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STRATEGIA ITALIANA PER L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE 2024-2026… MA IN QUALE REALTÀ?

Andrea Aparo von Flüe di Andrea Aparo von Flüe
06/08/2024
in RIFLESSIONI
STRATEGIA ITALIANA PER L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE 2024-2026… O NO?
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TE LO LEGGO IO

Breve premessa, necessaria per parlare dei contenuti del documento Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026, dell’Agenzia per l’Italia Digitale.

Prima ancora di compiere i sei passi necessari per costruire una strategia di cui si è parlato nella puntata precedente (Visione, Missione, ovvero le persone che si hanno a disposizione, Obiettivi, Strategia, Tattiche e Risultati), è necessario sapere dove si è, da dove si parte. Difficile costruire un itinerario per raggiungere un determinato obiettivo se non si sa da dove si parte.

In altre parole, non si costruisce una strategia se non si accetta la realtà, per quanto spiacevole possa essere.

La visione, bene ricordarlo, risponde alla domanda “Per chi” e “Per cosa”, non “Cosa ci piacerebbe”. L’insuccesso è garantito quando si raccontano mezze verità, quando si manipola la realtà per farsi belli, o quando ci si contraddice.

Tanto per fare un esempio, quale delle due versioni che seguono è quella giusta?

Realtà 1 (pag. 9): “Nella sua forte e radicata tradizione industriale, l’Italia ha saputo sempre ben interpretare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, caratterizzandosi come una avanguardia nello sviluppo e nell’adozione di soluzioni per l’automazione di prodotti e processi.”

Realtà 2 (pag. 11): “In un paese come l’Italia, storicamente refrattario alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e lento, approcci timidi al perseguimento degli obiettivi strategici rischiano di risolversi in uno spreco di risorse e in una ulteriore perdita di competitività”.

Allora questa Italia è avanguardia nello sviluppo oppure è refrattaria e lenta?

Sapere da dove si parte e non immaginarlo implica sostituire a verbose analisi qualitative (non per nulla il documento è lungo 38 pagine) sintetiche ed efficaci considerazioni quantitative, ovvero numeri, percentuali. Dati reali e significativi.

Di numeri ce ne sono proprio pochi nel documento in esame, ma ben giocati: “L’intelligenza Artificiale può vantare in Italia una solida tradizione accademica, che affonda le proprie radici nei primi anni Settanta e che nel tempo ha saputo generare un vivace ecosistema distribuito sull’intero territorio nazionale.

L’Università italiana non ha quindi assistito da spettatrice alle frenetiche innovazioni tecnologiche e alla rivoluzione dell’IA nell’ultimo decennio. Oltre 160 curricula universitari, incardinati in 53 Atenei, erogano già insegnamenti collegati all’IA. Inoltre, dall’anno accademico 2020/2021, è attivo il Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale, che si articola in cinque dottorati federati fra loro che raggruppano 61 università ed enti di ricerca”.

Se si va a cercare, si scopre che negli USA sono 9, solo 9 su 5mila 916, le università eccellenti nel campo dell’intelligenza artificiale. Sempre negli USA sono 310 i corsi di intelligenza artificiale offerti dalle università. In Italia le università sono 97, di cui 67 statali e 19 private, legalmente riconosciute. L’università italiana, nel confronto, che numeri!

Vero che non è chiaro cosa siano gli insegnamenti collegati all’IA, ma i dati presentati suggeriscono che la solida tradizione accademica italiana sia quella di parcheggiare il maggior numero possibile di soggetti offrendo tanti piccoli insegnamenti, disperdendo le poche risorse disponibili in tanti, troppi, piccoli rivoli.

Ancora: “Per quanto attiene alla qualità e consistenza delle attività di ricerca nell’IA, l’Italia ben si posiziona a livello internazionale. Per numero di pubblicazioni in IA prodotte nel 2022 l’Italia si pone settima con 3261 pubblicazioni, sebbene molto distanziata dalle prime tre nazioni ossia Cina, India ed USA. Sul fronte della progettazione della ricerca, è significativo poi osservare che il 12% del totale dei progetti europei sull’IA vede coinvolte unità di ricerca italiane”.

Nel 2022, l’Italia è settima nella graduatoria mondiale della ricerca in intelligenza artificiale con 3mila 261 pubblicazioni. Suona bene, vero?

Se invece si dicesse che il totale delle pubblicazioni a livello mondiale è pari a 242mila 290 e che la percentuale italiana è pari allo 0,74 per cento, ci sarebbe solo da vergognarsi. A titolo di informazione, queste le prestazioni dei primi tre: Cina ha all’attivo 43mila 717 pubblicazioni, India 23mila 140, USA 13mila 372.  Da notare che nulla si dice sull’impatto delle pubblicazioni sopra menzionate…

Ancora più preoccupante è la totale mancanza, ma non se ne parla proprio da nessuna parte, dei soldi. Quanto investe l’Italia per attuare la Strategia proposta? Mistero.

