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108 MORTI E QUATTORDICI ANNI PER UNA SENTENZA DELUDENTE

Andrea Bussa di Andrea Bussa
12/03/2025
in RIFLESSIONI
108 MORTI E QUATTORDICI ANNI PER UNA SENTENZA DELUDENTE
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Venerdì Santo 1997, La nave Albanese Kater I Rades, carica di profughi fuggiti dall’Albania stante la disastrosa situazione del Paese con una guerra civile in corso, il 28 del mese di marzo viene intercettata dalla nave militare Italiana Sibilla, durante il così detto “pattugliamento navale” alias: “blocco”, deciso durante il governo Prodi, Il mare era molto agitato, forza cinque e “la carretta del mare” Albanese era in evidente difficoltà. 

La Sibilla stante le dimensioni e la sua stazza, doveva rimanere ad almeno 100 metri di distanza; ma ciò non avvenne; anzi la “carretta” venne speronata. L’operazione  definita anche “muro” venne decisa senza mandato Parlamentare e con l’aperto disaccordo del responsabile dell’Alto Commissario ONU per i rifugiati. Rimbalzo di responsabilità di ogni genere processo durato quattordici anni, sino alla Sentenza di Appello, che vide come responsabili i soli comandanti delle due navi, con una pena detentiva di tre anni per il comandante Italiano e quattro anni per quello Albanese ;  rimasero impuniti i personaggi che diedero l’ordine di fermare ad ogni costo la piccola imbarcazione Albanese con circa centoventi “poveri disgraziati” in fuga. Peraltro il tutto avvenne in acque internazionali, ove il transito è consentito a tutti. Cento otto furono i morti, 84 i corpi recuperati. 

La “carretta” affondata venne recuperata e restituita al governo Albanese. Il Comandante Laudadio della marina, che ha solamente eseguito gli ordini impartitigli  anche durante il concitato  tragico momento, è stato l’unico a farne le spese,

Sedici Agosto 2018 la nave Diciotti della Guardia Costiera, dopo aver salvato migranti su una “carretta”, senza speronarla ed affondarla, arrivava nel porto di Catania con i naufraghi, sfamati, curati e rifocillati. Erano stati respinti da Malta. Il Ministro Salvini in attesa di chiarimenti ed approfondimenti sulla vicenda, bloccava lo sbarco sino al 25 agosto! Uno dei profughi intraprese una causa di risarcimento danni per sequestro di persona. La Corte di Appello di Roma rigettava la domanda. La Cassazione, tutto questa volta con tempi molto  veloci, affermava il principio della “illegittima restrizione” della libertà personale. Salvini inoltre ha subito un processo in prima persona, rischiando anni di carcere per sequestro di persona.

Tutto ciò  porterebbe a detta di molti, ad affermare che chiunque può entrare impunemente nel nostro paese e se bloccato o trattenuto potrebbe richiedere i danni. Qualcuno sostiene “danni” che dovrebbe pagare Salvini nel caso della nave Diciotti. Ci si chiede allora: perché nessuna richiesta in tal senso è stata rivolta nel ben più grave caso di cui sopra 108 morti ! al responsabile/i governativi di quella carneficina in prima persona?  

Secondo questo principio qualunque immigrato clandestino potrà invocare “una illegittima restrizione” se trattenuto in un centro od altro sito e chiedere addirittura un risarcimento danni? Tanto vale aprire le frontiere a tutti, diventare il paese di tutti, senza contare che a, a volte a brave e sfortunate persone immigrate, non viene offerta alcuna possibilità di lavoro ed è un dato che la percentuale di reati, è aumentata in modo esponenziale con una altissima percentuale di “clandestini”. Chi pagherà le migliaia di cause che pioveranno contro lo Stato? Ovviamente i cittadini Italiani, che pagano le tasse, le multe, che si ritrovano case pignorate dal fisco od occupate, da persone che spesso rimangono impunite, da onesti cittadini che non possono neppure uscire dalla loro  casa all’imbrunire per paura di essere vittime di aggressioni o peggio! Anche questa è una restrizione !

Tutto ciò crea ancora una volta una sempre maggiore spaccatura tra magistratura e governo e per qualcuno suggerisce ancora una volta una  necessaria separazione delle carriere tra Magistrati e Pubblici Ministeri, con una responsabilità, sempre a detta di qualcuno in caso di “manifesta violazione del diritto “da parte degli organi giudicanti.

Infine, la legge  si può interpretare in vari modi e le Sentenze possono essere motivate altrettanto in mille modi, sempre nel rispetto del diritto (vedasi i mutevoli orientamenti della Cassazione); per tale ragione forse a volte, sempre a detta di qualcuno, si dovrebbe pensare anche alle conseguenze di precedenti pericolosi, che potrebbero divenire strumentali per chi vuole specularci sopra.

 

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Andrea Bussa

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