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PREVEDIBILITÀ DEI COMPORTAMENTI UMANI NELLE CRISI MONDIALI.

Maurizio Catello Alfonso PENNAROLA di Maurizio Catello Alfonso PENNAROLA
03/03/2024
in SCENARI
PREVEDIBILITÀ DEI COMPORTAMENTI UMANI NELLE CRISI MONDIALI.
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TE LO LEGGO IO

La guerra è parte della modalità di risoluzione dei conflitti, che sono insiti nella natura umana, da che mondo è mondo. L’Europa viveva, prima dello scoppio del conflitto in Ucraina, un periodo di 50 anni di pace unico nella Storia, grazie alla creazione dell’Alleanza Atlantica (NATO) e dell’accordo di mutuo soccorso (il famoso Articolo 5) che stipula, in caso di attacco, che esso sarà considerato condotto contro l’intera Alleanza. Ma le guerre, convenzionali o meno, non si sono fermate in tutto il mondo, anzi. Sono difatti scoppiati nel frattempo diversi focolai (dal 1945 sono stati circa 285), più o meno guerreggiati rispetto ai canoni tradizionali. Senza effettiva dichiarazione di guerra, come si faceva una volta, la Russia ha avviato la cosiddetta ‘operazione speciale’. Senza effettiva dichiarazione di guerra, Israele ha avviato la campagna anti terroristica contro Hamas. Ed andando indietro nel passato, ci siamo abituati a focolai più o meno estesi contro il terrorismo, dall’Iraq all’Afghanistan. L’immagine di testata parla da sola, è denominata Caoslandia – carta tratta da Limes.

Ma veniamo all’analisi di questi due ultimi eventi. In questo articolo non vogliamo schierarci, ma ragionare sui comportamenti umani e sulla prevedibilità delle crisi.

La Russia ha invaso l’Ucraina senza preavviso? L’Ucraina è completamente innocente? La verità come sempre sta sempre nel mezzo. Questo conflitto nasce da situazioni pregresse, complesse. Dissoluzione della ex URSS, basi ex sovietiche in territorio Ucraino, enclavi russofone in territorio Ucraino, invasione della Crimea, accordi violati, interessi di altre nazioni in gioco, tentativi di influenzare la politica Ucraina. C’erano tutti gli ingredienti per un conflitto, e puntuale è scoppiato. Era prevedibile? Si. Era evitabile? Si. È stato fatto di tutto per evitarlo? Evidentemente no.

Israele ha invaso Gaza senza preavviso? Hamas è completamente innocente? La verità come sempre sta sempre nel mezzo. Anche questo conflitto nasce da situazioni pregresse, complesse. L’arrivo degli arabi nel 638 nella terra chiamata Palestina dai Romani al tempo abitata da israeliani e giudei, la diaspora degli Ebrei nella seconda guerra, la risoluzione dell’ONU, la nascita dello Stato di Israele, le guerre mosse ad Israele dagli Stati vicini, la mancanza della nascita dello Stato palestinese, gli attacchi missilistici a cui Israele è sottoposta, la colonizzazione di territori che l’ONU aveva assegnato alla Palestina. C’erano tutti gli ingredienti per un conflitto, e puntuale è scoppiato. Era prevedibile? Si. Era evitabile? Si. È stato fatto di tutto per evitarlo? Evidentemente no.

In tutti i casi chi ne risente sono le popolazioni inermi, i poveri, i malati, i deboli, e chi viene coinvolto nei combattimenti. Chi ne guadagna sono coloro che ricevono finanziamenti da chi ha interesse a sostenere una parte o l’altra in conflitto.

Simili analisi sono possibili in tutti i conflitti, in tutte le guerre. Osservando i fattori chiave, è possibile prevedere se e dove ci sarà un conflitto. Non è prevedibile il come ed il quando.

Si concorderà che è utopico pensare che tutti gli uomini e quindi gli Stati/le Nazioni vivano in pace senza un organismo garante che stabilisca delle regole e abbia l’autorevolezza per farle rispettare.

