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L’UMANITÀ AL LIMITE DELLE SOGLIE DI SICUREZZA

Marco Flavio Michele Vismara di Marco Flavio Michele Vismara
18/09/2023
in SCENARI
L’UMANITÀ AL LIMITE DELLE SOGLIE DI SICUREZZA
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Il Prof. Lewis, dell’University College di Londra ha dichiarato: “Questo è un aggiornamento sorprendentemente cupo di un quadro già allarmante. Il pianeta sta entrando in uno stato nuovo e molto meno stabile, e questo non potrebbe essere un avvertimento più chiaro della necessità di profonde modifiche strutturali nel modo in cui trattiamo l’ambiente”.

Sul Guardian recentemente è apparso un articolo bello e terribile: i sistemi di supporto vitale della Terra sono stati così danneggiati che il pianeta è “ampiamente al di fuori dello spazio operativo sicuro per l’umanità”, così si legge in un lavoro scientifico pubblicato dalla prestigiosa rivista Science Advances.

In questo lavoro è stato rilevato che sei delle nove “soglie planetarie” sono state superate a causa dell’inquinamento causato dall’uomo e della distruzione del mondo naturale. Queste “soglie planetarie” rappresentano i limiti dei principali sistemi globali, come il clima, l’acqua e la diversità della fauna, al di là dei quali la loro capacità di mantenere un pianeta sano rischia seriamente di crollare.

Ma cosa significa dunque all’atto pratico il superamento di queste soglie? Vuol dire “semplicemente” che i sistemi sono stati spinti troppo lontano dallo stato sicuro e stabile che esisteva tra fine dell’ultima era glaciale, 10.000 anni fa  e l’inizio della rivoluzione industriale – il periodo noto ai geologi come Olocene – in cui si è sviluppata l’intera Civiltà moderna.

Questa valutazione secondo gli scienziati è il “primo check-up scientifico per l’intero pianeta” e riguarda tutte e nove le soglie planetarie descritte ad oggi.

Di queste, sei soglie sono state superate e altre due – l’inquinamento atmosferico e l’acidificazione degli oceani – sono a rischio imminente di superamento.

L’unica soglia che non è minacciata è l’ozono atmosferico, e questo ci dà un grande segnale di speranza. Infatti, è l’unica soglia al cui riguardo c’è stata concordanza e azione globale, grazie al famoso protocollo di Montréal, volto a eliminare sostanze chimiche dannose che hanno portato alla riduzione dell’ozono e definito da Kofi Annan “un esempio di eccezionale cooperazione internazionale, probabilmente l’accordo di maggior successo tra nazioni”.

Ciò che preoccupa maggiormente gli scienziati è che tutte e quattro le soglie biologiche, che riguardano tutto il mondo vivente, sono allo stadio di massimo rischio, o molto vicine ad esso.

Ma attenzione: le soglie planetarie però non rappresentano punti di rottura irreversibili, ma punti oltre i quali i rischi di cambiamenti fondamentali nei sistemi di supporto vitale della Terra aumentano in maniera estrema.

Queste soglie sono state definite nel 2009 e aggiornate nel 2015, quando solo sette di esse potevano essere valutate.

Il Prof. Johan Rockström, che ha guidato il team che ha sviluppato il concetto stesso delle soglie, ha dichiarato: “La scienza e il mondo intero sono davvero preoccupati per tutti gli eventi climatici estremi che colpiscono le società di tutto il pianeta. Ma ciò che ci preoccupa ancora di più sono i segnali crescenti di una diminuzione della resilienza planetaria“.

Questo calo della resilienza – unito all’inazione (quando non negazione) politica – potrebbe rendere impossibile il raggiungimento dell’obiettivo climatico di 1,5°C e avvicinare così il mondo a punti di rottura reali.

La Prof. Katherine Richardson, dell’Università di Copenaghen, che ha guidato questo recente lavoro di revisione, ha affermato: “Sappiamo con certezza che l’umanità può prosperare nelle condizioni che hanno caratterizzato gli ultimi 10.000 anni – non sappiamo se possiamo prosperare in caso di alterazioni significative, mentre l’impatto dell’uomo sul sistema Terra sta aumentando mentre parliamo“.

Questa revisione critica della bibliografia, basata su un corpus di circa 2.000 studi, ha indicato che molte delle soglie planetarie sono state superate da tempo. Ad esempio, la soglia per l’integrità della biosfera, che comprende il funzionamento sano degli ecosistemi, è stata superata alla fine del XIX secolo, a causa della devastazione del mondo naturale che ha decimato la fauna.

Lo stesso vale per la soglia sull’uso del suolo, superata nel secolo scorso, soprattutto a causa della deforestazione.

I modelli climatici suggeriscono che la soglia sicura per i cambiamenti climatici è stata superata alla fine degli anni ’80.

Per quanto riguarda l’acqua dolce, una nuova metrica che considera sia l’acqua nei laghi e nei fiumi che nel suolo ha mostrato che questa soglia è stata superata all’inizio del XX secolo.

