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ARRIVA IL BARDO, ANZI IL BARD: GOOGLE BARD

Andrea Aparo von Flüe di Andrea Aparo von Flüe
29/03/2023
in TECNOLOGIA
ARRIVA IL BARDO, ANZI IL BARD: GOOGLE BARD
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TE LO LEGGO IO

ChatGPT-4 ricorda il titolo di un videogioco con macchine da corsa, il che spiega perché Google ha deciso di battezzare la sua versione del Trasformatore pre-addestrato per generazione di conversazioni (ChatGPT-4 sta per Chat Generative Pre-trained Transformer, version 4) in modo molto più serio, chiamandolo Bard, ovvero Bardo.

In origine il bardo, presso i popoli celtici, era un cantautore professionista, un rapper ante-litteram, che musicava imprese e gesta epiche, esperto di storia, costruttore di racconti.

Nei secoli il significato del termine si è allargato per indicare un autore, possibilmente famoso e molto bravo. Esempio: il grande William Shakespeare è anche conosciuto come il Bardo di Avon.

Presentiamo qui il Bardo, o meglio il Bard di Mountain View, sede della premiata ditta Google LLC.

Bard, per i tecnici si tratta di un chatbot, è in grado di rispondere a non importa quale domanda ed è in grado di discutere di qualunque argomento con l’utente digitante. Per evitare che egli abbia la sensazione di avere a che fare con un essere senziente, Google ha deciso, a differenza di ChatGPT-4 di non dare a Bard un’interfaccia utente di tipo colloquiale.

Potrebbe essere che tale decisione sia conseguente alle polemiche scoppiate lo scorso giugno, quando Blake Lemoine, uno degli ingegneri di Google che stava sviluppando Bard, ha dichiarato alla stampa che il chatbot era diventato senziente, mostrava sentimenti, pensava e ragionava come un essere umano. Un umano giovane, fra i sette e gli otto anni di età. (L’azienda ha messo Lemoine in aspettativa).

Il principio di funzionamento di Bard è analogo a ChatGPT-4. Utilizza come modello di intelligenza artificiale, capace di generare dialoghi strutturati, fluidi e variegati, il LaMDA (Language Model for Dialogue Applications).

LaMDA è un modello linguistico basato su Transformer, un’architettura di rete neurale inventata da Google nel 2017. Tale architettura costruisce un modello che può essere addestrato facendogli leggere trilioni di parole (per essere precisi 1560 miliardi) che gli consentono di raccogliere schemi tipici del linguaggio umano, permettendogli poi di generare risposte di cui è in grado di prevedere la ragionevolezza.

Non troppo chiaro, vero? Tentiamo un altro approccio.

Chat GPT e Bard utilizzano potenti modelli di intelligenza artificiale in grado di prevedere, dopo avere letto miliardi di parole e di frasi, utilizzando metodi statistici, quali parole devono essere ordinate, una dopo l’altra, per costruire frasi che abbiano senso logico e significato in accordo con le regole della lingua utilizzata dall’utente.

Meglio?

Lo scopo finale è rendere le informazioni e il mondo digitale più facili da accedere e usare avvalendosi di applicativi che utilizzano l’intelligenza artificiale generativa conversazionale.

Bard, a differenza dei suoi concorrenti, ha avuto anche la facoltà di apprendere andando a leggersi i dati del servizio Gmail. Contenuti dei messaggi di posta elettronica e conversazioni relative. Dicono che la cosa è stata fatta rendendo il tutto anonimo.

Bard, dichiara Google, vuole essere un collaboratore creativo e utile, che amplifica l’immaginazione dell’utente, aumenta la sua produttività, aiuta a realizzare le proprie idee sia che si voglia organizzare la festa di compleanno perfetta, definire l’elenco di pro e contro relativi a una decisione importante, o comprendere argomenti molto complessi.

Utilizza tre metriche per valutare la qualità dei suoi elaborati: la sensatezza, ovvero se il tutto ha senso o fa senso; la specificità, opposto di genericità e vaghezza; l’interesse, nel senso di generazione di curiosità e conoscenza.

