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HACKER QUESTO SCONOSCIUTO…

Andrea Aparo von Flüe di Andrea Aparo von Flüe
18/07/2025
in CHIACCHIERE ARTIFICIALI
HACKER QUESTO SCONOSCIUTO…
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TE LO LEGGO IO

Meglio sapere che assumere di sapere, quindi facciamo quattro chiacchiere con Claude, intelligenza artificiale generativa, su Hacker e Hacking, spesso citati e non ben conosciuti.

Claude, qual è la definizione più corretta di “Hacker”?

Un hacker è un soggetto, con competenze tecniche avanzate, che esplora, comprende e modifica sistemi informatici per capirne il funzionamento, spesso con creatività e ingegnosità. Questa definizione, positiva, include programmatori esperti, ricercatori di sicurezza e innovatori tecnologici.

Distinzioni importanti:

  • White hat hacker (hacker dal cappello bianco): professionisti della sicurezza che identificano vulnerabilità per proteggere i sistemi informatici.
  • Black hat hacker (hacker dal cappello nero): chi sfrutta le vulnerabilità per scopi illegali o dannosi.
  • Gray hat hacker (hacker dal cappello grigio): opera in una zona intermedia, spesso senza autorizzazione, ma senza intenti malevoli.

Uso comune e accezione tecnica: nei media e nel linguaggio comune, “hacker” viene spesso usato, erroneamente, per riferirsi solo ai criminali informatici. Nella comunità tecnologica mantiene il significato più ampio di persona con competenze tecniche eccezionali.

La definizione più accurata è quindi quella di esperto tecnologico che esplora e manipola sistemi informatici, con la distinzione che le sue intenzioni e metodi determinano se l’attività è costruttiva o dannosa.

Claude, chi pensi sia l’hacker più influente nella storia cibernetica?

La domanda è complessa perché l’influenza può essere misurata in modi diversi. Ecco alcuni dei candidati più significativi:

  • Kevin Mitnick è probabilmente il più famoso per il grande pubblico. La sua storia di ricercato FBI negli anni ’90 e successiva trasformazione in legittimo consulente di sicurezza ha plasmato la percezione dei non esperti di chi sia un hacker.
  • Richard Stallman ha avuto un impatto enorme creando il movimento del software libero e la Free Software Foundation. Le sue idee sui diritti digitali e il software Open Source hanno influenzato profondamente l’industria tecnologica.
  • Linus Torvalds ha rivoluzionato il mondo informatico creando Linux, che oggi alimenta gran parte dell’infrastruttura internet mondiale, dai server agli smartphone Android.
  • Tim Berners-Lee ha inventato il World Wide Web, cambiando radicalmente come l’umanità accede e condivide informazioni.

Se dovessi scegliere, direi che Richard Stallman potrebbe essere considerato il più influente per l’impatto duraturo delle sue idee sulla filosofia del software e dei diritti digitali. La sua visione del software libero ha ispirato generazioni di sviluppatori e ha posto le basi per movimenti come l’Open Source.

Tuttavia, ognuno di questi individui ha contribuito in modo unico alla cultura hacker e all’evoluzione della tecnologia digitale.

Quello che Claude non dice, è che alcuni dei più grandi hacker sono quelli di cui non si è mai sentito parlare perché, in effetti, sono così bravi da non essere mai stati scoperti. Da notare che non scende nei dettagli della storia del famigerato Kevin Mitnick, particolarmente noto per la sua abilità nell’ingegneria sociale. Non dice che alla fine è stato arrestato, non per crimini digitali, ma perché ha abusato del sistema telefonico, effettuando chiamate a sbafo. Ha scontato cinque anni di carcere. Quando è uscito è diventato, per chiara fama, rispettato consulente per la sicurezza.

Claude, da dove viene il termine hack, da cui hacker e hacking, attività dell’hacker?

Il termine “hack” ha origini interessanti che precedono l’informatica: la parola deriva dall’inglese antico “haccian” che significava “tagliare a pezzi” o “fare a pezzi”. Nel corso dei secoli si è evoluta per indicare un taglio irregolare o grossolano.

Il significato moderno nasce al Massachusetts Institute of Technology (MIT). Gli studenti usavano “hack” per descrivere una soluzione creativa e ingegnosa a un problema, spesso non convenzionale, o elegante. Un “hack” era un trucco intelligente o una modifica brillante.

Per i primi hacker, “hackare” rappresentava curiosità intellettuale, creatività nel problem-solving e desiderio di comprendere come funzionano le cose – valori che rimangono centrali nella cultura hacker autentica.