Si dice di volere promuovere lo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale generativa italiani. Con che soldi? GPT-2 del 2019, si basa su 1,5 miliardi di parametri ed è costato 50mila dollari USA. PaLM, del 2022, usa 540 miliardi di parametri ed è costato 8 milioni di dollari. GPT-4 è costato 78 milioni 352mila 034 dollari. Google Gemini-ultra, 191 milioni e 400 mila dollari.

Dove sono i soldi per i modelli italiani, generativi o altro che siano? Per farne cosa poi? L’addestramento dei modelli avviene in inglese e la rilevanza dell’addestramento in italiano è marginale. Vale per testi, immagini e musica.

La dotazione di 148 milioni di euro in due anni per il sostegno alle start up dell’intelligenza artificiale è un provvedimento quanto meno velleitario: la capacità dell’amministrazione pubblica in materia di Venture Capital (in italiano “capitale di rischio”) è inesistente. Sarà la Fondazione di cui parla la Strategia a cambiare le cose?

Altro discorso va fatto per Cassa Depositi e Prestiti, che nel Venture Capital ha qualche maggiore capacità e possibilità di intervento, tant’è che nel piano industriale 2024-2028 ha postato un miliardo di euro per questa voce. Sembra tanto, ma è il mercato che guida la corsa: nel 2023 gli investimenti globali sono quasi decuplicati rispetto al 2022. Nel 2023 il totale è pari a 142,3 miliardi di dollari.

L’investimento in intelligenza artificiale degli Stati Uniti ammonta oggi a 25,2 miliardi di dollari, 8 volte di più di quanto investito nel 2022 nello stesso paese. In Italia, di che cifra parliamo?

Il documento di strategia in esame o non lo dice, oppure non ne ha la minima idea. Secondo il rapporto “L’Intelligenza Artificiale in Italia – Mercato, Innovazione, Sviluppi”, realizzato dal Centro Studi Tim in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center, nel 2023 il valore complessivo del mercato in Italia si attesta a 1,9 miliardi di euro. Trattasi di giro d’affari, non di investimenti. Il valore del mercato dell’IA negli USA, sempre nel 2023, è pari a 37,23 miliardi di dollari. La stima per il 2024 è di 50,17 miliardi di dollari.

L’Italia, che secondo il Comitato estensore della strategia “è un grande paese industriale, il cui sistema produttivo –saldamente ancorato a una visione di eccellenza nella produzione e nel prodotto– può sfruttare le nuove potenzialità offerte dall’Intelligenza Artificiale per abilitare nuove e più efficaci soluzioni a vantaggio della competitività del Paese”, forse può, di certo non fa.

Il rapporto definisce l’Italia: “Paese che inizia a giocare un ruolo da protagonista a livello internazionale”. Non è realtà, ma solida speranza.

L’Italia non appare nelle graduatorie dei primi dieci paesi che sviluppano IA. Siamo dietro Germania, Regno Unito, Francia e anche Olanda.

Non giochiamo o giocheremo nei prossimi anni, o decenni, ruoli da protagonista nel settore dell’IA.

Per cambiare le cose, per invogliare gli investimenti, serve un mercato dei capitali semplice, vivace, ampio e aperto per infondere risorse private nella ricerca e nella formazione.

Peccato che il rapporto non sia in grado di ammetterlo e dirlo in modo chiaro e semplice.

Riassumendo, la forma della strategia, come visto nella prima puntata, non è corretta ed è considerata insufficiente. Identica valutazione per i contenuti: verbosi, ripetitivi, contraddittori, ingannevoli e carenti di dati.

Peccato che gli estensori non abbiano fatto ricorso all’intelligenza artificiale nel redigere il loro rapporto. Se lo avessero fatto da 38 pagine avrebbero potuto scendere a 10, ben più leggibili e di facile comprensione. Forse la sufficienza la strappavano.

Vero che la sintesi è pericolosa. Si rischia di scoprire che non si è detto nulla e che non si ha nulla da dire. Nel caso in esame non potevano neanche scoprirlo: già lo sapevano.

Vi aspetto per la terza puntata, dove si analizzerà lo stile e il linguaggio del pregiato documento “Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026”, dell’Agenzia per l’Italia Digitale. Si parlerà anche del Comitato che lo ha redatto e delle scaramanzie adottate.