Insomma, Bard c’è per dare una mano. Aiuta a giocare con le idee, a pianificare. Costruisce sintesi semplici di temi complessi. Stende bozze, scrive messaggi di posta elettronica, ma anche poemi, poesie e molto altro. In sintesi, non è un motore di ricerca, ma un metodo per esplorare i più disparati argomenti.

Google è stata forzata a presentare Bard, in fretta e furia, a seguito della sensazione provocata, all’inizio di dicembre dello scorso anno, dal lancio di ChatGPT.

Il 6 febbraio scorso, nella demo di lancio, è stato chiesto a Bard quali scoperte del telescopio James Webb potevano essere raccontate a un bimbo di nove anni. La risposta era in tre punti: nel 2023 ha individuato delle galassie piccole e verdi, battezzate pisellini; ha catturato immagini di galassie vecchie più di 13 miliardi di anni e ha scattato la prima foto di un esopianeta. Peccato che il terzo punto non sia vero. La demo è stata una catastrofe (come tutte le demo d’altronde…).

Bard si è preso una torta in faccia, magnifica e molto cara, visto che Google ha registrato, in una sola seduta, una perdita di valore di mercato dell’ordine delle centinaia di miliardi di dollari. La borsa non perdona. 

Anche a causa dello spiacevole evento, Bard invita gli utenti alla cautela. Sconsiglia caldamente di affidarsi ai pareri espressi nei campi medicale, legale o finanziario o in altri dove viene richiesta alta professionalità. Dichiara esplicitamente che le opinioni espresse da Bard non rappresentano quelli di Google e non devono quindi essere attribuite a Google. Mette in guardia sulla possibilità che Bard fornisca informazioni inadeguate o non appropriate.

Chiede, nel caso di risposte non corrette, di essere informata. Però solo per ora, perché il tutto è ancora sperimentale.

Il potenziale di ChatGPT-4 e di Bard è enorme, così come la loro flessibilità di uso, ma sono ancora in fase di messa a punto. Ogni tanto danno i numeri. Google parla di allucinazioni.

Come se nell’oceano delle informazioni in cui si immergono ci fossero gocce tossiche, psicotrope, con effetti allucinogeni per l’appunto.

Già, queste gocce tossiche possono essere una valida metafora delle “Fake news”, le notizie false, dati i loro effetti altamente tossici.

Google, a differenza delle Intelligenze Artificiali generative (IAg) proposte da Microsoft e da OpenAI, ha pensato bene di pubblicare delle “Policy”, ovvero delle linee guida su come utilizzare Bard o i servizi che ne faranno prossimamente uso (tra cui Gmail e Google Docs). A dire il vero ha indicato quali sono gli usi proibiti.

Bard non deve essere usato per “eseguire o facilitare attività pericolose, illegali o dannose”; oppure per generare e distribuire contenuti destinati a “disinformare, travisare o fuorviare”. Non sono permessi usi atti a produrre contenuti “sessualmente espliciti, inclusi quelli creati a scopo di pornografia o gratificazione sessuale”.

Non è consentito “ignorare o eludere i filtri di sicurezza e di spingere intenzionalmente l’IAg ad agire in maniera tale da contravvenire alle politiche” di Google.

Viene fatto divieto della “falsa rappresentazione della provenienza dei contenuti generati”.

In altre parole, gli utenti non possono usare quello che produce Bard spacciandolo per proprio o generato da un essere umano.

Non si può usare per definire contenuti “che impersonano un individuo, vivo o morto”, senza che sia chiaramente specificato.

L’IAg non può essere usata né per fuorviare le persone in tutte le aree ritenute “sensibili”, di cui si è già accennato, quali quelle della salute, della finanza, del governo e delle leggi, né per prendere decisioni “automatiche” in ambiti che incidono «sui diritti materiali o individuali, o sul benessere», come nel mondo del lavoro, dell’assistenza sanitaria, delle assicurazioni e della previdenza sociale. Anche se l’IAg è in grado di produrre contenuti afferenti a tali aree, lo fa solo «a scopo informativo e non sostituisce la consulenza di un professionista qualificato» (possibilmente umano…).

Abbastanza palese che queste regole di comportamento siano state formulate con l’obiettivo primario di proteggere Google dagli usi dell’IAg attualmente consentiti.