Ringraziamo Claude, ma anche in questo caso la sua riposta non è del tutto corretta, o completa. Cercando meglio si scopre che il termine nasce negli anni 1960 al MIT nell’ambito di un club di modellismo ferroviario dove il termine hacker veniva utilizzato per riferirsi a qualcuno in grado di utilizzare la tecnologia in modo non convenzionale e creativo.

Intorno agli anni 1970-1980, c’è stata un’evoluzione nel significato e si è iniziato ad associare l’hacking con l’accesso non autorizzato a un computer. In quei tempi lontani, l’hackeraggio informatico era infatti una questione di accesso fisico. Non c’era internet, non esistevano le reti distribuite. Tutti i computer al mondo erano fisicamente residenti nei cosiddetti Data Center. Ogni azienda, o grande organizzazione, ne aveva uno. Ambienti asettici, luce artificiale 24 ore su 24, pavimenti galleggianti, aria condizionata e filtrata. Accesso controllato, telecamere di sorveglianza. Addetti in camice bianco. Era il tempo dei sistemi di protezione analogici, molto efficaci: staccionate, muri, gates e windows, ovvero cancelli e finestre. C’erano guardie giurate, per giunta armate. Per fare danni occorreva accedere fisicamente al sistema. Per nulla facile.

Poi tutto è diventato progressivamente digitale. Inizialmente si poteva accedere al sistema da remoto utilizzando un telefono. Quelli che hackeravano il sistema telefonico erano conosciuti come Phreaker, contrazione di Phone Hacker. Artisti del modem, esperti del codice Hayes. Il Phreaker chiamava il sistema bersaglio e otteneva l’accesso perché le password erano semplici e conosciute. Piccola curiosità: in quegli anni, la password più diffusa in Italia era Pippo. Usata come esempio nei manuali di istruzione delle macchine IBM.

Arrivano poi gli anni 1980-1990. Tutto cambia con la diffusione del protocollo Internet. I sistemi informatici sono sempre più collegati fra loro, ma il pericolo di possibili intrusioni non è percepito. Entrarci abusivamente è facile. Tutti accedono a tutto e a tutti. L’hacking evolve in modo drammatico.  

Claude, gli hacker hanno mai messo fuori uso un sito web governativo?

Nel 1996, hacker compromisero il sito della CIA, sostituendo la homepage con contenuti satirici. Anonymous ha condotto diverse operazioni contro siti governativi durante la “Operation Payback” del 2010. Nel 2011, LulzSec fece lo stesso, in particolare attaccando siti del Senato americano e agenzie britanniche.

Pare proprio che Claude sia stato programmato per essere cortese e abbastanza vago. Non dice che il contenuto della homepage della Central Intelligence Agency “taroccata” per un breve periodo recitava: “Benvenuti nell’Agenzia Centrale per la Stupidità”. Il che non è proprio satira. Il danno, infatti, fu più reputazionale che altro. Erano fondamentalmente graffiti elettronici. Oggi non è più così. I danni sono soprattutto di tipo economico e operativo.

Ci si augura che dopo tanto ciarlare, hacker e hackeraggio siano parole senza più segreti.

C’è anche una lezione da apprendere a seguito della conversazione con Claude. Non limitate le vostre domande a un solo modello di intelligenza artificiale. I diversi modelli hanno caratteristiche uniche, sono stati addestrati in modo diverso, elaborano risposte secondo algoritmi proprietari.

Non siate pigri. Dato un argomento, se riuscite a chiedere “perché” per cinque volte di seguito, o fate delirare l’intelligenza artificiale, oppure fate una scoperta innovativa.

Comunque vi divertite e imparate.

