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L’EQUILIBRIO INSTABILE TRA LIBERTÀ E SICUREZZA

Marco Mastrilli di Marco Mastrilli
10/10/2023
in TECNOLOGIA
L’EQUILIBRIO INSTABILE TRA LIBERTÀ E SICUREZZA
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TE LO LEGGO IO

Nel magico scenario del Qatar 2022, con trecento miliardi di dollari investiti e un sostegno finanziario cinese che batte ogni record, oltre ai Mondiali di Calcio il mondo ha assistito a uno spettacolo di portata globale messo in scena a Doha, ovvero: la lotta tra privacy e sicurezza nell’era delle tecnologie avanzate. E questa non era una partita da prendere alla leggera.

Ma facciamo un piccolo passo indietro per arrivare alla prima metà dell’800, quando Alexis de Tocqueville, il famoso filosofo politico, ci offriva una dotta dissertazione dal titolo “La Democrazia in America” aprendo così un visionario e attualissimo dibattito sul fronte del complicato rapporto tra libertà individuale e necessità di un governo forte, per garantire l’ordine e la sicurezza.

La tranquillità collettiva è l’innegabile pilastro fondamentale di qualsiasi società civile e la protezione dei cittadini da minacce esterne e interne è una priorità incontestabile. Ma cosa succede quando avanzate tecnologie come il Facial Action Coding System, la Realtà Aumentata e l‘Intelligenza Artificiale si uniscono alla festa? E a quale costo?

Pensiamo a “Lie to Me”, la fortunata serie TV in cui un esperto di linguaggio del corpo smaschera criminali bugiardi, utilizzando magistralmente le tecniche di riconoscimento delle espressioni facciali realmente messe a punto da Paul Ekman negli anni ’70 (FACS – Facial Action Coding System).

Ebbene, quelle conoscenze sono state oggi trasformate in tecnologia, dando vita a sistemi di controllo come quelli adottati appunto nei mondiali di calcio in Qatar dove otto stadi sono stati costantemente sorvegliati da 22.000 telecamere dotate di riconoscimento facciale. Si è dato vita così a un sofisticatissimo ecosistema di intelligenza artificiale, al centro del management della sicurezza generale e dell’antiterrorismo, coordinato da un Centro di Comando in grado di monitorare praticamente tutti gli eventi in tempo reale. 

Ma nonostante l’innegabile efficacia di queste tecnologie, possono sorgere legittime preoccupazioni sulla nostra privacy in questo nuovo mondo di sorveglianza avanzata. L’equilibrio fragile tra sicurezza e riservatezza attiva infatti una complessa serie di riflessioni e dibattiti di natura etica, dato che le imponenti misure che abbiamo appena descritto sono solo un esempio di un trend che si sta sviluppando in questo pianeta sempre più digitalizzato. Innanzi a tale scenario, come possiamo trovare il giusto equilibrio tra il nostro bisogno di sicurezza e il diritto alla nostra privacy?

Le leggi e le regolamentazioni dovranno con tutta probabilità adattarsi a questa nuova realtà tecnologica, bilanciando la protezione della privacy individuale con la necessità di preservare la sicurezza e l’ordine pubblico. Il nostro futuro, sia sul campo da calcio che nella nostra vita quotidiana, dipenderà dalle scelte che faremo in merito a questi temi profondamente radicati nella nostra esistenza. 

Vero è anche che l’eccesso di leggi a favore della protezione della riservatezza, potrebbe alimentare quelle rigidità burocratiche capaci di produrre ostacoli alla capacità di indagine delle forze dell’ordine e far scivolare così in secondo piano la sicurezza collettiva, rispetto alle super tutele della privacy individuale.

L’interrogativo rimane dunque aperto e in questo intricato labirinto, dove ogni nostro passo è scrutato da occhi che alimentano algoritmi che divorano dati biometrici, cerchiamo di trovare il giusto equilibrio tra il legittimo bisogno di sicurezza e il diritto alla nostra intimità. Qui, l’antica saggezza ci ricorda ancora una volta che la libertà e la sicurezza sono come i due lati di una stessa medaglia: inseparabili, ma in costante bilico.

Mentre avanziamo in questa sfida, continuiamo a riflettere sulle parole di Tocqueville e sul destino delle nostre libertà in questo mondo che, sempre più, consegna le nostre vite e i nostri diritti alla tecnologia.

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Marco Mastrilli

Marco Mastrilli

Ho radici profonde a Roma, città in cui sono nato nel 1964 e dove attualmente vivo e lavoro. La mia formazione accademica è incentrata sulle Scienze Sociali, con una Laurea che ha costituito il fondamento del mio percorso professionale, arricchita con due Master Universitari, uno in Gestione delle Risorse Umane e un altro in Tecniche di Analisi della Persona. La mia carriera ha conosciuto diverse sfaccettature, iniziando con il servizio nell’Arma dei Carabinieri in giovane età che ha rappresentato un’esperienza fondamentale nel mondo delle istituzioni e ha plasmato il mio approccio alla ricerca della verità, alla giustizia e all’informazione accurata. Successivamente ho abbracciato il mondo del business, occupando ruoli di management in ambito multinazionale e sviluppando competenze nel campo del marketing, della comunicazione e delle vendite. Questo background mi ha permesso di comprendere ulteriormente le dinamiche comunicative in modo approfondito, contribuendo all’acquisizione di competenze che ritengo fondamentali nel giornalismo moderno. Ho avuto il privilegio di scrivere e pubblicare quattro sillogi poetiche che rappresentano un importante riflesso della mia espressione artistica e della mia sensibilità verso l’uso delle parole. Parallelamente alla mia carriera civile, ho conservato un forte legame con le istituzioni, mantenendo attiva la mia partecipazione come ufficiale del Corpo Militare CRI, dove attualmente ricopro il ruolo di Capo Ufficio Operazioni e Addestramento per l’Italia Centrale. Questo impegno mi ha insegnato l’importanza della leadership, della gestione delle emergenze e della solidarietà in situazioni critiche, mantenendo sempre attiva l’attenzione verso la persona e l’umanità che essa sottende. Sono Giornalista Pubblicista iscritto all’Ordine Nazionale dei Giornalisti di Roma, un riconoscimento che testimonia il mio impegno nel rispettare gli standard etici della professione. La mia passione per la scrittura e la ricerca della verità mi hanno spinto a perseguire questa strada che mi stimola a informare e coinvolgere il pubblico, attraverso articoli che spero contribuiscano a diffondere cultura e consapevolezza nella nostra società. Sono entusiasta di continuare a contribuire alla narrazione informativa e alla diffusione della conoscenza attraverso le pagine di questa rivista.

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