Tutti conoscono la figura di Robin Hood, uscita alla fantasia di Alexandre Dumas padre (1802-1870), il ladro che toglieva ai ricchi per dare ai poveri. In contrapposizione, nel fumetto “Alan Ford”, vi era “Superciuk” che toglieva ai poveri per dare i ricchi. A parte libri e fumetti, torniamo nella cruda realtà e parliamo di sanità nel nostro Paese.
Prima di tutto ricordiamo tre articoli della nostra Carta Costituzionale e quanto sanciscono. Articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Articolo 32, primo comma: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Articolo 53: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
Dal combinato disposto dei citati articoli, e di altri, emerge una tutela a tutto tondo del cittadino, compresa la salute, e il dovere di contribuire in base ai propri redditi alle entrate dello Stato.
Cosa sta avvenendo da anni, qui sicuramente in forma progressiva? Viene penalizzata la sanità pubblica in favore di quella privata. Certamente abbiamo un Servizio Sanitario Nazionale di tutto rispetto, almeno a livello normativo. Di fatto una lunga serie di risposte essenziali per la vita e la salute del cittadino sono carenti ed inefficienti. Una per tutte lunghissime liste di attesa per chi non può permettersi di pagare un’assicurazione sanitaria privata. Per un calo del reddito di moltissimi cittadini, costoro non riescono a curarsi, non accedono ad accertamenti indispensabili come TAC, ecografie, risonanze magnetiche se non in tempi biblici. Talvolta si fa prima a morire. La loro vita diviene sempre più difficile e penosa. Soltanto una minoranza ha la fortuna e la possibilità di accedere alla sanità privata, anche se commisurata alle garanzie assicurative. Le assicurazioni hanno il precipuo scopo del profitto e non di fare beneficienza; in considerazione del progressivo invecchiamento della popolazione stringono sempre più le maglie delle garanzie, a meno di costi più che onerosi. Inoltre, frappongono ogni possibile cavillo ai rimborsi. Sempre più costi e meno servizi garantiti.
Medici ed infermieri, quando possono, fuggono dal Sistema Sanitario Nazionale: presso strutture private od all’estero. Quasi sempre sono ottime figure professionali sulle quali lo Stato ha investito per la loro formazione. È compito dello Stato, non certo del cittadino, porre in essere le misure normative per rendere appetibile la loro permanenza in Italia sia a livello economico, sia della dignità professionale.
Diritto alla salute ed uguaglianza, costituzionalmente garantiti, vanno a ramengo.
Atteso che i redditi dei cittadini comuni calano, che gli evasori sono sempre meno colpiti, troppo spesso carezzati, giustificati o fomentati, la povertà aumenta, sempre più persone stentano a far quadrare i bilanci familiari e debbono scegliere a cosa rinunciare; le rinunce si incrementano ma non i redditi. Tutti debbono contribuire per coprire i costi dei servizi indivisibili garantiti dallo Stato. È umiliante dover privare i figli del minimo indispensabile, rinunciare alle cure, vivere in case fatiscenti e tanto altro. Desistere dal curarsi è forse la peggiore privazione pensabile, dopo quella del cibo. Intanto gli evasori ridono e magari usufruiscono del Servizio Sanitario Nazionale che non pagano, sottraendolo a chi paga le imposte e ne ha bisogno. Va restituita dignità, oltre che al lavoro, alla qualità della vita, in primis vi è il diritto alla salute, indiscutibilmente la cosa più importante per tutti. Umilianti aiuti spesso neanche si chiedono per complessità burocratiche mentre svaniscono speranze e sogni per troppe persone. Non agevoliamo gli evasori ma soprattutto tuteliamo i poveri!!!! Sarebbe veramente triste una linea quella di non tutelare i meno abbienti come farebbe “Superciuk”.