Un’altra soglia riguarda il flusso di azoto e fosforo nell’ambiente, elementi vitali per la vita ma utilizzati in modo eccessivo nei fertilizzanti, causando l’inquinamento di molte acque. Secondo dati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, ogni anno vengono aggiunte ai campi circa tre volte la quantità sicura di azoto.

Secondo uno studio del 2022 la soglia per l’inquinamento da sostanze sintetiche, come pesticidi, plastica e rifiuti nucleari, è stata superata.

L’analisi condotta da Richardson ha valutato per la prima volta l’inquinamento atmosferico, che influisce sulla crescita delle piante e sulle piogge monsoniche, e ha rilevato che in alcune regioni come il sud dell’Asia e la Cina, l’inquinamento atmosferico ha superato la soglia planetaria, ma non ancora a livello globale.

L’acidificazione degli oceani sta anche peggiorando ed è vicina al superamento della soglia di sicurezza.

Gli scienziati hanno dichiarato: “Questo aggiornamento rivela che sei delle nove soglie sono state superate, suggerendo che la Terra è ora ben al di fuori dello spazio operativo sicuro per l’Umanità“.

Rockström ha affermato: “Se vogliamo sicurezza, prosperità ed equità per l’umanità sulla Terra, dobbiamo tornare nello spazio sicuro, e al momento non stiamo vedendo progressi in questo senso nel mondo“.

Le azioni chiave necessarie includono l’abbandono della combustione di combustibili fossili e la fine dell’agricoltura intensiva.

Le soglie planetarie sono stabilite utilizzando metriche specifiche, come il livello di CO2 nell’atmosfera per i cambiamenti climatici. I sistemi della Terra sono resilienti fino a un certo punto di cambiamento, quindi la maggior parte delle soglie è stata fissata a un livello superiore rispetto a quello che è persistito negli ultimi 10.000 anni. Ad esempio, il livello di CO2 era di 280 parti per milione (ppm) fino alla rivoluzione industriale, ma la soglia planetaria è stata fissata a 350 ppm.

Il Prof. Simon Lewis, dell’University College di Londra, che non ha fatto parte del team di studio, ha dichiarato al Guardian: “Questo è un’aggiornamento sorprendentemente cupo di un quadro già allarmante. Il pianeta sta entrando in uno stato nuovo e molto meno stabile, e questo non potrebbe essere un avvertimento più chiaro della necessità di profonde modifiche strutturali nel modo in cui trattiamo l’ambiente“.

Un recente studio, pubblicato a maggio, ha infatti esaminato l’intersezione tra le soglie planetarie combinate con questioni di giustizia sociale ed ha scoperto che sei delle otto “soglie dei sistemi terrestri” erano state superate.

Il concetto delle soglie planetarie è un tentativo eroico di semplificare il mondo, ma potrebbe essere troppo semplificato per essere utile nella gestione pratica della Terra. Ad esempio, il danno e la sofferenza derivanti dalla limitazione del riscaldamento globale a 1,6°C mediante politiche pro-sviluppo e investimenti massicci nell’adattamento ai cambiamenti climatici sarebbero molto minori rispetto al danno e alla sofferenza derivanti dalla limitazione del riscaldamento a 1,5°C mediante politiche che favoriscono i ricchi e ignorano i poveri. Tuttavia, il concetto funziona come una parabola guidata dalla scienza del nostro tempo.

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Marco Flavio Michele Vismara

Marco Flavio Michele Vismara

Marco Flavio Michele Vismara, oltre ad abbondare anagraficamente, è medico specialista e dottore di ricerca in Genetica Medica. Nato a Roma nel 1981, si è laureato al Campus Bio-Medico, addottorato alla Sapienza e specializzato a Tor Vergata, tutte a Roma. Per completare gli studi, è andato all’Istituto di biologia molecolare dell’Università di Zurigo a preparare la sua Tesi e… è rimasto a vivere lì con Chiara, la sua paziente (non in senso clinico) compagna. Dopo un tirocinio alla Radboud University di Nimega (NL), ha conseguito il Diplôme inter-universitaire “Cytogénétique classique et moléculaire” all’Université Paris Descartes. Perfezionatosi “soggiornando” anche alla Rutgers University negli Stati Uniti e al Landspìtali di Reykjavik, in Islanda, collabora con l’Università di Catanzaro come Cultore della materia e, come docente e vicedirettore, con la Summer School di citogenetica organizzata dalla Società Europea di Genetica Umana (ESHG) e dall’Associazione Europea dei Citogenetisti (ECA) che si tiene a Goldrain (BZ). Tra i soci fondatori della Società Nigeriana di Genetica Umana (NiSHG.org), è affascinato dalle sfide futuristiche della medicina moderna soprattutto nel campo delle malattie rare, dell’oncologia e, più in generale, della medicina traslazionale, trovando – fra l’altro – modo di riflettere criticamente anche sulle ricadute delle nuove tecnologie hanno sulle nostre vite. E’ autore di un brevetto e di vari lavori scientifici, tra pubblicazioni peer reviewed e contributi a congressi. Al momento sta lavorando a un progetto internazionale di start up nel campo med-tech.

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