Infatti se si vanno a leggere i Termini di Servizio Aggiuntivi (si raccomanda di farlo sempre e comunque, per qualunque servizio cui si accede in rete, anche se lo fanno in pochissimi: voi lo fate?), Google spiega che il servizio «utilizza una tecnologia sperimentale e talvolta può fornire contenuti imprecisi o offensivi che non rappresentano le opinioni di Google». Pertanto invita gli utenti a usarlo con discrezione e a pensarci due volte prima di affidarsi a un contenuto generato da Bard.

Tuttavia i principi espressi sono molto condivisibili. Al punto che forse sarebbe opportuno chiedere ai fornitori di servizi di IAg di evidenziare, negli elaborati forniti agli utenti, quali brani, paragrafi, idee sono stati prelevati dove e da chi.

Mi è già capitato di trovare un’intera voce di Wikipedia riportata, parola per parola, nel testo di un breve saggio generato a seguito di una mia richiesta a ChatGPT.

Si può definire la regola secondo cui le IAg non possono usare quanto da loro elaborato per rispondere a domande successive. In alternativa, o in modo complementare, si può chiedere che quanto viene elaborato dalle IAg venga memorizzato in uno spazio dati dedicato, così che sia sempre possibile, utilizzando un motore di ricerca tradizionale, verificare se il testo che si ha davanti sia umano o artificiale.

Una tale soluzione renderebbe di certo la vita molto più semplice ai docenti universitari per capire se l’elaborato di tesi del candidato sia o meno originale. Eviterebbe il rischio di essere accusati di plagio. Consentirebbe una maggiore protezione della proprietà intellettuale.

Insomma, si sta configurando un nuovo gioco e servono regole per giocarlo al meglio.

Anni fa, quando il nostro era ancora un Paese pensante, la Presidenza del Consiglio dei Ministri chiese, in una situazione simile, a un piccolo gruppo di persone che sapevano di cosa stavano parlando, di definire le Linee Guida per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione. Lo fecero in pochi mesi.

Occorre che oggi venga chiesto, a un gruppo con le stesse caratteristiche di quello di tanti anni fa, di definire le Linee Guida per l’uso intelligente dell’intelligenza artificiale, tanto nel pubblico quanto nel privato.

Anche in questo caso lo si può fare in pochi mesi. Basta volerlo.

Come dite? Devo smettere di sognare?

