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IL CONTROLLO È IL PROBLEMA, NON LA SOLUZIONE

Marco Mastrilli di Marco Mastrilli
06/03/2024
in RIFLESSIONI
IL CONTROLLO È IL PROBLEMA, NON LA SOLUZIONE
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TE LO LEGGO IO

Ci si trova ormai in un contesto che si muove a ritmi crescenti e la nostra incessante ricerca di controllo emerge in modo più prepotente. Il desiderio di dominare ogni aspetto delle nostre vite, dalla carriera alle relazioni personali, sembra una risposta naturale all’incertezza che ci circonda. Tuttavia, è proprio in questo desiderio che risiede una trappola insidiosa, una che può allontanarci dalla vera essenza dell’esistenza e dalle gioie più autentiche che questa ha da offrire.

Jon Kabat-Zinn, introducendo il concetto di mindfulness, ha aperto una finestra su un modo diverso di vivere, suggerendo che ancorarsi al presente potrebbe liberarci dall’impulso di controllare. Ma oltre la mindfulness, c’è un mondo intero di equilibri da esplorare, specialmente nei territori intricati delle relazioni umane e delle dinamiche lavorative.

Nel tessuto delle nostre giornate lavorative, l’overdose di controllo manifesta i suoi effetti più paralizzanti. Immaginate un manager che, mosso dalla paura di perdere il controllo, microgestisce ogni dettaglio del lavoro dei suoi dipendenti. Questo non solo soffoca la creatività e l’autonomia, ma alimenta un ambiente di lavoro teso e improduttivo. 

È qui che il concetto di delega assume un significato profondo, trasformandosi da semplice pratica manageriale a pilastro di una leadership illuminata. Delegare significa fidarsi della competenza e della capacità decisionale altrui, è un passo verso la costruzione di un team coeso, dove ogni membro si sente valorizzato e responsabilizzato.

Passando al regno delle relazioni affettive, il bisogno di controllo può rivelarsi altrettanto problematico. Sono noti gli innumerevoli casi di coppie che, di fronte alle sfide sentimentali, si sono ritrovate in un vortice di conflitti alimentati dal bisogno di controllo reciproco che spesso ha avuto esiti tragici. Anche nelle relazioni più intime, quindi, il controllo può essere un nemico silenzioso, un ostacolo all’intimità e alla comprensione.

Riflettendo su questi scenari, sia professionali che personali, emerge un filo conduttore: la libertà e la crescita si trovano non nel rafforzare il controllo, ma nel saperlo allentare e rimodulare. È un paradosso che sfida l’intuizione, ma che racchiude una verità profonda sulla natura umana e sulle dinamiche della vita sociale.

I contesti militari forniscono in modo paradossale una prospettiva illuminante. Lo stereotipo secondo il quale le Forze Armate vengono percepite come ambienti di rigido controllo, nasconde una verità più sfumata. La precisione e l’ordine servono infatti non tanto alla concentrazione del potere, quanto alla sua distribuzione efficace. 

In questi sistemi, ogni ruolo, definito con chiarezza, contribuisce all’efficienza, alla sicurezza e all’unità identitaria. La lessons learned per il mondo aziendale è profonda: un ambiente basato sulla fiducia, la collaborazione e l’empowerment può trasformare i leader in mentori, sbloccando il potenziale innovativo e motivazionale dei collaboratori.

 

Il viaggio verso la realizzazione personale e il successo collettivo è disseminato di incertezze e imprevisti. Accettare questa realtà, piuttosto che combatterla con un controllo ossessivo, può aprirci a un’esistenza più ricca e soddisfacente. Che si tratti di navigare le acque tumultuose delle relazioni o di guidare un team verso obiettivi comuni, la chiave risiede nella nostra capacità di abbracciare l’incertezza con flessibilità e fiducia nella resilienza e nel potenziale umano.

In questo modo, lasciando che il controllo si dissolva nelle acque più calme dell’accettazione e dell’affidamento reciproco, possiamo davvero iniziare a vivere in armonia con noi stessi e con coloro che ci circondano, scoprendo che, in effetti, il controllo è il problema, non la soluzione.

 

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Marco Mastrilli

Marco Mastrilli

Ho radici profonde a Roma, città in cui sono nato nel 1964 e dove attualmente vivo e lavoro. La mia formazione accademica è incentrata sulle Scienze Sociali, con una Laurea che ha costituito il fondamento del mio percorso professionale, arricchita con due Master Universitari, uno in Gestione delle Risorse Umane e un altro in Tecniche di Analisi della Persona. La mia carriera ha conosciuto diverse sfaccettature, iniziando con il servizio nell’Arma dei Carabinieri in giovane età che ha rappresentato un’esperienza fondamentale nel mondo delle istituzioni e ha plasmato il mio approccio alla ricerca della verità, alla giustizia e all’informazione accurata. Successivamente ho abbracciato il mondo del business, occupando ruoli di management in ambito multinazionale e sviluppando competenze nel campo del marketing, della comunicazione e delle vendite. Questo background mi ha permesso di comprendere ulteriormente le dinamiche comunicative in modo approfondito, contribuendo all’acquisizione di competenze che ritengo fondamentali nel giornalismo moderno. Ho avuto il privilegio di scrivere e pubblicare quattro sillogi poetiche che rappresentano un importante riflesso della mia espressione artistica e della mia sensibilità verso l’uso delle parole. Parallelamente alla mia carriera civile, ho conservato un forte legame con le istituzioni, mantenendo attiva la mia partecipazione come ufficiale del Corpo Militare CRI, dove attualmente ricopro il ruolo di Capo Ufficio Operazioni e Addestramento per l’Italia Centrale. Questo impegno mi ha insegnato l’importanza della leadership, della gestione delle emergenze e della solidarietà in situazioni critiche, mantenendo sempre attiva l’attenzione verso la persona e l’umanità che essa sottende. Sono Giornalista Pubblicista iscritto all’Ordine Nazionale dei Giornalisti di Roma, un riconoscimento che testimonia il mio impegno nel rispettare gli standard etici della professione. La mia passione per la scrittura e la ricerca della verità mi hanno spinto a perseguire questa strada che mi stimola a informare e coinvolgere il pubblico, attraverso articoli che spero contribuiscano a diffondere cultura e consapevolezza nella nostra società. Sono entusiasta di continuare a contribuire alla narrazione informativa e alla diffusione della conoscenza attraverso le pagine di questa rivista.

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