Per “quinta colonna” si intende una persona o, più generalmente, un gruppo di individui, infiltrati in un determinato territorio od organizzazione, i quali agiscono segretamente per favorire una parte avversa o chi abbia interesse a sabotare qualcosa o porre in cattiva luce qualcuno.
Le azioni poste in essere dalle quinte colonne mirano a distorcere la realtà a vantaggio di un altro Stato od organizzazione; si procurano proseliti e simpatie manipolando la pubblica opinione. L’espressine venne coniata, nel corso della guerra civile spagnola, dal Generale Emilio Mola (1887-1937) il quale affermò che oltre alle quattro colonne d’attacco, esisteva una “quinta colonna” di traditori interni.
In sintesi, la quinta colonna è costituita da uno o più infiltrati che operano in un gruppo, in un territorio ovvero una rete che segretamente collabora con una parte avversa o nemica. Talvolta compiono atti di sabotaggio in guerra; in pace le parti più subdole sono la propaganda e la disinformazione; non disdegnano la pirateria informatica.
Sono degli informatori, sabotatori del pensiero, manipolatori della realtà a beneficio di un terzo, talvolta celato e non chiaramente individuabile poiché i legami seguono vie tortuose come un arabesco. Si possono chiamare anche spie il cui impiego già lo si trova negli scritti dello stratega cinese Sun Tzu (VI secolo a.C.) e nella Bibbia quando Mosè, nel XII secolo a.C., incaricò degli uomini di esplorare la terra di Canaan.
Pur non definendole tali, già dal basso Medio Evo e dall’inizio dell’Età Moderna, marinerie e diplomatici erano considerati quinte colonne poiché promuovevano gli interessi del proprio Stato, spesso in contrasto con quelli del Paese ospitante. Federico II di Prussia (1712-1786) definì i diplomatici “spie privilegiate che tutte le Corti sostengono reciprocamente”.
Le quinte colonne agiscono nei campi politico, militare, economico, industriale, energetico, di opinione, praticamente laddove occorre manipolare e favorire il mandante; sostanzialmente minano la sicurezza nazionale. Si avvalgono spessissimo della disinformazione (vedasi l’articolo su queste pagine del 7 ottobre 2023 dal titolo “La disinformazione ed i primi cenni di cedimento in UE”) o delle “talpe fredde” (vedasi l’articolo su queste pagine del 6 giugno 2025 dal titolo “Le talpe fredde”).
Orbene ci si rende conto o no che a numerosi livelli sia europei, sia nazionali abbiamo molte quinte colonne che propagandano, apertamente o subdolamente, l’azione della Russia? Operano non solo apertamente ma soprattutto in modo ingannevole cercando di sabotare le azioni di contrasto all’invasione dell’Ucraina ed alla progressiva ferocia dei bombardamenti russi.
Non pochi trovano giustificazioni risibili o, ben peggio, ne approvano silenziosamente, e non, l’operato con affermazioni fuori dalla storia e, soprattutto, dal diritto internazionale che sta divenendo “questo sconosciuto e calpestato”. Politici che apertamente tifano Russia: ci si chiede in caso di conflitto da quale parte sparerebbero? Se vogliamo vivere in un Paese libero ed in un’Europa libera guardiamoci bene dalle troppe quinte colonne palesi e, in particolar modo, da quelle “coperte” che operano in modo silente.
La Russia le ha selezionate in anni di lavoro mediante infiltrazioni, ricatti, pagamenti occulti e molte altre forme tipiche della penetrazione e dello spionaggio russo. Purtroppo non pochi sovranisti, e la loro informazione scritta e verbale, fungono da cassa di risonanza per le nefandezze della Russia.
Guardiamoci intorno; parafrasando l’espressione “taci il nemico ci ascolta”, apriamo occhi ed orecchie perché dobbiamo essere coscienti che il nemico tenta di manipolarci e sabotarci dall’interno per toglierci la libertà.