Il dibattito in tema di Intelligenza Artificiale si è animato per l’appena anticipato accordo provvisorio europeo in cui si dimenano la Commissione, il Consiglio e il Parlamento europeo. Ne sono venute fuori 892 pagine su quattro colonne in cui sono contrapposte le versioni finora elaborate e da cui si desume che tutta questa grande sintonia non sembra esserci.
Mentre nel Vecchio Continente si vocifera che la Francia sta per mandare all’aria le trattative per il nascente Regolamento in tema di IA, dall’altra parte dell’Oceano la Federal Trade Commission statunitense indagherà sui giganti tecnologici americani per vedere se esercitano un’influenza indebita sul settore dell’intelligenza artificiale generativa.
La potente Agenzia federale ha scritto ad Alphabet (la società madre di Google), Amazon, Anthropic, Microsoft e OpenAI e nella sua lettera chiede documentazione riguardante questioni quali partnership esclusive, accesso privilegiato a prodotti e servizi o la capacità di limitare i prezzi di un’altra società.
La FTC è andata a rispolverare la clausola 6(b) del suo statuto istitutivo, che la autorizza a emettere l’equivalente approssimativo di un mandato di comparizione alle società private.
La sua Presidente, Lina Khan, ha affermato che la commissione vuole informazioni sugli “investimenti e sulle partnership che si stanno formando tra gli sviluppatori di intelligenza artificiale e i principali fornitori di servizi cloud”.
La ragione è fin troppo semplice. La Federal Trade Commission vuole capire “se questi legami consentono alle aziende dominanti di esercitare un’influenza indebita o di ottenere un accesso privilegiato con modalità in grado di compromettere e minare la concorrenza leale in tutto il mondo in ordine alle architetture di trasporto delle informazioni (il cosiddetto Layer 1).
Ad onor del vero questa iniziativa mutua quel che aveva messo in campo già l’Autorità Antitrust britannica. La Commissione Europea, da parte sua, si è attivata per verificare se l’investimento di Microsoft in OpenAI possa infrangere la disciplina UE sulle fusioni societarie,
L’elemento scatenante è forse stato il ruolo di Microsoft nel riportare il CEO di OpenAI Sam Altman alla sua posizione di guida dell’impresa dopo una breve estromissione a novembre e nell’ottenere un posto senza diritto di voto da parte di Microsoft nel consiglio di amministrazione di OpenAI (evidenziando la natura profonda del legame tra le due società).
Microsoft ha promesso 13 miliardi di dollari al produttore di modelli di intelligenza artificiale generativa, prevedendo di incorporare il modello ChatGPT di intelligenza artificiale generativa di OpenAI come Copilot nella sua suite di produttività personale Office. E non è finita.
All’inizio di gennaio Microsoft ha dichiarato che includerà un tasto Copilot nelle tastiere dei PC Windows 11, una rara alternativa alla tastiera standard. “Un momento di trasformazione” hanno pubblicizzato le truppe di Bill Gates.
La FTC teme pesanti disequilibri e ha affermato che le principali aziende tecnologiche stanno perseguendo partnership e pianificando investimenti diretti con gli sviluppatori di intelligenza artificiale. Obiettivo? Ottenere l’accesso alle tecnologie chiave e agli input necessari per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
La supremazia nel settore dell’intelligenza artificiale dovrebbe preoccupare un po’ tutti, ma l’entusiasmo della novità fa passare in secondo piano le legittime perplessità.