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L’UNICO RIMEDIO AI DOSSIER E’ L’INTEGRITA’ DI CHI INDAGA

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
06/08/2023
in EDITORIALI
L’UNICO RIMEDIO AI DOSSIER E’ L’INTEGRITA’ DI CHI INDAGA
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TE LO LEGGO IO

Il fenomeno “dossier” è qualcosa di atmosferico, qualcosa di molto naturale, qualcosa difficile da evitare con procedure e controlli.

I controlli, in particolare, arrivano sempre dopo che qualcosa di spiacevole è successo. Le procedure, poi, vengono adeguate dopo i controlli e quindi sempre tardi.

Le contromisure – fatta la legge, trovato l’inganno – entrano in funzione e la loro efficacia non di rado si rivela effimera perché la vivacità di chi intende by-passarle è a dir poco irrefrenabile.

Regole rigide e affilatissimi strumenti software sono in esercizio da tempo e, tutto sommato, hanno tradito le aspettative e sbriciolato le più fervide speranze. Il dossieraggio e i corrispondenti scoop sono la parte emersa di un iceberg pronto a collidere e ad affondare quel che resta della democrazia, sulla cui tolda si balla frenetici in attesa che lo scafo si inabissi.

I sistemi che custodiscono informazioni personali critiche o sensibili sono strutturati per vincolare l’accesso al rispettivo patrimonio di conoscenze a chi si trovi in possesso di specifici requisiti. Il processo di autorizzazione prevede l’identificazione del soggetto abilitato, l’autenticazione dello stesso grazie a password o altre chiavi anche biometriche, una certa “libertà di movimento” corrispondente ai livelli di autorizzazione che sono stati concessi in ragione del ruolo e della missione dell’operatore in questione.

Se il soggetto è “accreditato” – come nel recente caso oggetto di acerrima discussione – non compie un accesso indebito ad un sistema informatico, perché è legittimato a servirsene e ogni sua azione viene automaticamente registrata dai cosiddetti “log”. Al limite il tizio può “approfittare” di questa sua “patente”, ma simile circostanza potrebbe essere sensibilmente attenuata se davvero la riforma della giustizia giungerà a cancellare l’abuso d’ufficio…

Prescindendo dalle violazioni del segreto o da altre fattispecie analoghe, l’uso improprio di dati personali non è cosa nuova e a guardar bene nello specchietto retrovisore della macchina legislativa se ne trova traccia già nella legge 121/81 (quella della riforma della PS) che all’articolo 12 prevedeva specifiche sanzioni per comportamenti “irrituali”. Nel tempo si sono susseguite norme che hanno cercato di proteggere la privacy e scongiurare un utilizzo indebito di informazioni, ma le cattive abitudini sono sopravvissute.

Se non si immagina chi – come si diceva un tempo – “siede alla tastiera di un terminale” come un inevitabile bandito, vale la pena immedesimarsi in un qualunque investigatore volenteroso e perspicace. Chi svolge indagini sa bene quali siano gli archivi elettronici da consultare e spesso sfrutta portali che aggregano il contenuto di più banche dati. I “database relazionali” hanno per loro natura la possibilità di avere un campo (o voce della singola scheda) agganciabile ad uno analogo che è incastonato in altro archivio: si parla di “campo match” (si pensi al codice fiscale) che è il perno ideale per incrociare la quintessenza di più fonti.

Una persona capace riesce a redigere un “dossier” ben rimpolpato nel giro di poche ore e, sfruttando quel che si trova in Rete, può arricchire il profilo del personaggio di interesse con notizie e dettagli che non compaiono negli archivi ufficiali. L’abilità nel rastrellare dati è un pregio fondamentale di un vero “sbirro” e spesso è potenziata da un certo intuito a scovare altre opportunità di integrazione del lavoro da svolgere.

Il tanto temuto “dossieraggio” prescinde da vincoli e limiti, ma si basa esclusivamente sulla imperdonabile slealtà di chi tradisce la propria organizzazione. Si possono implementare i meccanismi più rigorosi, ma se il soggetto autorizzato decide di agire contra legem si può fare proprio poco. Si possono inibire il salvataggio di file su dischi esterni o la stampa, e poi ti salta fuori chi – come il capitano di fregata Walter Biot – fotografa quel che è visualizzato sullo schermo…

L’analisi dei “log” porta a rilevare le interrogazioni fatte da quell’accoppiamento utente/password includendo le attività eventualmente svolte da un terzo che le ha carpite in modo fraudolento… I professionisti dei dossier illegali normalmente agiscono approfittando di sessioni di lavoro lasciate aperte dal collega che improvvisamente ha abbandonato il suo computer non presidiato per “allontanarsi un attimo” e si guardano bene dal far registrare a proprio nome certe ricerche.

Il “tesoro”, poi, non lo lasciano certo sul computer dell’ufficio ma fanno sparire ogni traccia e così potremmo continuare in una sterminata sequenza di considerazioni.

E’ ovvio che – come in tutte le faccende di sicurezza informatica – l’anello debole è quello “umano”. L’impiego di dispositivi e procedure non evita un bel niente e al massimo consente di risalire al colpevole. Dopo, molto tempo dopo.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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