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IL “MAL COMUNE MEZZO GAUDIO” DI LEONARDO E AGENZIA CYBER

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
30/10/2021
in EDITORIALI
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Non so se restare sbalordito dall’ovvietà di certe affermazioni o rimanere impietrito per la serenità con cui si dichiara che il nostro Paese è – tutto sommato – nei guai quanto tanti altri.

La rilassata prospettazione di un simile quadro di situazione la si ritrova sintetizzata nell’articolo di Maroc Ludovico su Il Sole 24 Ore del 23 Ottobre scorso che titola “Attacchi cyber: l’Italia non è pronta ma nessun Paese lo è”. Dinanzi a simili asserzioni non vale la pena di scomodare nemmeno l’indimenticabile Sora Lella per farle pronunciare il ritrito “Annamo bene… proprio bene…”.

Le asserzioni del neodirettore dell’Agenzia Cyber e del Presidente di Leonardo solleticano la curiosità e magari qualcuno si domanda innocentemente cosa ha combinato Baldoni dal 2017? Cosa è successo nei lunghi quattro anni in cui Baldoni è stato vicedirettore del DIS ed era “al volante” della possente macchina che aveva competenza su queste faccende? Qualcosina forse la si poteva pur fare, anche poco poco così da non essere costretti a dire che a distanza di tempo oggi non siamo ancora pronti…

I più pignoli non si accontentano di tirare le somme del duro lavoro degli ultimi quattro anni e ritengono sia forse più corretto ampliare l’arco temporale in cui il professor Baldoni ha avuto istituzionalmente a che fare con il problema che per il momento ci ritroviamo costretti ad ammettere sia irrisolto.

Volendo si può andare indietro al 2011, cosa si è combinato da quando il Dipartimento per le Informazioni per la Sicurezza, al tempo diretto da Gianni De Gennaro (poi finito al vertice di Finmeccanica/Leonardo), firma un duraturo accordo con l’Università La Sapienza per affrontare sistematicamente il tema in questione?

Poco importa siano trascorsi quattro o dieci anni. Il risultato non cambia. Non siamo pronti. Punto. 

Luciano Carta nel corso dell’evento dei Giovani Imprenditori di Confindustria dice testualmente che “Servono pertanto investimenti, strutture e capacità tecnologiche per rilevare e mitigare gli attacchi cyber”. Impossibile non concordare con lui.

Lo stesso Presidente di Leonardo tiene poi a ribadire che “ciò che appare urgente è mettere in sicurezza i dati di 180 amministrazioni strategiche dello Stato e ammodernare i server della Pubblica amministrazione che, per quanto ci ha detto il ministro Colao, per oltre il 90% sono obsoleti”.

Questa sua precisazione induce il lettore di Infosec News a domandarsi come mai quell’oltre 90 per cento dei sistemi informatici pubblici sia obsoleto, quindi non idoneo ad assolvere le funzioni cui è preposto e soprattutto si configuri come pericoloso e inaffidabile in termini di sicurezza digitale.

Il cittadino legittimamente indignato si chiede di chi sia tale pesante responsabilità e magari auspica l’intervento di qualche politico pronto a volerne sapere di più nei previsti contesti parlamentari e forse auspica – come avviene negli USA quando si muove il General Accountability Office – l’azione della magistratura contabile visto che di soldi dei contribuenti ne sono stati spesi a bizzeffe.

Già, chi aveva l’onere della modernizzazione e della “messa in sicurezza” della Pubblica Amministrazione che il Ministro Colao considera pubblicamente a dir poco scandalosa?

Nessuno – forse nemmeno il Ministro Colao – ha cercato “il colpevole” di una tanto indecorosa situazione. Eppure facendo ricorso ad un banale motore di ricerca si possano trovare link quanto meno suggestivi.

Chi, senza particolari abilità, si imbatte in https://www.leonardocompany.com/it/press-release-detail/-/detail/sicurezza-digitale-pa-digital-security-services e clicca su quel link (“provare per credere” recitava un famoso teleimbonitore che vendeva arredamento), finisce su una pagina web del sito ufficiale di Leonardo risalente alle ore 11 e 15 del 30 giugno 2016.

E’ lì che si scopre che da cinque anni è proprio Leonardo che guida il raggruppamento temporaneo di imprese che fornisce i servizi di sicurezza digitale alla Pubblica Amministrazione, quegli stessi servizi che hanno meritato il severo giudizio di Colao.

E’ proprio lì che si legge che “Saranno sviluppati servizi di protezione delle infrastrutture e dei sistemi e servizi di test per rilevare le vulnerabilità delle applicazioni al fine di migliorare la salvaguardia dei dati dei cittadini.”

Vista la recente impietosa valutazione del Ministro Colao, varrebbe la pena rileggere cosa dichiarava orgogliosamente l’allora Amministratore delegato di Leonardo-Finmeccanica: “Siamo estremamente soddisfatti di essere stati selezionati per accompagnare la Pubblica Amministrazione nel processo di trasformazione previsto dall’Agenda Digitale italiana e dal documento di Strategia per la Crescita digitale del Governo. Il ruolo di Leonardo sarà centrale per tutte le fasi del progetto, considerato il ruolo chiave della componente di sicurezza nelle transazioni con la Pubblica Amministrazione, a garanzia dell’integrità e dell’autenticità dei dati. Il nostro successo è basato sul continuo sviluppo di forti competenze nei servizi di cyber security e sulle significative esperienze maturate nell’ambito della gestione di applicazioni e servizi per la Pubblica Amministrazione”

Dopo cinque anni di fornitura e dopo quell’ “oltre il 90 per cento” di sistemi non protetti, varrebbe la pena ricordare che non è andato in pensione il vecchio adagio secondo il quale tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.

In vista dell’assegnazione della concessione per il “Cloud Nazionale” forse varrà la pena tener conto dei “precedenti”. L’Italia non può e non deve andare incontro ad ulteriori mortificazioni e, un domani, ritrovarsi dinanzi ad un Ministro che dice “Abbiamo il 93-95% dei server della Pubblica amministrazione non in condizioni di sicurezza”. Il cittadino non se lo merita. Il portafogli del contribuente nemmeno.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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