Ed è altrettanto evidente che c’è una inadeguatezza degli Stati moderni a garantire in primis il bene comune universale. A nostro parere è quindi necessario sottrarre tale compito dal Consiglio di sicurezza ONU (che come si vede non riesce ad esprimersi per via dei meccanismi di veto), e stabilire invece un osservatorio internazionale permanente sui conflitti, sovranazionale, apolitico ed apartitico, con poteri di pianificazione, controllo e coercizione al rispetto dei piani concordati. Esso dovrà stabilire un tavolo permanente per ogni conflitto, riconoscere segnali chiari ed inequivocabili (come quelli su indicati nei due casi analizzati), provvedere in tempi certi e predeterminati non solo all’interposizione di forze di pace, ma a stabilire la verità documentandola, ed ad agire sulle leve principali, quelle politiche ed economiche, coinvolgendo tutti gli attori interessati sin dall’inizio, quando la crisi non è ancora profonda, e quando gli attori non sono ancora coinvolti attraverso spargimenti di sangue.

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Maurizio Catello Alfonso PENNAROLA

Maurizio Catello Alfonso PENNAROLA

Il Gen (R) Pennarola è vincitore di concorso per l’Accademia Aeronautica, Corso Zodiaco Terzo, e consegue la laurea quinquennale in Ingegneria e l’abilitazione alla professione presso l’Universita’ degli Studi di Napoli. Classificato primo al Corso Comando presso la Scuola di Guerra Aerea di Firenze, è risultato vincitore del premio internazionale Douhet-Mitchell. Classificato in prima fascia a livello interforze al corso presso Istituto Studi Strategici Militari Interforze – Roma, consegue il Master in Studi Strategici con indirizzo Internazionale ed il titolo di Consulente Giuridico delle Forze Armate. Consegue infine con lode la laurea in Scienze Politiche all’Università di Trieste ed un ulteriore master post universitario, in Difesa Cibernetica, presso la LUISS di Roma. Ha maturato nella sua carriera una lunga esperienza in campo nazionale ed internazionale, direttiva, di Comando, gestionale, tecnico-logistica, amministrativa e contrattuale. Presso il 1º Reparto Manutenzione Velivoli di Cameri (NO), oltre a supportare l’operazione Desert Storm per la difesa del Kuwait dall’invasione dell’Iraq, propone ed implementa un criterio innovativo, la centralizzazione ed il controllo delle capacità manutentive della flotta, poi esteso a tutte le flotte della Forza Armata. Presso la Direzione Generale delle Telecomunicazioni dell’Informatica e delle Tecnologie Avanzate (TELEDIFE), Roma, gestisce circa 100 contratti a rilevanza nazionale, interforze internazionali e NATO di Ricerca e Sviluppo nei settori delle comunicazioni (MIDS), identificazione (NGIFF) e Comando e Controllo, modeling e simulation e cyber defence, incluso il Sistema di Controllo Territoriale dei Carabinieri. Sotto la sua Direzione l’Italia collauda, prima in Europa, il Sistema di Comando e Controllo delle Forze Aeree della NATO. Quale Direttore del 6º Reparto Manutenzione Elicotteri di Pratica di Mare, è responsabile della sorveglianza della qualità delle lavorazioni delle industrie aeronautiche del centro Italia (velivoli ed elicotteri), e delle attività logistiche manutentive e contrattuali delle quattro linee elicotteri dell’AM dislocate in tutto il territorio nazionale. Propone ed implementa un programma pluriennale di riforma di compiti, organizzazione, procedure e normative logistiche, col risultato del raggiungimento del più alto tasso di efficienza della storia dell’AM per tutte le sue flotte. Presso l’Agenzia NATO NETMA in Germania si è occupato dello sviluppo del sottosistema di navigazione dell’Eurofighter, presso l’Agenzia NATO NAMEADSMA in USA dello sviluppo del radar di tiro del MEADS, e presso l’Agenzia NATO Communications and Information Agency (NCIA) in Olanda è stato Direttore del Programma NATO Ballistic Missile Defence, col compito di proteggere l’intera Europa da attacchi missilistici. In breve tempo propone ed implementa una riforma al fine di recuperare i notevoli ritardi ereditati. Al suo rientro in Italia, il General Manager Statunitense ha apostrofato il Programma come “un esempio per tutta la NATO”.

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