale veste ho curato prima studi sul contenuto energetico di centrali nucleari e convenzionali, poi sono stato responsabile di diverse “task forces” per la definizione e avvio di attività connesse alla diffusione di nuove tecnologie: coordinamento del Gruppo di lavoro per la documentazione e l’informazione, automazione delle biblioteche geograficamente diffuse del CNEN, creazione di un servizio di “business graphics” computerizzata, avvio delle iniziative di Office Automation, automazione integrata della Presidenza e Direzione Generale. Nel 1981 sono entrato negli organici dell’ENEA, (ex CNEN) come collaboratore Tecnico Professionale alla Direzione Centrale Relazioni Esterne per poi passare alla Direzione Centrale Studi e ho iniziato la mia attività di Assistente del Presidente. Dal giugno del 1982 al maggio del 1983, su invito del Massachusetts Institute of Technology, Laboratory for Computer Science, mi sono trasferito a Cambridge (USA) per lavorare come Visiting Scientist, membro dell’Office Automation Group. In tale sede ho approfondito gli aspetti del management dei processi d’innovazione tecnologica e ho avuto responsabilità di conduzione del gruppo di ricerca, non ché di Thesis Advisor. Dal luglio 1983 all’aprile 1987 ho fatto parte della Direzione Centrale INFO dell’ENEA come responsabile dei progetti di automazione di ufficio. Continuando l’attività di Assistente del Presidente, ho avuto responsabilità dei progetti di diffusione dell’innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese, analizzando una serie di potenziali “start up”. Nel 1984 ho curato la pubblicazione di uno studio sui mestieri e le professioni degli anni ’90, mettendo a frutto le conoscenze, acquisite nel corso degli anni, di economia, management e di diverse nuove tecnologie: informatica e telematica, nuove energie, nuovi materiali, biotecnologie, innovazioni di processo (laser, robotica, FMS, CAD-CAM, ecc.) per citare le principali. Con la fine del 1985 ho ideato, gestito e completato il progetto di automazione integrata degli uffici della Presidenza e della Direzione generale dell’ENEA, che ha visto la radicale trasformazione delle modalità di lavoro di tutto il personale segretariale, tecnico e dirigenziale dei suddetti uffici. Nel corso del 1986, su invito del governo giapponese (MITI-JETRO), ho passato un mese di studio in Giappone visitando numerose imprese giapponesi e avendo intensi confronti di idee con esponenti governativi e della cultura nipponica. A partire da quella data mi sono occupato in modo continuativo del Giappone, intessendo una fitta rete di conoscenze personali e professionali con esponenti nipponici del mondo del Business e di quello accademico. A fine 1986, ho voluto sviluppare un’esperienza di lavoro nell’industria privata. Sono entrato alla Fiat S.p.A. a Torino dove ho lavorato dal 1986 al 1988 nella Direzione Studi Economici e Analisi Strategiche per passare nel 1989 alle dirette dipendenze del Direttore dell’Ente Sviluppo, Coordinamento e Controllo, in qualità di Vice-Direttore responsabile dei Progetti Speciali (Business Development). Dal febbraio 1990 sono stato in forza alla Fiat Auto. Fino al giugno 1991 ho avuto la responsabilità dei rapporti con le istituzioni internazionali nell’ambito della Direzione Centrale Sviluppo, Coordinamento e Controllo. I miei compiti comprendevano la manutenzione e implementazione di una rete di contatti internazionali finalizzata al monitoraggio degli sviluppi tecnologici e delle strategie dei partners e dei competitori. Partecipavo e/o definivo progetti speciali su temi inerenti il management dei processi di innovazione e di cambiamento, nonché di team dedicati a progetti di M&A. Dal giugno 1991 al marzo 1993 nella Direzione Ambiente e Politiche Industriali, responsabile del coordinamento del piano Qualità Totale, rispondendo direttamente all’amministratore delegato. Dopo essere stato responsabile delle attività di Relazioni Internazionali nell’ambito della Direzione Ambiente e Politiche industriali, a partire dal 1995 sono responsabile degli Scenari Ambientali. Ho ideato e gestito per conto della Fiat Auto Spa i progetti speciali inerenti all’introduzione e uso delle tecnologie della realtà Virtuale e di Internet. Nel 1995 ho coordinato la presentazione (prima mondiale) di due nuovi modelli di vetture (Bravo e Brava) sul World Wide Web in contemporanea con il lancio nel mondo “reale”, continuando a seguire lo sviluppo e le strategie di presenza dei marchi Fiat Auto (Alfa Romeo, Lancia e Fiat) sul World Wide Web (www.alfaromeo.com; www.lancia.com; www.fiat.com); ho poi contribuito ad avviare le attività di uso delle tecnologie della Rete nelle Direzioni Progettazione, Acquisti, Commerciale, Amministrazione e Controllo. Ho sviluppato una conoscenza approfondita su tecnologie, strategie e modalità di comunicazione avvalendosi di sistemi multimediali, ideando e partecipando, nel 1994, alla costituzione, avvio e gestione della com.e srl di Roma, Multimedia Agency, leader nel suo settore di attività (www.com-e.com) che comprende il Web Content, Strategie per Alta Direzione, Formazione e Addestramento. Dal giugno 1998, dopo avere lasciato il gruppo FIAT, responsabile del progetto Trustees21 presso il World Economic Forum, a Ginevra, Svizzera. Nell’aprile 1999 ho accettato l’offerta del Sindaco della Città di Barletta, Dott. Francesco Salerno, di rivestire il ruolo di Direttore Generale/City Manager della Città di Barletta, nonché dirigente responsabile del personale e del settore informatica e telecomunicazioni del Comune. Ho gestito un’organizzazione di 450 persone, di cui 12 dirigenti in reporting diretto. A fine dicembre 1999, la modifica sostanziale della composizione della giunta della Città ha causato la conclusione del mio mandato, così da evitare le dimissioni del Sindaco. Dal febbraio 2000 a luglio 2001, ho operato in qualità di Assistente del Prof. Ferrante Pierantoni, Componente dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. A partire dall’ottobre del 2001 svolgo attività di consulenza strategica per l’alta direzione, con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza informatica e fisica. Sono stato Amministratore Delegato della società di consulenza Alef Consulting srl , da me fondata nel 1997, con cui ho svolto fino al dicembre 2013 attività di consulenza e formazione. Fino a luglio 2001 sono stato Senior Consultant e membro del consiglio di amministrazione della com.e srl, società attiva nel mondo di Internet, da me fondata con due soci nel 1994. Nel gennaio 2000 ho contribuito alla partenza della società If, Interface Factory srl, esperta d’interfacce avanzate di Rete, di cui sono presidente. Dal gennaio 2001 al mese di ottobre 2002 sono stato Responsabile delle Strategie della Multimoda Network spa, gruppo industriale del settore Moda, a MIlano. Dal novembre 2002 al Gennaio 2003 sono Chief Scientific Advisor per il Gruppo Finmeccanica spa, a Roma. A partire dal Gennaio 2003 sono entrato in organico come Group Scientific Advisor e V.P. responsabile della Technology Intelligence di Gruppo. In tale veste mi sono occupato di progetti speciali, coordinamento di attività fra aziende del Gruppo, facilitato il completamento di progetti di sviluppo prodotto, ideato e partecipato alla gestione del Premio Innovazione di Gruppo, avviato e gestito contenzioso legale, e sua soluzione positiva per Finmeccanica, con maggiore fabbricante automobilistico USA. Ho co-ideato e portato al successo il cosiddetto Project Zero della Agusta Westland, il primo velivolo a decollo verticale realmente innovativo dalla definizione dell’elicottero (vedere su Google Project zero AW). Assisto e interagisco con esponenti del mondo dell’arte per individuare soluzioni tecnologiche per la realizzazione di artefatti e opere. Ad esempio, componendo un gruppo di esperti provenienti dalle aziende del Gruppo Finmeccanica, abbiamo consentito al Maestro Maurizio Mochetti a realizzare la sua opera, installazione fissa al MAXXI di Roma, partecipando alla definizione delle soluzioni tecnologiche necessarie. A partire da Febbraio 2012 fino al dicembre 2014 sono in organico ad Ansaldo Energia spa, a Genova, come Senior Advisor R&D dell’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Zampini. Dal luglio 2012 al giugno 2013 sono membro del Consiglio di Amministrazione della PROTER srl a Terni, azienda attiva nella chimica di quarta generazione. . Dal Marzo 2015 socio fondatore di GoTo10 srl in Milano, attiva nel settore educazione e formazione, in particolare sulle