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Andrea Aparo von Flüe

Andrea Aparo von Flüe

Padre italiano, madre svizzera-tedesca. Lunghi periodi all’estero fra Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone. Scuole primarie svizzere e irlandesi; scuola secondaria in Francia e in Italia. Il risultato è un’ottima conoscenza del francese, inglese e del dialetto svizzero tedesco; buona del tedesco, elementare del giapponese e la capacità di muovermi da “indigeno” in contesti culturali diversi. Nel gennaio del 1978 mi hanno laureato dottore in fisica “summa cum laude” discutendo una tesi sperimentale sulla dinamica di caduta dei chicchi di grandine, sviluppata lavorando come ricercatore presso l’Ufficio Centrale di Ecologia e Meteorologia Agraria del Ministero Agricoltura e Foreste, per conto del quale ho lavorato nei periodi estivi dal 1977 al 1979 come membro del Gruppo italiano che partecipava alla ricerca internazionale Grossversuch IV (Politecnico di Zurigo, Università di Montpellier e Grenoble, Ricercatori dell’URSS). Dopo essere risultato primo su quattrocento candidati, nel 1979, sono stato assunto, con la qualifica di Ricercatore, all’Ufficio Europeo Brevetti dell’Aja (NL), da cui mi sono dimesso a causa dello scarso interesse del lavoro e dello stipendio eccessivo. Tornato in Italia, nel 1979, mentre ero docente di Meteorologia all’IT Aeronautico “Francesco de Pinedo”, sono stato chiamato dal Prof. Umberto Colombo a lavorare come consulente al CNEN, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, di cui egli era Presidente. In tale veste ho curato prima studi sul contenuto energetico di centrali nucleari e convenzionali, poi sono stato responsabile di diverse “task forces” per la definizione e avvio di attività connesse alla diffusione di nuove tecnologie: coordinamento del Gruppo di lavoro per la documentazione e l’informazione, automazione delle biblioteche geograficamente diffuse del CNEN, creazione di un servizio di “business graphics” computerizzata, avvio delle iniziative di Office Automation, automazione integrata della Presidenza e Direzione Generale. Nel 1981 sono entrato negli organici dell’ENEA, (ex CNEN) come collaboratore Tecnico Professionale alla Direzione Centrale Relazioni Esterne per poi passare alla Direzione Centrale Studi e ho iniziato la mia attività di Assistente del Presidente. Dal giugno del 1982 al maggio del 1983, su invito del Massachusetts Institute of Technology, Laboratory for Computer Science, mi sono trasferito a Cambridge (USA) per lavorare come Visiting Scientist, membro dell’Office Automation Group. In tale sede ho approfondito gli aspetti del management dei processi d’innovazione tecnologica e ho avuto responsabilità di conduzione del gruppo di ricerca, non ché di Thesis Advisor. Dal luglio 1983 all’aprile 1987 ho fatto parte della Direzione Centrale INFO dell’ENEA come responsabile dei progetti di automazione di ufficio. Continuando l’attività di Assistente del Presidente, ho avuto responsabilità dei progetti di diffusione dell’innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese, analizzando una serie di potenziali “start up”. Nel 1984 ho curato la pubblicazione di uno studio sui mestieri e le professioni degli anni ’90, mettendo a frutto le conoscenze, acquisite nel corso degli anni, di economia, management e di diverse nuove tecnologie: informatica e telematica, nuove energie, nuovi materiali, biotecnologie, innovazioni di processo (laser, robotica, FMS, CAD-CAM, ecc.) per citare le principali. Con la fine del 1985 ho ideato, gestito e completato il progetto di automazione integrata degli uffici della Presidenza e della Direzione generale dell’ENEA, che ha visto la radicale trasformazione delle modalità di lavoro di tutto il personale segretariale, tecnico e dirigenziale dei suddetti uffici. Nel corso del 1986, su invito del governo giapponese (MITI-JETRO), ho passato un mese di studio in Giappone visitando numerose imprese giapponesi e avendo intensi confronti di idee con esponenti governativi e della cultura nipponica. A partire da quella data mi sono occupato in modo continuativo del Giappone, intessendo una fitta rete di conoscenze personali e professionali con esponenti nipponici del mondo del Business e di quello accademico. A fine 1986, ho voluto sviluppare un’esperienza di lavoro nell’industria privata. Sono entrato alla Fiat S.p.A. a Torino dove ho lavorato dal 1986 al 1988 nella Direzione Studi Economici e Analisi Strategiche per passare nel 1989 alle dirette dipendenze del Direttore dell’Ente Sviluppo, Coordinamento e Controllo, in qualità di Vice-Direttore responsabile dei Progetti Speciali (Business Development). Dal febbraio 1990 sono stato in forza alla Fiat Auto. Fino al giugno 1991 ho avuto la responsabilità dei rapporti con