Alex Jones è un visionario interprete della realtà circostante e degli scenari planetari, eufemismo per definirlo un cazzone. Gli dobbiamo le chiacchiere che oggi sono rimbalzate in giro per il mondo grazie a personaggi che, come lui, cercano di vedere e poi di far credere solenni amenità inerenti sgraditi protagonisti della politica internazionale.
Spesso gli imbecilli si elevano ad unità di misura e si autoconvincono che anche altri vantano il loro deficitario quoziente intellettivo. Il signor Jones, quindi, ha ritenuto che il Presidente francese si sia messo a far uso di sostanze stupefacenti in presenza dei suoi omologhi e lo abbia fatto in un vagone ferroviario che aveva più telecamere che bulloni.
Monsieur Macron – secondo il farneticante propalatore di presunti scoop – avrebbe nascosto un piccolo cartoccio straboccante cocaina probabilmente per non doverla spartire con i compagni di viaggio, notoriamente consumatori incalliti di miscugli psicotropi, ma il suo gesto non è passato inosservato all’occhio attento dell’acuto censore cui nulla sfugge.
Dopo l’imprevedibile constatazione che il leader francese avesse fatto sparire un fazzoletto di carta poco elegantemente lasciato sul tavolo dopo essersi presumibilmente soffiato il naso, ci si aspettano nuove rivelazioni che possono spaziare dalle fragilissime condizioni di salute del tizio dell’Eliseo alla presenza di codici segreti vergati sulla soffice velina usa e getta.
In un attimo la notizia ha comunque avuto modo di propagarsi in maniera capillare, lasciando pensare che l’allegra comitiva stesse recandosi non ad un summit ma ad un rave, che poteva raccoglierli anche in qualche manufatto abbandonato nelle campagne toscane senza arrivare agli edifici distrutti in Ucraina.
E’ bastato un tweet, pardon un post su X, per vivacizzare una giornata in cui non c’erano ancora segnali di invasioni aliene pronte a recapitare morbi pestilenziali. La gente non legge i giornali ma si abbevera sui social e lo fa fino ad ubriacarsene. Con un clic la condivisione è consumata e la staffetta diviene inarrestabile, passando di mano in mano le peggiori idiozie che poco alla volta acquisiscono credibilità complice chi le ha veicolate.
La disinformazione regna sovrana e tutte le baggianate pubblicate in proposito andranno ad alimentare l’intelligenza artificiale che – particolarmente di bocca buona – non si prende certo la briga di cibarsi di pietanze gourmet. Non importa più quale sia la fonte, non interessa la differenza tra la ponderata opinione di chi davvero sa le cose e le abnormità di un demente che pascola su Facebook o in altri recinti digitali.
C’è qualcuno che nell’episodio di Macron avrebbe anche visto un cucchiaino, ma nessuno ha detto se si trattasse “da tè” o “da minestra” pur essendo fondamentale nella somministrazione orale di droghe e allucinogeni.
Nessuno, fortunatamente, ha visto supposte. Non siamo ancora sulla retta via.