LA FOLLIA DELL’ATTACCO ISRAELIANO ALL’IRAN

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TE LO LEGGO IO

Ci possono essere mille ragioni per colpire un avversario, ma non sono mai abbastanza.

Solo l’odio viscerale, il più cieco, il più ingiustificato ed ingiustificabile, può muovere ad attaccare brutalmente mentre sono in corso delicatissime trattative diplomatiche. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite avrebbe affrontato la questione a settembre e sembrava che ci fossero i presupposti per un riequilibrio della situazione mediorientale.

Bibi Netanyahu ha invece pensato di “fare una sorpresa”. Volendo dimostrare le sue premure al festeggiato e non sapendo organizzare una cena senza avvisarlo per celebrarne il compleanno o un anniversario, ha pensato di bombardarne gli impianti nucleari. Un po’ come quelli che legano lattine e barattoli al paraurti dell’automobile degli sposi…

Non sapendo scegliere tartine e croissant, non avendo individuato una valida società di catering, il signor Benjamin ha optato per i fuochi d’artificio forse esagerando con il quantitativo.

Effettivamente ha sbalordito tutti, da chi governa lo “Stato canaglia” iraniano all’opinione pubblica del suo Paese. Complici volontari o inconsapevoli i mezzi di informazione e i commentatori geopolitici, il Primo Ministro israeliano aveva fatto credere di non avere alcuna intenzione di aggredire il fastidioso vicino di casa. La tecnica di inganno è stata efficace e – se saper tradire indiscriminatamente è un pregio – i complimenti a Netanyahu sono d’obbligo. Le felicitazioni vanno estese anche a Trump, che informato dal sanguinario di Tel Aviv, ha dato il suo sostanziale benestare alla letale manovra e ha subito allontanato il personale diplomatico statunitense dalle zone maggiormente a rischio.

E’ bello sapere che il pianeta è affollato di leader cui non importa assolutamente nulla della razza umana.

Il signor Bibi ha battezzato la folle offensiva “il leone che si alza”, dimenticando o non conoscendo il detto proverbiale “non svegliare il can che dorme”.

Mentre finti esperti che non hanno neppure fatto il servizio di leva cominciano a dissertare di dettagli tecnici degli armamenti già utilizzati e di prossimo impiego, chi ancora gode del divino dono del buon senso trema al pensiero di un’ondata di azioni terroristiche senza precedenti. Un cruento tornado di attacchi suicidi sta per falciare future vittime innocenti, portando la paura anche a casa di chi era tranquillizzato dalla distanza geografica dalle aree del conflitto.

Oggi il calendario ci ricorda che è “Sant’Antonio”. E’ il santo che si invoca quando si è perso un oggetto e lo si vuole recuperare. La preghiera è che si riesca a ritrovare la pace.