le istituzioni internazionali nell’ambito della Direzione Centrale Sviluppo, Coordinamento e Controllo. I miei compiti comprendevano la manutenzione e implementazione di una rete di contatti internazionali finalizzata al monitoraggio degli sviluppi tecnologici e delle strategie dei partners e dei competitori. Partecipavo e/o definivo progetti speciali su temi inerenti il management dei processi di innovazione e di cambiamento, nonché di team dedicati a progetti di M&A. Dal giugno 1991 al marzo 1993 nella Direzione Ambiente e Politiche Industriali, responsabile del coordinamento del piano Qualità Totale, rispondendo direttamente all’amministratore delegato. Dopo essere stato responsabile delle attività di Relazioni Internazionali nell’ambito della Direzione Ambiente e Politiche industriali, a partire dal 1995 sono responsabile degli Scenari Ambientali. Ho ideato e gestito per conto della Fiat Auto Spa i progetti speciali inerenti all’introduzione e uso delle tecnologie della realtà Virtuale e di Internet. Nel 1995 ho coordinato la presentazione (prima mondiale) di due nuovi modelli di vetture (Bravo e Brava) sul World Wide Web in contemporanea con il lancio nel mondo “reale”, continuando a seguire lo sviluppo e le strategie di presenza dei marchi Fiat Auto (Alfa Romeo, Lancia e Fiat) sul World Wide Web (www.alfaromeo.com; www.lancia.com; www.fiat.com); ho poi contribuito ad avviare le attività di uso delle tecnologie della Rete nelle Direzioni Progettazione, Acquisti, Commerciale, Amministrazione e Controllo. Ho sviluppato una conoscenza approfondita su tecnologie, strategie e modalità di comunicazione avvalendosi di sistemi multimediali, ideando e partecipando, nel 1994, alla costituzione, avvio e gestione della com.e srl di Roma, Multimedia Agency, leader nel suo settore di attività (www.com-e.com) che comprende il Web Content, Strategie per Alta Direzione, Formazione e Addestramento. Dal giugno 1998, dopo avere lasciato il gruppo FIAT, responsabile del progetto Trustees21 presso il World Economic Forum, a Ginevra, Svizzera. Nell’aprile 1999 ho accettato l’offerta del Sindaco della Città di Barletta, Dott. Francesco Salerno, di rivestire il ruolo di Direttore Generale/City Manager della Città di Barletta, nonché dirigente responsabile del personale e del settore informatica e telecomunicazioni del Comune. Ho gestito un’organizzazione di 450 persone, di cui 12 dirigenti in reporting diretto. A fine dicembre 1999, la modifica sostanziale della composizione della giunta della Città ha causato la conclusione del mio mandato, così da evitare le dimissioni del Sindaco. Dal febbraio 2000 a luglio 2001, ho operato in qualità di Assistente del Prof. Ferrante Pierantoni, Componente dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. A partire dall’ottobre del 2001 svolgo attività di consulenza strategica per l’alta direzione, con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza informatica e fisica. Sono stato Amministratore Delegato della società di consulenza Alef Consulting srl , da me fondata nel 1997, con cui ho svolto fino al dicembre 2013 attività di consulenza e formazione. Fino a luglio 2001 sono stato Senior Consultant e membro del consiglio di amministrazione della com.e srl, società attiva nel mondo di Internet, da me fondata con due soci nel 1994. Nel gennaio 2000 ho contribuito alla partenza della società If, Interface Factory srl, esperta d’interfacce avanzate di Rete, di cui sono presidente. Dal gennaio 2001 al mese di ottobre 2002 sono stato Responsabile delle Strategie della Multimoda Network spa, gruppo industriale del settore Moda, a MIlano. Dal novembre 2002 al Gennaio 2003 sono Chief Scientific Advisor per il Gruppo Finmeccanica spa, a Roma. A partire dal Gennaio 2003 sono entrato in organico come Group Scientific Advisor e V.P. responsabile della Technology Intelligence di Gruppo. In tale veste mi sono occupato di progetti speciali, coordinamento di attività fra aziende del Gruppo, facilitato il completamento di progetti di sviluppo prodotto, ideato e partecipato alla gestione del Premio Innovazione di Gruppo, avviato e gestito contenzioso legale, e sua soluzione positiva per Finmeccanica, con maggiore fabbricante automobilistico USA. Ho co-ideato e portato al successo il cosiddetto Project Zero della Agusta Westland, il primo velivolo a decollo verticale realmente innovativo dalla definizione dell’elicottero (vedere su Google Project zero AW). Assisto e interagisco con esponenti del mondo dell’arte per individuare soluzioni tecnologiche per la realizzazione di artefatti e opere. Ad esempio, componendo un gruppo di esperti provenienti dalle aziende del Gruppo Finmeccanica, abbiamo consentito al Maestro Maurizio Mochetti a realizzare la sua opera, installazione fissa al MAXXI di Roma, partecipando