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IL DIFFICILE RAPPORTO CON I FAMILIARI DEL CONIUGE, SOPRATTUTTO CON LE SUOCERE

Gian Paolo Di Raimondo di Gian Paolo Di Raimondo
26/11/2024
in RIFLESSIONI
IL DIFFICILE RAPPORTO CON I FAMILIARI DEL CONIUGE, SOPRATTUTTO CON LE SUOCERE
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Ci si scherza: “Adamo è stato l’uomo più fortunato al mondo perché l’unico al mondo a non avere la suocera”. 
Mia moglie per fortuna è una suocera che considera i mariti delle nostre figlie come figli nostri e quindi ha trasferito anche a me questo suo buon rapporto con i generi; così nel nostro caso consideriamo come nostra famiglia allargata anche quelle delle due figlie. Ovviamente perché ciò venga accettato da tutti è indispensabile che noi due suoceri adottiamo un tipo di atteggiamento non invasivo delle loro autonomie che cercherò di seguito elencare e che abbiamo sperimentato che funzionano. Certamente le tre famiglie fanno la loro vita separatamente e i vecchi suoceri sono quelli che hanno il compito più difficile perché la loro saltuaria presenza non crei tensioni con i generi o le nuore. Non è facile, ma ci si può arrivare con intelligenza e buona volontà.

La prima regola d’oro per essere accettati da generi e nuore è quella di istaurare un buon rapporto con gli altri due suoceri, la seconda, non mettere “becco” su come i nostri generi e le nostre nuore desiderano far crescere il bagaglio culturale dei loro figli – nostri nipoti -, soprattutto per quanto attiene l’argomento religioso. Come accennavo non essere invasivi nella libertà di gestione delle loro famiglie intervenire con consigli o azioni solo se richiesti. Nel nostro caso, per esempio, mia moglie ed io interveniamo perché richiestoci su argomenti in cui ci riconoscono migliore preparazione ed esperienza delle loro. Nelle loro famiglie entrambi i genitori lavorano e quindi per i loro figli il nostro intervento non è ingerenza ma necessità. Per mangiare a pranzo tutti e quattro utilizzano con piacere la cucina della nonna: i due maggiori saltuariamente, i minori tutti i giorni che vanno a scuola. Frequentano il liceo che sta sotto casa nostra e quindi, quando escono da scuola, a piedi vengono da noi a mangiare (e ne sono anche felici in quanto mia moglie cucina molto bene) e poi fanno pure il riposino prima di tornare a studiare a casa loro. Ormai loro si muovono in casa nostra come fosse la loro e questo lo fanno con disinvoltura anche i due universitari maggiori.
A noi nonni questa situazione ci rallegra e, soprattutto, vivifica la nostra giornata e ci tiene costantemente aggiornati sull’evoluzione della gioventù moderna con i suoi lati positivi e negativi. Certamente affatica mia moglie e a me fa convivere con una persona quasi sempre stanca e ciò, sinceramente, non è semplice. La considerazione che ambedue facciamo è positiva: “finché riusciamo proseguiamo così” perché nella bilancia i vantaggi che ne traiamo per la nostra vita sono senz’altro superiori alle difficoltà che ne derivano.

Ecco la famiglia allargata con i due vecchi genitori che sono anche suoceri e nonni. Se questa situazione si ripete anche con gli altri due suoceri, si chiude il cerchio perfetto e certamente si annullano tutte le brutte considerazioni che si hanno sui suoceri nel pensiero comune e che è talmente diffuso da arrivare fino al Papa. Anche Papa Francesco, infatti, in una sua omelia ha detto:
“Oggi la suocera è un personaggio mitico, non dico che la riteniamo come il diavolo ma è sempre una brutta figura. Ma dovete ricordare che la suocera è la mamma del marito o della moglie.” E ha poi aggiunto: “… Ma care suocere a voi dico di stare attente con la lingua, è uno dei peccati delle suocere la lingua”.
Voglio chiudere con una considerazione positiva sui suoceri; guardandomi attorno devo constatare che non siamo i soli, mia moglie ed io, ad avere buoni rapporti con generi e nuore. Anche tra gli amici ci sono un paio di coppie che come noi si distinguono dalla massa e vanno d’amore e d’accordo con i coniugi dei loro figli, alla mia domanda su come fanno mi hanno risposto che semplicemente non interferiscono sulla gestione della loro vita familiare.
Siamo in pochi, ma ci siamo!