tematiche relative all’insegnamento del pensiero computazionale. Dal settembre 2015 a giugno 2017 Amministratore Delegato di ProTer srl in Terni, società di ricerca e sviluppo attiva nel settore della chimica di IV generazione e della chimica verde. Da luglio 2017 a Novembre 2020, Chief Operating Officer e Vice Principal della JPED Academy a Pechino, distretto di Changping. Le mie attività comprendono essere responsabile operativo, vice-preside, direttore degli Studi, e docente STEAM di una nuova High School internazionale in lingua inglese, basata sul curriculum studiorum USA per studenti di nazionalità cinese. Rientrato in Italia a inizio novembre 2020, lavoro dal dicembre dello stesso anno, fino al novembre 2022, per la Geminiani srl, azienda specializzata nel campo dei motori per applicazioni industriali e in sistemi innovativi di gestione dell’energia elettrica in qualità di Senior Advisor per la R&D. Dal gennaio 2023, insieme a Michael Lenton, gia Amministratore Delegato di Fimeccanica Australia (oggi Leonardo Australia) con cui si è lavorato per molti anni in Finmeccanica, abbiamo avviato The Advisory, International Strategic Consulting, società di consulenza internazionale, attiva in particolare in Italia e Australia. Ci occupiamo di aziende e prodotti ad alta tecnologia, fornendo consulenza strategica, gestionale e legale. Inoltre, dal 1994, sono Professore a contratto di Strategie Aziendali, presso la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Teoria delle Decisioni, Dipartimento di Statistica, Università “La Sapienza”, Roma. Dal febbraio 2000 al Settembre 2006 sono co-ideatore, Docente e Assistant Director del MiNE, Master in the Network Economy presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dall’anno accademico 2001-2002 fino al settembre 2014 insegno strategie di comunicazione al Politecnico di Milano, Master in Design della Comunicazione, Dipartimento di Architettura, fiancheggiando il Prof. Paolo Ciuccarelli, titolare del corso di Metaprogetto. I miei punti di forza risiedono nella capacità di comprensione di Scienza e Tecnologia e di diversi aspetti delle discipline umanistiche, in particolari arti visive, e dunque capacità di sintesi fra queste, management e strategia; nella facilità di definire e fare crescere rapporti e relazioni interpersonali; in una lunga esperienza di relazioni internazionali a scala globale; in una non comune capacità di comunicazione, divulgazione e insegnamento. Mi viene riconosciuta capacità di leadership e di motivazione di team operativi interdisciplinari e internazionali. Nel corso degli anni ho seguito un notevole numero di corsi di specializzazione e seminari; ho pubblicato un gran numero di articoli scientifici, anche a carattere divulgativo su quotidiani e riviste specializzate. Anche qualche libro: da citare il primo testo in italiano che parlava del World Wide Web e zone limitrofe: “Il Libero delle reti, edizioni ADN Kroos.. Da oltre un decennio svolgo attività di consulente sui temi della strategia e dell’innovazione tecnologica. Sono stato membro di diversi Comitati e Gruppi di lavoro governativi e presso la CEE. Ho fatto parte del Comitato Scientifico della rivista “Scienza e Dossier” e titolare della rubrica “Il Nuovo” sviluppata su temi innovativi di Scienza e Tecnologia. Sono stato titolare di rubrica fissa sulle riviste “L’Europeo”, Next”, “Ceramicanda” e “Netforum”. Collaboro saltuariamente con molte altre testate. Blogger per il Fatto Quotidiano, Infosec News e Giano News. Ho avuto diverse esperienze didattiche, in Italia e all’estero, anche a carattere continuativo; ho tenuto un elevato numero di conferenze e seminari in Italia e all’estero per enti governativi, università e aziende private. Nel Marzo del 1990 sono stato chiamato dal rettore Prof. Mel Horwitch a far parte dello Scientific Advisory Board del Theseus Institute, Business School specializzata in Strategie dei Sistemi di Informazione e delle Reti, localizzata nel parco scientifico europeo di Sophia Antipolis, nel sud della Francia. Altre info disponibili su Google. Dimenticavo: due figli, due ex-mogli e Silvana da poco mi ha detto sì. Per concludere, ce n’è abbastanza da “scassare i cabasisi” a molti…

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