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Andrea Aparo von Flüe

Andrea Aparo von Flüe

Padre italiano, madre svizzera-tedesca. Lunghi periodi all’estero fra Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone. Scuole primarie svizzere e irlandesi; scuola secondaria in Francia e in Italia. Il risultato è un’ottima conoscenza del francese, inglese e del dialetto svizzero tedesco; buona del tedesco, elementare del giapponese e la capacità di muovermi da “indigeno” in contesti culturali diversi. Nel gennaio del 1978 mi hanno laureato dottore in fisica “summa cum laude” discutendo una tesi sperimentale sulla dinamica di caduta dei chicchi di grandine, sviluppata lavorando come ricercatore presso l’Ufficio Centrale di Ecologia e Meteorologia Agraria del Ministero Agricoltura e Foreste, per conto del quale ho lavorato nei periodi estivi dal 1977 al 1979 come membro del Gruppo italiano che partecipava alla ricerca internazionale Grossversuch IV (Politecnico di Zurigo, Università di Montpellier e Grenoble, Ricercatori dell’URSS). Dopo essere risultato primo su quattrocento candidati, nel 1979, sono stato assunto, con la qualifica di Ricercatore, all’Ufficio Europeo Brevetti dell’Aja (NL), da cui mi sono dimesso a causa dello scarso interesse del lavoro e dello stipendio eccessivo. Tornato in Italia, nel 1979, mentre ero docente di Meteorologia all’IT Aeronautico “Francesco de Pinedo”, sono stato chiamato dal Prof. Umberto Colombo a lavorare come consulente al CNEN, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, di cui egli era Presidente. In tale veste ho curato prima studi sul contenuto energetico di centrali nucleari e convenzionali, poi sono stato responsabile di diverse “task forces” per la definizione e avvio di attività connesse alla diffusione di nuove tecnologie: coordinamento del Gruppo di lavoro per la documentazione e l’informazione, automazione delle biblioteche geograficamente diffuse del CNEN, creazione di un servizio di “business graphics” computerizzata, avvio delle iniziative di Office Automation, automazione integrata della Presidenza e Direzione Generale. Nel 1981 sono entrato negli organici dell’ENEA, (ex CNEN) come collaboratore Tecnico Professionale alla Direzione Centrale Relazioni Esterne per poi passare alla Direzione Centrale Studi e ho iniziato la mia attività di Assistente del Presidente. Dal giugno del 1982 al maggio del 1983, su invito del Massachusetts Institute of Technology, Laboratory for Computer Science, mi sono trasferito a Cambridge (USA) per lavorare come Visiting Scientist, membro dell’Office Automation Group. In tale sede ho approfondito gli aspetti del management dei processi d’innovazione tecnologica e ho avuto responsabilità di conduzione del gruppo di ricerca, non ché di Thesis Advisor. Dal luglio 1983 all’aprile 1987 ho fatto parte della Direzione Centrale INFO dell’ENEA come responsabile dei progetti di automazione di ufficio. Continuando l’attività di Assistente del Presidente, ho avuto responsabilità dei progetti di diffusione dell’innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese, analizzando una serie di potenziali “start up”. Nel 1984 ho curato la pubblicazione di uno studio sui mestieri e le professioni degli anni ’90, mettendo a frutto le conoscenze, acquisite nel corso degli anni, di economia, management e di diverse nuove tecnologie: informatica e telematica, nuove energie, nuovi materiali, biotecnologie, innovazioni di processo (laser, robotica, FMS, CAD-CAM, ecc.) per citare le principali. Con la fine del 1985 ho ideato, gestito e completato il progetto di automazione integrata degli uffici della Presidenza e della Direzione generale dell’ENEA, che ha visto la radicale trasformazione delle modalità di lavoro di tutto il personale segretariale, tecnico e dirigenziale dei suddetti uffici. Nel corso del 1986, su invito del governo giapponese (MITI-JETRO), ho passato un mese di studio in Giappone visitando numerose imprese giapponesi e avendo intensi confronti di idee con esponenti governativi e della cultura nipponica. A partire da quella data mi sono occupato in modo continuativo del Giappone, intessendo una fitta rete di conoscenze personali e professionali con esponenti nipponici del mondo del Business e di quello accademico. A fine 1986, ho voluto sviluppare un’esperienza di lavoro nell’industria privata. Sono entrato alla Fiat S.p.A. a Torino dove ho lavorato dal 1986 al 1988 nella Direzione Studi Economici e Analisi Strategiche per passare nel 1989 alle dirette dipendenze del Direttore dell’Ente Sviluppo, Coordinamento e Controllo, in qualità di Vice-Direttore responsabile dei Progetti Speciali (Business Development). Dal febbraio 1990 sono stato in forza alla Fiat Auto. Fino al giugno 1991 ho avuto la responsabilità dei rapporti con