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Gian Paolo Di Raimondo

Gian Paolo Di Raimondo

Gian Paolo Di Raimondo nasce ad Ancona il 2 marzo 1936, svolge i suoi studi a Camerino, dove si diploma nel 1955. Dopo un primo periodo lavorativo da geometra in alcuni Comuni del maceratese iniziato nel 1956 e il servizio militare come Ufficiale carrista, nel 1959 è assunto in Olivetti Bull nel settore dell’automazione aziendale e da allora partecipa all’evoluzione tecnologica dell’informatica. Nell’hardware, dai sistemi a schede perforate ai computer e nel software, dai primi linguaggi e sistemi operativi a quelli sempre più evoluti. Cresce parallelamente nella carriera, passando dall’Olivetti alla Philips e alla Siemens. In tutte e tre queste aziende multinazionali dell’elettronica raggiunge ottimi livelli manageriali: Responsabile di un settore del Marketing dell’Olivetti, Direttore Vendite della Divisione “Data Systems” della Philips e Direttore Commerciale del Distretto Centro-Sud della Siemens Data. Uscito dal lavoro dipendente nel 1987, fonda da libero professionista la CISIT S.p.A. – Consorzio Interaziendale Servizi Informatici e Tecnologie – e ne assume la presidenza che mantiene fino al 2000, Dal 2000 al 2006 è Presidente della InfoGuard S.p.A. che opera nel settore della Sicurezza informatica in collaborazione con la Cripto A.G. svizzera. Nel 2006 (dopo 50 anni di lavoro produttivo) inizia a fare il pensionato a tempo pieno, massimizzando l’attività di volontariato con la Caritas e con altre Organizzazioni umanitarie Onlus operanti nel settore della donazione del sangue e degli organi (dal 13/12/2018 è anche membro del Comitato Operativo della Fondazione Italiana Promozione Trapianti d’Organo – FIPTO). Incrementa, inoltre, la collaborazione con giornali e con il sito “omelie.org/approfondimenti” con la scrittura di articoli di attualità. Per le benemerenze acquisite nella sua lunga vita lavorativa, quattro Presidenti della Repubblica – Cossiga, Ciampi, Napolitano e Mattarella – gli hanno conferito altrettante Onorificenze al Merito della Repubblica Italiana: Cavaliere, Commendatore, Grande Ufficiale e Cavaliere di Gran Croce. Il Presidente Ciampi, inoltre, alla fine del suo lavoro dipendente lo premia con la Stella al Merito del Lavoro nominandolo “Maestro del Lavoro”. A completamento del suo curriculum vitae, degno di citazione è l’interesse dimostrato per l’approfondimento della sua cultura religiosa che lo porta ad ottenere diversi attestati conseguiti in corsi presso Università cattoliche: Pontificia Università Lateranense Roma – Attestato di formazione biennale per “Operatori della Carità” (26/09/2008). MARIANUM Pontificia Facoltà Teologica di Roma – “Mariologia Diplomate” per corso biennale di Mariologia (04/06/2012). Ateneo Pontificio Regina Apostolorum Roma – “Diploma di Specializzazione in Studi Sindonici” (30/06/2013). Ateneo Pontificio Regina Apostolorum Roma – a completamento di un corso biennale ottiene il “Master di 1° livello in Scienza e Fede” (21/10/ 2015).

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