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NAPOLEONE ARCURI E SIR FRANCIS DRAKE COLAO

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
11/05/2020
in EDITORIALI
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Stavo preoccupandomi per il futuro del nostro Paese quando – d’un tratto – ho pensato di essere in ottime mani.
Soprattutto alcuni dubbi si sono trasformati in certezze, depurando l’atmosfera da quel fastidioso senso di indeterminatezza.
Se prima avevo timore di non trovare le mascherine, adesso che sono state calmierate a 50 centesimi più IVA ho l’assoluta garanzia di non poterle più comprare. Capisco i negozianti, quelli che se ne sono riforniti “a strozzo” da produttori e grossisti che avrebbero dato l’impressione (ma forse è solo una mia percezione) di aver voluto approfittare del momento “favorevole” tra domanda e offerta.

Non c’è bisogno di aver studiato – come il Super Commissario Arcuri ha fatto – i metodi FIFO e LIFO per conoscere le dinamiche di magazzino, ma forse basta un po’ di buon senso per capire la ritrosia a vendere in perdita. Anziché minacciare i farmacisti e sbandierare la carta delle tabaccherie, forse valeva la pena intervenire subito (magari il 19 marzo, giorno successivo alla nomina) sulla catena produttiva con la definizione delle procedure industriali (standard, conformità a norma…) e di commercializzazione. Poi si poteva procedere con un piano di attivazione sistematica di controlli da parte della Guardia di Finanza (invece di far pattugliare le strade o bersagliare attività morenti), con il preciso obiettivo di appurare le evidenti “manovre speculative” o l’occultamento, l’accaparramento o l’incetta di prodotti di prima necessità “in modo atto a determinare la rarefazione o il rincaro sul mercato interno”, fattispecie punita dall’articolo dall’articolo 501 bis del codice penale.

Sarebbe stato bello conoscere la road map (come dicono gli eruditi anglofoni) o semplicemente il piano di lavoro di chi è stato chiamato a gestire l’emergenza. Non è una pretesa strana o impossibile, visto che Arcuri è affiancato da una task force di ben 39 mega-esperti tutti caratterizzati da spiccate e invidiabili qualità professionali. Un programma – fatto di obiettivi, azioni, scadenze – avrebbe diradato la nebbia che ha avvolto la popolazione in una lattea Val Padana del non poter sapere.

Abbiamo invece assistito al penoso susseguirsi di furbetti – più o meno noti alla collettività – che hanno addirittura creato società ad hoc per fare business sulla pelle della gente.
Ci è toccato in sorte di scoprire forniture “ufficiali” di dispositivi di protezione tutt’altro che idonei e mille altri episodi caratterizzano il cattivo stato di salute (non sanitaria) di questa Italia.

Siamo persino stati costretti a vedere lettere commendatizie inoltrate dal Super Commissario ad interlocutori istituzionali (ad esempio il Direttore dell’Agenzia delle Dogane, il “carissimo Marcello” Minenna) con indicazioni strategiche non meglio definite che magari avrebbero potuto essere inserite nella famosa “road map” di qualche riga fa e che non hanno trovato spiegazione nemmeno dinanzi alle domande di una inossidabile giornalista fermamente convinta che il diritto di cronaca e che la trasparenza amministrativa fossero alla base della democrazia.

Il cittadino qualunque vorrebbe sapere da Arcuri che affettuosamente – per il tono marziale e il piglio militaresco finora mostrati – identifica come novello Napoleone, se ci si trovi nei pressi di Mont Saint-Jean e se il calendario segni inesorabilmente il 18 giugno 1815. Una nuova Waterloo punirebbe non solo il generale al comando…

L’italiano medio è terribilmente curioso.
Si domanda e si arrovella per sapere anche cosa ha fatto l’Ammiraglio a capo del vascello che – dalle acque britanniche – volge la prua per salvare la nostra Patria. Il fatto che sia rimasto all’ancora nel sicuro porto di Londra, sulle rive del Tamigi, comprova che l’emulo di Sir Francis Drake non ha bisogno di tornare tra noi per risolvere i problemi di un’economia agonizzante. Lo “smart working” serve anche a questo.

Ad un mese dal varo del brigantino con una impavida ciurma di 17 formidabili personaggi, viene da chieder conto della gestione della fase 2 di cui Vittorio Colao doveva prendersi cura.
Probabilmente si troveranno le risposte nel “Decreto Aprile” (come le vendemmie, “tardivo”) che continua a tenere tutti con il fiato sospeso in una apnea che sta portando ad una inevitabile asfissia…

La fretta di uscire da questa catastrofica situazione si fa sempre più forte e il rischio di embolia economica è dietro l’angolo. E non ci saranno camere iperbariche a salvarci.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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