le istituzioni internazionali nell’ambito della Direzione Centrale Sviluppo, Coordinamento e Controllo. I miei compiti comprendevano la manutenzione e implementazione di una rete di contatti internazionali finalizzata al monitoraggio degli sviluppi tecnologici e delle strategie dei partners e dei competitori. Partecipavo e/o definivo progetti speciali su temi inerenti il management dei processi di innovazione e di cambiamento, nonché di team dedicati a progetti di M&A. Dal giugno 1991 al marzo 1993 nella Direzione Ambiente e Politiche Industriali, responsabile del coordinamento del piano Qualità Totale, rispondendo direttamente all’amministratore delegato. Dopo essere stato responsabile delle attività di Relazioni Internazionali nell’ambito della Direzione Ambiente e Politiche industriali, a partire dal 1995 sono responsabile degli Scenari Ambientali. Ho ideato e gestito per conto della Fiat Auto Spa i progetti speciali inerenti all’introduzione e uso delle tecnologie della realtà Virtuale e di Internet. Nel 1995 ho coordinato la presentazione (prima mondiale) di due nuovi modelli di vetture (Bravo e Brava) sul World Wide Web in contemporanea con il lancio nel mondo “reale”, continuando a seguire lo sviluppo e le strategie di presenza dei marchi Fiat Auto (Alfa Romeo, Lancia e Fiat) sul World Wide Web (www.alfaromeo.com; www.lancia.com; www.fiat.com); ho poi contribuito ad avviare le attività di uso delle tecnologie della Rete nelle Direzioni Progettazione, Acquisti, Commerciale, Amministrazione e Controllo. Ho sviluppato una conoscenza approfondita su tecnologie, strategie e modalità di comunicazione avvalendosi di sistemi multimediali, ideando e partecipando, nel 1994, alla costituzione, avvio e gestione della com.e srl di Roma, Multimedia Agency, leader nel suo settore di attività (www.com-e.com) che comprende il Web Content, Strategie per Alta Direzione, Formazione e Addestramento. Dal giugno 1998, dopo avere lasciato il gruppo FIAT, responsabile del progetto Trustees21 presso il World Economic Forum, a Ginevra, Svizzera. Nell’aprile 1999 ho accettato l’offerta del Sindaco della Città di Barletta, Dott. Francesco Salerno, di rivestire il ruolo di Direttore Generale/City Manager della Città di Barletta, nonché dirigente responsabile del personale e del settore informatica e telecomunicazioni del Comune. Ho gestito un’organizzazione di 450 persone, di cui 12 dirigenti in reporting diretto. A fine dicembre 1999, la modifica sostanziale della composizione della giunta della Città ha causato la conclusione del mio mandato, così da evitare le dimissioni del Sindaco. Dal febbraio 2000 a luglio 2001, ho operato in qualità di Assistente del Prof. Ferrante Pierantoni, Componente dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. A partire dall’ottobre del 2001 svolgo attività di consulenza strategica per l’alta direzione, con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza informatica e fisica. Sono stato Amministratore Delegato della società di consulenza Alef Consulting srl , da me fondata nel 1997, con cui ho svolto fino al dicembre 2013 attività di consulenza e formazione. Fino a luglio 2001 sono stato Senior Consultant e membro del consiglio di amministrazione della com.e srl, società attiva nel mondo di Internet, da me fondata con due soci nel 1994. Nel gennaio 2000 ho contribuito alla partenza della società If, Interface Factory srl, esperta d’interfacce avanzate di Rete, di cui sono presidente. Dal gennaio 2001 al mese di ottobre 2002 sono stato Responsabile delle Strategie della Multimoda Network spa, gruppo industriale del settore Moda, a MIlano. Dal novembre 2002 al Gennaio 2003 sono Chief Scientific Advisor per il Gruppo Finmeccanica spa, a Roma. A partire dal Gennaio 2003 sono entrato in organico come Group Scientific Advisor e V.P. responsabile della Technology Intelligence di Gruppo. In tale veste mi sono occupato di progetti speciali, coordinamento di attività fra aziende del Gruppo, facilitato il completamento di progetti di sviluppo prodotto, ideato e partecipato alla gestione del Premio Innovazione di Gruppo, avviato e gestito contenzioso legale, e sua soluzione positiva per Finmeccanica, con maggiore fabbricante automobilistico USA. Ho co-ideato e portato al successo il cosiddetto Project Zero della Agusta Westland, il primo velivolo a decollo verticale realmente innovativo dalla definizione dell’elicottero (vedere su Google Project zero AW). Assisto e interagisco con esponenti del mondo dell’arte per individuare soluzioni tecnologiche per la realizzazione di artefatti e opere. Ad esempio, componendo un gruppo di esperti provenienti dalle aziende del Gruppo Finmeccanica, abbiamo consentito al Maestro Maurizio Mochetti a realizzare la sua opera, installazione fissa al MAXXI di Roma, partecipando