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BAYESIAN, L’IPOTESI DEGLI HACKER NON E’ POI COSI’ BARBINA

Umberto Rapetto di Umberto Rapetto
01/09/2024
in EDITORIALI
BAYESIAN, L’IPOTESI DEGLI HACKER NON E’ POI COSI’ BARBINA
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TE LO LEGGO IO

Per evitare di essere etichettato come monomaniacale e di venir considerato quello che vede ovunque lo zampino dei pirati informatici, ho aspettato che qualcun altro tirasse fuori l’argomento anche solo come fantasiosa ipotesi per non escludere proprio nulla nella vasta gamma di possibili cause.

A liberarmi da questa specie di sortilegio è stato Francesco Foppiano, docente dell’Università di Genova nei corsi di laurea in “Design del prodotto nautico” e “Ingegneria Nautica”, velista, skipper, consulente e progettista. In pratica dopo il Dio Nettuno, il più grande esperto di quel che accade e può accadere per mare.

Il suo lungo articolo sulla rivista digitale “RollingSteel”, che consiglio sinceramente di leggere, è qualcosa di magistrale perché ad esperienza e competenza è mescolata una capacità divulgativa che raramente si incontra. Quello scritto mi ha fulminato quasi fossi John Belushi che in chiesa comincia a far acrobazie ginniche dopo aver urlato “Ho visto la luce”.

La Bayesian è una nave corredata da ogni automatismo e ha un sistema di gestione informatizzato all’estremo. Comandante ed equipaggio possono contare su un ausilio fondamentale che volendo riduce al minimo le operazioni manuali, facendo tesoro di sensori sofisticatissimi ed impostazioni pronte ad assicurare la più serena navigazione in qualunque condizione meteomarina.

In “2001, Odissea nello spazio” il computer di bordo cerca di prendere il controllo dell’astronave ma chi è al comando riesce a disattivare le funzioni e bloccare i nefasti propositi. Sulla Bayesian potrebbe esser successo qualcosa di simile, ma con epilogo drammaticamente diverso.

Se la macchina prende il sopravvento in una fase avversa delle condizioni atmosferiche (magari generate artificialmente) l’affondamento può diventare estremamente plausibile. Se il sistema informatico dà il via ad azioni ed iniziative diametralmente opposte a quelle necessarie per salvare lo scafo e chi è a bordo, non è difficile trovare spiegazione a quel che si è verificato.

Se il pilota automatico è capace di governare la rotta senza sbalordire nessuno, perché si dovrebbe rimanere stupefatti se il computer interrompe la ricezione delle comunicazioni, “addormenta” il radar, spegne in modo irreversibile i motori, blocca le pompe di sentina, fa impazzire la gestione delle cisterne e delle acque di zavorra, agisce sulle paratie, spalanca i portelloni…

Le moderne imbarcazioni sono da sempre nel mirino dei pirati informatici, ma la sensibilità è rimasta sotto la linea di galleggiamento.

Certamente i bersagli più facili da colpire sono i sistemi di comunicazione (quelli integrati e quelli satellitari), quelli di allarme generale e di eventuale comunicazione sonora per allertare chi è a bordo, di dialogo con le autorità marittime.

Poi preda appetibile sono i sistemi di plancia: quello di navigazione, di posizionamento ordinario e dinamico, di visualizzazione delle carte nautiche elettroniche, di identificazione automatica, di interfaccia con i sistemi di propulsione e manovra.

L’elenco potrebbe continuare ma sarebbe totalmente inutile. In assenza della “scatola nera” e immaginando knock-out l’informatica di bordo, saranno i sistemi in cloud o altri server dedicati ad aver acquisito e memorizzato la sequenza degli eventi.

Ma se davvero c’è stata un’intrusione nei sistemi di elaborazione dati è legittimo credere che gli hacker – una volta ultimato le operazioni di sabotaggio – abbiano cancellato ogni traccia del loro passaggio e e delle malefatte poste in essere.

Di questi apparati operanti da remoto nessuno finora ha fatto menzione e c’è da augurarsi che non siano mancati provvedimenti giudiziari o interventi di iniziativa volti a salvaguardarne il contenuto.

