In una Piazza San Pietro completamente vuota Papa Francesco nel 2020 ha pregato per la fine della pandemia: Dio, non lasciarci in balia della tempesta. Purtroppo le preghiere del Papa sono servite a poco, la pandemia è proseguita per anni e ancora oggi ci sono alcuni casi, pochi ma ci sono. Di seguito riporto un consuntivo del danno arrecatoci in termini di vite umane (ovviamente sono morte soprattutto le persone anziane). L’effetto complessivo (dal punto di vista della mortalità) della pandemia nel periodo 2020-2024 (differenza tra decessi osservati e decessi attesi) è stimabile in circa 250.000 decessi in più, di cui poco meno di 150.000 maschi e poco più di 100.000 femmine.
Negli anni della pandemia ((2020 – 2024) la nostra vita è completamente cambiata: ci siamo isolati per paura dei contagi e quindi la socializzazione sia per il lavoro che per lo svago scomparsa quasi del tutto.
Era veramente impressionante vedere senza una persona la Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, strade deserte e negozi chiusi. Per chi conosce quella zona centrale di Milano comprende perché ho scelto questa foto che mette bene in risalto l’enorme differenza dalla normalità di prima della pandemia e, per fortuna, anche di quella attuale. Infatti ora che quel brutto periodo sembra passato io qui voglio limitarmi a descrivere come ci abbia lasciato un nuovo modo di vita.
Come sostiene Ilaria Capua nel suo ultimo affascinante libro, la pandemia di COVID-19 ha dimostrato tutta la nostra fragilità. L’umanità è stata aggredita da un virus sconosciuto, diffusosi rapidamente grazie all’intensa mobilità delle persone, che ha sconvolto il sistema socio-economico globale, la nostra vita. La sfida oggi per uscire dalla crisi è identificare i percorsi obsoleti della conoscenza da abbandonare e trovare nuove, inesplorate, alternative.
Dopo la pandemia siamo tutti un po’diversi, a parte aver influito sulla nostra psiche come segnalato dai medici specialisti del settore, si è modificata parecchio anche la nostra vita attuale, sia in positivo che in negativo. Per esempio abbiamo imparato a lavorare, nei casi in cui è possibile, anche in posti diversi da quello tradizionale: gli impiegati e i manager possono svolgere la loro attività lavorativa ovunque si trovino e non solo nel proprio ufficio, grazie alle attuali tecnologie disponibili. Anche nel settore del relax con la televisione ci siamo abituati a vedere i film e le partite di calcio comodamente nelle nostre case e non andare quasi più nei cinematografi, nei teatri e negli stadi. Io da anni non vado più al cinema. Certo io non faccio testo. I veri amatori frequentano ancora il cinema che è però in grave crisi economica con le sale che chiudono o si trasformano in negozi. Tutto questo da un lato per la massa è positivo, ma e molto negativo dal lato socializzazione. Dobbiamo ricordarci sempre che nella vita l’isolamento è dannoso per la nostra salute, noi siamo animali sociali! Per fortuna sto notando che, ora che è quasi scomparsa la paura dei contagi, la gente è tornata in a frequentare i luoghi pubblici. Speriamo di proseguire su questa strada e tornare a vivere come prima della pandemia, magari mantenendo quello di positivo che abbiamo imparato a fare nel periodo dell’isolamento, per esempio il lavoro a distanza, l’igiene delle mani, ecc. ecc.