alla definizione delle soluzioni tecnologiche necessarie. A partire da Febbraio 2012 fino al dicembre 2014 sono in organico ad Ansaldo Energia spa, a Genova, come Senior Advisor R&D dell’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Zampini. Dal luglio 2012 al giugno 2013 sono membro del Consiglio di Amministrazione della PROTER srl a Terni, azienda attiva nella chimica di quarta generazione. . Dal Marzo 2015 socio fondatore di GoTo10 srl in Milano, attiva nel settore educazione e formazione, in particolare sulle tematiche relative all’insegnamento del pensiero computazionale. Dal settembre 2015 a giugno 2017 Amministratore Delegato di ProTer srl in Terni, società di ricerca e sviluppo attiva nel settore della chimica di IV generazione e della chimica verde. Da luglio 2017 a Novembre 2020, Chief Operating Officer e Vice Principal della JPED Academy a Pechino, distretto di Changping. Le mie attività comprendono essere responsabile operativo, vice-preside, direttore degli Studi, e docente STEAM di una nuova High School internazionale in lingua inglese, basata sul curriculum studiorum USA per studenti di nazionalità cinese. Rientrato in Italia a inizio novembre 2020, lavoro dal dicembre dello stesso anno, fino al novembre 2022, per la Geminiani srl, azienda specializzata nel campo dei motori per applicazioni industriali e in sistemi innovativi di gestione dell’energia elettrica in qualità di Senior Advisor per la R&D. Dal gennaio 2023, insieme a Michael Lenton, gia Amministratore Delegato di Fimeccanica Australia (oggi Leonardo Australia) con cui si è lavorato per molti anni in Finmeccanica, abbiamo avviato The Advisory, International Strategic Consulting, società di consulenza internazionale, attiva in particolare in Italia e Australia. Ci occupiamo di aziende e prodotti ad alta tecnologia, fornendo consulenza strategica, gestionale e legale. Inoltre, dal 1994, sono Professore a contratto di Strategie Aziendali, presso la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Teoria delle Decisioni, Dipartimento di Statistica, Università “La Sapienza”, Roma. Dal febbraio 2000 al Settembre 2006 sono co-ideatore, Docente e Assistant Director del MiNE, Master in the Network Economy presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dall’anno accademico 2001-2002 fino al settembre 2014 insegno strategie di comunicazione al Politecnico di Milano, Master in Design della Comunicazione, Dipartimento di Architettura, fiancheggiando il Prof. Paolo Ciuccarelli, titolare del corso di Metaprogetto. I miei punti di forza risiedono nella capacità di comprensione di Scienza e Tecnologia e di diversi aspetti delle discipline umanistiche, in particolari arti visive, e dunque capacità di sintesi fra queste, management e strategia; nella facilità di definire e fare crescere rapporti e relazioni interpersonali; in una lunga esperienza di relazioni internazionali a scala globale; in una non comune capacità di comunicazione, divulgazione e insegnamento. Mi viene riconosciuta capacità di leadership e di motivazione di team operativi interdisciplinari e internazionali. Nel corso degli anni ho seguito un notevole numero di corsi di specializzazione e seminari; ho pubblicato un gran numero di articoli scientifici, anche a carattere divulgativo su quotidiani e riviste specializzate. Anche qualche libro: da citare il primo testo in italiano che parlava del World Wide Web e zone limitrofe: “Il Libero delle reti, edizioni ADN Kroos.. Da oltre un decennio svolgo attività di consulente sui temi della strategia e dell’innovazione tecnologica. Sono stato membro di diversi Comitati e Gruppi di lavoro governativi e presso la CEE. Ho fatto parte del Comitato Scientifico della rivista “Scienza e Dossier” e titolare della rubrica “Il Nuovo” sviluppata su temi innovativi di Scienza e Tecnologia. Sono stato titolare di rubrica fissa sulle riviste “L’Europeo”, Next”, “Ceramicanda” e “Netforum”. Collaboro saltuariamente con molte altre testate. Blogger per il Fatto Quotidiano, Infosec News e Giano News. Ho avuto diverse esperienze didattiche, in Italia e all’estero, anche a carattere continuativo; ho tenuto un elevato numero di conferenze e seminari in Italia e all’estero per enti governativi, università e aziende private. Nel Marzo del 1990 sono stato chiamato dal rettore Prof. Mel Horwitch a far parte dello Scientific Advisory Board del Theseus Institute, Business School specializzata in Strategie dei Sistemi di Informazione e delle Reti, localizzata nel parco scientifico europeo di Sophia Antipolis, nel sud della Francia. Altre info disponibili su Google. Dimenticavo: due figli, due ex-mogli e Silvana da poco mi ha detto sì. Per concludere, ce n’è abbastanza da “scassare i cabasisi” a molti…

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