Le perizie meteorologiche e quelle ingegneristico-navali sicuramente saranno affiancate da analisi informatiche, almeno – come cantava Enzo Jannacci – “per vedere di nascosto l’effetto che fa”…

 

 

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Umberto Rapetto

Umberto Rapetto

Segno zodiacale Leone, maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, laurea in Giurisprudenza e in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste e in Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria all’Università di Roma Tor Vergata, generale della Guardia di Finanza in congedo, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, docente universitario e giornalista, è stato consigliere strategico del Presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e poi Group Senior Vice President con delega alle Iniziative e ai Progetti Speciali del colosso nazionale delle comunicazioni da cui è uscito in totale divergenza con le scelte aziendali. Paracadutista e istruttore di tiro rapido, è stato il pioniere delle investigazioni tecnologiche. Protagonista di indagini che rappresentano vere e proprie pietre miliari della lotta al cybercrime, tra cui la cattura degli hacker entrati nel Pentagono e nella NASA nel 2001 e il recupero dei dati del naufragio della Costa Concordia, ha guidato le indagini – svolte su delega della Corte dei Conti – inerenti la mancata connessione delle slot machine al sistema dell’Anagrafe Tributaria con un miliardario danno per l’Erario. Quest’ultima attività investigativa ha determinato il suo trasferimento alla frequenza di un corso al Centro Alti Studi Difesa dove era docente da sedici anni e la pianificata rimozione lo ha indotto a rassegnare le dimissioni dopo ben 11 interrogazioni parlamentari sull’assoluta inopportunità di un suo trasferimento ad altro incarico. In GdF ha prestato servizio – tra l’altro – al Comando Generale, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e al Nucleo Speciale Investigativo ed è stato direttore del Progetto Intersettoriale “Sicurezza Informatica e delle Reti” all’Autorità per l’Informatica nella P.A. Ha svolto attività di docenza universitaria negli Atenei di Genova, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Trento, Chieti/Pescara, Teramo, Parma, Palermo, Macerata, LUMSA di Roma, Cattolica del Sacro Cuore alla sede di Piacenza, LINK Campus – University of Malta – Roma, “LUM – Jean Monnet” di Bari, LIUC di Castellanza. Relatore e chairman in convegni nazionali ed internazionali in materia di criminalità economica e tecnologica, in ambito istituzionale svolge e ha svolto attività di docenza presso la NATO School di Oberammergau (D), le Scuole di Addestramento delle strutture di intelligence, il Centro Interforze di Formazione Intelligence e Guerra Elettronica dello Stato Maggiore Difesa, la Direzione Corsi di Elettronica ed Informatica di SMD, la Scuola di Guerra, il Centro Alti Studi della Difesa, l’Istituto Superiore Stati Maggiori Interforze ISSMI, la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia, la Scuola Tecnica della Polizia di Stato, l’Istituto Superiore di Polizia, la Scuola di Polizia Giudiziaria Amministrativa e Investigativa di Pescara, l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Sottufficiali della GdF, l’Accademia Navale, l’Accademia della polizia rumena. Come free-lance ha svolto attività didattica presso il Centro di Management ISVOR-FIAT, la Scuola Superiore G. Reiss Romoli (poi Telecom Italia Learning Service) del Gruppo Telecom, l’Istituto di Informatica Direzionale IBM, l’IRI Management, l’Istituto Nazionale di Formazione Aziendale INFORMA, CEIDA, Paradigma, SOMEDIA La Repubblica, CEGOS, il Centro di Formazione Il Sole 24 ORE. Consigliere del Presidente pro tempore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prof. Fabio Pistella, per la sicurezza tecnologica, e in materia di protezione dei dati e dei sistemi informatici dei Presidenti Pippo Ranci e Sandro Ortis all’Autorithy per l’Energia, è stato anche consulente delle Procure presso i Tribunali di Roma, Viterbo, Grosseto, Cosenza, Palermo, Massa, Pescara e Paola, della Commissione Parlamentare diinchiesta sull’AIMA, del Comitato Usura, estorsioni e riciclaggio nell’ambito della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, della Commissione d’inchiesta sull’Affare Telekom Serbia. E’ stato rappresentante e relatore per le rispettive delegazioni italiane in Interpol a Lyon (F), in NSG a Paris (F) e Berlin (D), in MTCR a Munich (D), in Comunità Europea a Strasbourg (F) e a Bruxelles (B), in Europol a Den Haag (NL). Già membro onorario dell’Associazione Italiana di Psicologia Investigativa e dell’Association for Certified Fraud Examiners (ACFE), è certificato “Security Advisor” EUCIP Champion (European Certification for Informatics Professionals). Autore di oltre 50 libri, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, ha collaborato con i più importanti quotidiani e periodici nazionali ed è una delle firme de Il Sole 24 ORE e de Il Fatto Quotidiano e del settimanale OGGI. Attualmente è CEO della start-up HKAO – Human Knowledge As Opportunity operante nello scenario della sicurezza dei sistemi e delle reti, della riservatezza dei dati e del controspionaggio industriale con attività di consulenza, coaching, progettazione, formazione. E’ Presidente della Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali della Repubblica di San Marino (Authority di cui è stato Vice Presidente dall’aprile 2019 al gennaio 2022).

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