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IL QUESTORE DI MONZA E’ UN ESEMPIO PER CHI VUOL FARE CARRIERA IN POLIZIA E PER I CITTADINI

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
27/05/2025
in EDITORIALI
IL QUESTORE DI MONZA E’ UN ESEMPIO PER CHI VUOL FARE CARRIERA IN POLIZIA E PER I CITTADINI
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TE LO LEGGO IO

Abbiamo imparato ad accettare la volontà divina e – obtorto collo – quella politica, forze incontrastabili capaci persino di piegare la natura e scompigliare il vivere quotidiano.

Il prendere atto che “vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole” non significa condividere e ancor meno apprezzare la forza del destino. A ricalcare il III canto dell’Inferno della dantesca Divina Commedia, si crede che il successivo “e più non dimandare” non escluda il sacrosanto diritto di constatare e riflettere.

Le occasioni non mancano davvero ed è stimolante la recente nomina del Questore di Monza, numero uno della Polizia di Stato nella corrispondente provincia.

La designazione di un alto dirigente delle Forze dell’Ordine solitamente ha rilievo mediatico nell’area territoriale cui l’interessato è chiamato ad operare e riempie le pagine della stampa locale, ma stavolta anche chi vive a centinaia di chilometri di distanza fatica a restare imperturbabile.

Chi pensa al “solito raccomandato” si sofferma sullo “stato di famiglia” del superpoliziotto e osserva che si tratta del figlio della buonanima di un ministro della prima Repubblica e del fratello di un importante magistrato.

In realtà non è la genealogia del tizio a incuriosire il quisque de populo, ma la fedina penale di un rappresentante dello Stato asceso ai vertici dell’Amministrazione di appartenenza. Certamente i fatti risalgono ad un quarto di secolo fa perché portano alla Genova del 2001, quella del famigerato G8 ricordato come iconica “macelleria messicana”, ma non è la vetustà della storia ad alleviarne il peso giudiziario e sociale.

Il neonominato Questore è stato uno dei protagonisti di quelle brutte pagine dell’epopea italiana. Nessuno dubita delle sue eccellenti qualità professionali, ma difficilmente qualcuno riesce a far prevalere le pur squisite capacità operative sui tre anni e otto mesi di carcere per falso e calunnia e i cinque anni di interdizione dai pubblici uffici che gli sono stati appioppati nel 2012 dalla Suprema Corte di Cassazione.

Se non possiamo esser noi a far valutazioni o a redigere giudizi, si provi a chiedere un parere ai suoi colleghi, quelli che – pur lavorando con impegno e serietà – non hanno potuto scalare l’Olimpo delle gerarchie del Viminale.

Nel frattempo si pensi alla scuola “Diaz”, costretta a cambiare nome in “Pertini” come se bastasse ribattezzare per far sparire il sangue di un olocausto indegno di un Paese civile.

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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