alla definizione delle soluzioni tecnologiche necessarie. A partire da Febbraio 2012 fino al dicembre 2014 sono in organico ad Ansaldo Energia spa, a Genova, come Senior Advisor R&D dell’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Zampini. Dal luglio 2012 al giugno 2013 sono membro del Consiglio di Amministrazione della PROTER srl a Terni, azienda attiva nella chimica di quarta generazione. . Dal Marzo 2015 socio fondatore di GoTo10 srl in Milano, attiva nel settore educazione e formazione, in particolare sulle tematiche relative all’insegnamento del pensiero computazionale. Dal settembre 2015 a giugno 2017 Amministratore Delegato di ProTer srl in Terni, società di ricerca e sviluppo attiva nel settore della chimica di IV generazione e della chimica verde. Da luglio 2017 a Novembre 2020, Chief Operating Officer e Vice Principal della JPED Academy a Pechino, distretto di Changping. Le mie attività comprendono essere responsabile operativo, vice-preside, direttore degli Studi, e docente STEAM di una nuova High School internazionale in lingua inglese, basata sul curriculum studiorum USA per studenti di nazionalità cinese. Rientrato in Italia a inizio novembre 2020, lavoro dal dicembre dello stesso anno, fino al novembre 2022, per la Geminiani srl, azienda specializzata nel campo dei motori per applicazioni industriali e in sistemi innovativi di gestione dell’energia elettrica in qualità di Senior Advisor per la R&D. Dal gennaio 2023, insieme a Michael Lenton, gia Amministratore Delegato di Fimeccanica Australia (oggi Leonardo Australia) con cui si è lavorato per molti anni in Finmeccanica, abbiamo avviato The Advisory, International Strategic Consulting, società di consulenza internazionale, attiva in particolare in Italia e Australia. Ci occupiamo di aziende e prodotti ad alta tecnologia, fornendo consulenza strategica, gestionale e legale. Inoltre, dal 1994, sono Professore a contratto di Strategie Aziendali, presso la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Teoria delle Decisioni, Dipartimento di Statistica, Università “La Sapienza”, Roma. Dal febbraio 2000 al Settembre 2006 sono co-ideatore, Docente e Assistant Director del MiNE, Master in the Network Economy presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dall’anno accademico 2001-2002 fino al settembre 2014 insegno strategie di comunicazione al Politecnico di Milano, Master in Design della Comunicazione, Dipartimento di Architettura, fiancheggiando il Prof. Paolo Ciuccarelli, titolare del corso di Metaprogetto. I miei punti di forza risiedono nella capacità di comprensione di Scienza e Tecnologia e di diversi aspetti delle discipline umanistiche, in particolari arti visive, e dunque capacità di sintesi fra queste, management e strategia; nella facilità di definire e fare crescere rapporti e relazioni interpersonali; in una lunga esperienza di relazioni internazionali a scala globale; in una non comune capacità di comunicazione, divulgazione e insegnamento. Mi viene riconosciuta capacità di leadership e di motivazione di team operativi interdisciplinari e internazionali. Nel corso degli anni ho seguito un notevole numero di corsi di specializzazione e seminari; ho pubblicato un gran numero di articoli scientifici, anche a carattere divulgativo su quotidiani e riviste specializzate. Anche qualche libro: da citare il primo testo in italiano che parlava del World Wide Web e zone limitrofe: “Il Libero delle reti, edizioni ADN Kroos.. Da oltre un decennio svolgo attività di consulente sui temi della strategia e dell’innovazione tecnologica. Sono stato membro di diversi Comitati e Gruppi di lavoro governativi e presso la CEE. Ho fatto parte del Comitato Scientifico della rivista “Scienza e Dossier” e titolare della rubrica “Il Nuovo” sviluppata su temi innovativi di Scienza e Tecnologia. Sono stato titolare di rubrica fissa sulle riviste “L’Europeo”, Next”, “Ceramicanda” e “Netforum”. Collaboro saltuariamente con molte altre testate. Blogger per il Fatto Quotidiano, Infosec News e Giano News. Ho avuto diverse esperienze didattiche, in Italia e all’estero, anche a carattere continuativo; ho tenuto un elevato numero di conferenze e seminari in Italia e all’estero per enti governativi, università e aziende private. Nel Marzo del 1990 sono stato chiamato dal rettore Prof. Mel Horwitch a far parte dello Scientific Advisory Board del Theseus Institute, Business School specializzata in Strategie dei Sistemi di Informazione e delle Reti, localizzata nel parco scientifico europeo di Sophia Antipolis, nel sud della Francia. Altre info disponibili su Google. Dimenticavo: due figli, due ex-mogli e Silvana da poco mi ha detto sì. Per concludere, ce n’è abbastanza da “scassare i cabasisi” a molti…

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