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SAVIANO HA IL MERITO DI AVER SVEGLIATO QUALCHE COSCIENZA

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
04/08/2023
in EDITORIALI
SAVIANO HA IL MERITO DI AVER SVEGLIATO QUALCHE COSCIENZA
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TE LO LEGGO IO

La RAI depenna Saviano dal palinsesto e subito infuriano le polemiche. Aride, come il clima politico e quello estivo vogliono.

L’esclusione dello scrittore viene giustificata da scelte aziendali, ma non sembra bastare. Da una parte e dall’altra, dimenticando che ad ogni cambio di fronte qualcuno della pregressa compagnia ne fa le spese, i piromani dell’opinione incendiano gli animi con le argomentazioni più diverse e avviano la caccia ai testimoni più autorevoli cui far rilasciare dichiarazioni sensazionalistiche dissetanti la pubblica curiosità.

E’ stata l’occasione per far dire a Carmelo Burgio, generale di corpo d’armata dei CC, che non ci sono tracce dell’apporto di Roberto Saviano alle indagini contro il crimine organizzato.

A quest’ultimo nessuno ha dato l’opportunità di controbattere in ordine all’assenza di un concreto contributo dell’Arma nella letteratura o nel giornalismo, ma se possiamo dare un calcio alla par condicio non è giusto prendere a pedate anche il buon senso.

L’equazione proposta al quisque de populo dal mainstream dell’informazione sospinta dall’Eolo governativo è di immediata percezione. Saviano doveva andare in onda con quattro puntate sull’universo criminale, Saviano non ha fatto nulla nella guerra contro camorra e mafia, Saviano è stato rimosso anche per carenza di titoli a dissertare di quei temi…

Il brusco ridimensionamento di Roberto Saviano, la cui vocazione è sempre stata quella di raccontare e non di svolgere attività di polizia giudiziaria, è – a mio umile avviso – iniquo e poco educativo.

La guerra contro la malavita ingegnerizzata non si combatte solo con l’M12 e il “mefisto” calzato in favore di telecamere. Non è una semplice sfida tra duellanti, tra il buono e il cattivo, ma un ben più complesso conflitto tra il bene e il male dove si attenuano i contorni di singoli eroi e criminali. I tanti martiri di questa contrapposizione sono l’indicatore di uno scontro episodico e non sistematico. Lo schieramento della legalità non vince se composto solo da valorosi magistrati e coraggiosi “sbirri” che non hanno paura pur sapendo di andare incontro alla morte. La compagine chiamata a sradicare il malaffare atavico è l’intera società, la stessa che si è abituata a sopportare le ingiustizie e a confondere i soprusi con una sofferta normalità.

In questo “esercito” ci sono anche Roberto Saviano e altri come lui, cui va il merito di aver spalancato la finestra non su un cortile ma su uno sconfinato orizzonte, di aver invitato la gente ad aprire gli occhi, di aver scoperchiato pentole che le Istituzioni forse hanno esitato a rendere accessibili alle persone comuni.

Non mi preoccuperei di “pesare” l’ingrediente “Saviano” nella ricetta per vincere il crimine organizzato. La sigla “QB”, quella che indica “quanto basta”, la applicherei anche a Don Ciotti e ai tanti altri che non impugnano una pistola per uccidere il policefalo mostro che stritola il Paese.

In una Repubblica in cui il Presidente – commemorando la strage neofascista della Stazione di Bologna – parla di “ignobili depistaggi”, sono costretto a mettere la querelle sull’autore di Gomorra in fondo alla graduatoria dei problemi da affrontare. Parlare di un “inutile” Saviano toglie il posto alle chiacchiere su chi nei ranghi del “law enforcement” non ha fatto il proprio dovere o ha tradito il giuramento prestato, come purtroppo la cronaca e i processi dolorosamente ogni tanto ci ricordano. L’eccessiva personalizzazione esclude la possibilità di considerare il “favoreggiamento” inconsapevole di chi quotidianamente si volta dall’altra parte e non denuncia… Preferisco chi parla di queste cose alla più ampia platea che finge di non vedere.

Si lavori per una reale coesione della collettività, perché la lotta ai clan mafiosi e camorristici o alle ‘ndrine comincia da genitori e insegnanti che devono essere capaci di instillare nei giovani i valori che sono gli anticorpi al delinquere o semplicemente al chiudere gli occhi.

 

 

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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