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LA RECENSIONE DI UN LIBRO DI DOMENICO VECCHIARINO: LE SPIE DELLA GUERRA FREDDA – RUBETTINO

Giuseppe Bodi di Giuseppe Bodi
09/04/2024
in RIFLESSIONI
LA RECENSIONE DI UN LIBRO DI DOMENICO VECCHIARINO: LE SPIE DELLA GUERRA FREDDA – RUBETTINO
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TE LO LEGGO IO

Il libro si compone di numerose storie di spionaggio, tutte rigorosamente vere, che hanno attraversato i quasi cinque decenni della Guerra Fredda. A compendio, nelle ultime pagine, troviamo una cronologia degli eventi salienti dal 1945 al 1991 ed un utile glossario per i non addetti ai lavori o per i non studiosi/appassionati della materia. Le note sono ben fatte in quanto forniscono spiegazioni sintetiche ma efficaci di una serie di sigle e situazioni ormai datate.

Il mondo dello spionaggio, che la gran parte della popolazione conosce per i tantissimi film sull’argomento o per travisamenti fantastici della realtà, qui viene toccato con mano: fatti e nomi.

Numerosi gli episodi narrati dalla fine della seconda Guerra Mondiale al 1991. A tratti pare di leggere il copione di un film ma, talvolta, la realtà supera l’immaginazione. Una guerra non cruenta (tranne in alcuni casi) combattuta con la finezza dell’intelligenza, del sotterfugio, del trovare soluzioni complesse ed estrose sul filo del rasoio quando tutto sembra perduto. La grande atavica ed infinita lotta tra spionaggio e controspionaggio ha mietuto vittime. Specie nell’ex URSS, chi veniva scoperto a rivelare “segreti” al “nemico” spesso pagava con la vita: condanna a morte.

Ben pochi sono stati capaci di rimanere indenni, senza conseguenze per la loro attività spionistica. Vivere ogni giorno con l’incubo di essere scoperti, talvolta cambiare vita e Paese per evitare rischi altissimi non è certo facile e non tutti sono in grado di farlo. Taluni hanno dovuto abbandonare il loro ruolo per non incorrere in gravi danni per sé ed i propri cari, altri hanno più volte cambiato “campo di gioco” (volontariamente e non), altri sono stati agenti doppi e tripli. Un mondo tanto affascinante, quanto pericoloso, non adatto a tutti, qualsiasi sia la funzione che si ricopre.

Tra le varie storie emergono alcuni fili conduttori. Perché si decide di collaborare con il “nemico” offrendosi o lasciandosi avvicinare e convincere ad intraprendere l’attività spionistica? Le motivazioni sono infinite e contemplano aspetti difficilmente riconducibili in “contenitori” che possano accogliere ogni sfumatura. 

Tra i principali fattori emergono quelli economici (avidità di denaro o situazioni debitorie rilevanti), ideologici (dissidenza verso la politica o le idee politiche in auge nel proprio Paese), aspetti sentimentali (innamoramento, sesso), ricatti (che possono riguardare le più disparate angolazioni della vita umana), semplice gusto del rischio, frustrazioni per presunte angherie subite negli avanzamenti di carriera, problemi psicologici o di dipendenza e molto altro. Lo spettro è tanto ampio quanto le problematiche dell’uomo e della sua psiche.

Lo scritto è incentrato sulle molte azioni di intelligence che hanno visto contrapposti est ed ovest nella rincorsa agli armamenti e nello sviluppo delle tecnologie militari e non. Lo spionaggio economico ed industriale copre sia il campo militare, sia quello civile. Tante storie, molte note per la rilevanza che è stata ad esse data dalla stampa all’epoca dei fatti, altre solo recentemente desegretate. Il mondo è costellato, a seconda delle esigenze del target dei servizi di intelligence, di militari, civili, donne, uomini, scienziati e semplici “signor nessuno” che sono nel giusto ufficio per carpire documenti ed informazioni.

In un capitolo si narra anche di un primo gruppo di hacker che iniziò quasi per gioco un’attività ora, purtroppo, molto diffusa.

Un libro sicuramente avvincente per chi predilige questo genere e che può illuminare su tanti episodi del passato, sicuramente non a tutti noti, ed aiutarci nell’interpretazione degli eventi della seconda metà del XX secolo.

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Giuseppe Bodi

Giuseppe Bodi

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