Vi farò sorridere… o almeno proverò…

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Andrea Aparo von Flüe

Andrea Aparo von Flüe

Padre italiano, madre svizzera-tedesca. Lunghi periodi all’estero fra Svizzera, Francia, Stati Uniti, Giappone. Scuole primarie svizzere e irlandesi; scuola secondaria in Francia e in Italia. Il risultato è un’ottima conoscenza del francese, inglese e del dialetto svizzero tedesco; buona del tedesco, elementare del giapponese e la capacità di muovermi da “indigeno” in contesti culturali diversi. Nel gennaio del 1978 mi hanno laureato dottore in fisica “summa cum laude” discutendo una tesi sperimentale sulla dinamica di caduta dei chicchi di grandine, sviluppata lavorando come ricercatore presso l’Ufficio Centrale di Ecologia e Meteorologia Agraria del Ministero Agricoltura e Foreste, per conto del quale ho lavorato nei periodi estivi dal 1977 al 1979 come membro del Gruppo italiano che partecipava alla ricerca internazionale Grossversuch IV (Politecnico di Zurigo, Università di Montpellier e Grenoble, Ricercatori dell’URSS). Dopo essere risultato primo su quattrocento candidati, nel 1979, sono stato assunto, con la qualifica di Ricercatore, all’Ufficio Europeo Brevetti dell’Aja (NL), da cui mi sono dimesso a causa dello scarso interesse del lavoro e dello stipendio eccessivo. Tornato in Italia, nel 1979, mentre ero docente di Meteorologia all’IT Aeronautico “Francesco de Pinedo”, sono stato chiamato dal Prof. Umberto Colombo a lavorare come consulente al CNEN, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, di cui egli era Presidente. In tale veste ho curato prima studi sul contenuto energetico di centrali nucleari e convenzionali, poi sono stato responsabile di diverse “task forces” per la definizione e avvio di attività connesse alla diffusione di nuove tecnologie: coordinamento del Gruppo di lavoro per la documentazione e l’informazione, automazione delle biblioteche geograficamente diffuse del CNEN, creazione di un servizio di “business graphics” computerizzata, avvio delle iniziative di Office Automation, automazione integrata della Presidenza e Direzione Generale. Nel 1981 sono entrato negli organici dell’ENEA, (ex CNEN) come collaboratore Tecnico Professionale alla Direzione Centrale Relazioni Esterne per poi passare alla Direzione Centrale Studi e ho iniziato la mia attività di Assistente del Presidente. Dal giugno del 1982 al maggio del 1983, su invito del Massachusetts Institute of Technology, Laboratory for Computer Science, mi sono trasferito a Cambridge (USA) per lavorare come Visiting Scientist, membro dell’Office Automation Group. In tale sede ho approfondito gli aspetti del management dei processi d’innovazione tecnologica e ho avuto responsabilità di conduzione del gruppo di ricerca, non ché di Thesis Advisor. Dal luglio 1983 all’aprile 1987 ho fatto parte della Direzione Centrale INFO dell’ENEA come responsabile dei progetti di automazione di ufficio. Continuando l’attività di Assistente del Presidente, ho avuto responsabilità dei progetti di diffusione dell’innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese, analizzando una serie di potenziali “start up”. Nel 1984 ho curato la pubblicazione di uno studio sui mestieri e le professioni degli anni ’90, mettendo a frutto le conoscenze, acquisite nel corso degli anni, di economia, management e di diverse nuove tecnologie: informatica e telematica, nuove energie, nuovi materiali, biotecnologie, innovazioni di processo (laser, robotica, FMS, CAD-CAM, ecc.) per citare le principali. Con la fine del 1985 ho ideato, gestito e completato il progetto di automazione integrata degli uffici della Presidenza e della Direzione generale dell’ENEA, che ha visto la radicale trasformazione delle modalità di lavoro di tutto il personale segretariale, tecnico e dirigenziale dei suddetti uffici. Nel corso del 1986, su invito del governo giapponese (MITI-JETRO), ho passato un mese di studio in Giappone visitando numerose imprese giapponesi e avendo intensi confronti di idee con esponenti governativi e della cultura nipponica. A partire da quella data mi sono occupato in modo continuativo del Giappone, intessendo una fitta rete di conoscenze personali e professionali con esponenti nipponici del mondo del Business e di quello accademico. A fine 1986, ho voluto sviluppare un’esperienza di lavoro nell’industria privata. Sono entrato alla Fiat S.p.A. a Torino dove ho lavorato dal 1986 al 1988 nella Direzione Studi Economici e Analisi Strategiche per passare nel 1989 alle dirette dipendenze del Direttore dell’Ente Sviluppo, Coordinamento e Controllo, in qualità di Vice-Direttore responsabile dei Progetti Speciali (Business Development). Dal febbraio 1990 sono stato in forza alla Fiat Auto. Fino al giugno 1991 ho avuto la responsabilità dei rapporti con le istituzioni internazionali nell’ambito della Direzione Centrale Sviluppo, Coordinamento e Controllo. I miei compiti comprendevano la manutenzione e implementazione di una rete di contatti internazionali finalizzata al monitoraggio degli sviluppi tecnologici e delle strategie dei partners e dei competitori. Partecipavo e/o definivo progetti speciali su temi inerenti il management dei processi di innovazione e di cambiamento, nonché di team dedicati a progetti di M&A. Dal giugno 1991 al marzo 1993 nella Direzione Ambiente e Politiche Industriali, responsabile del coordinamento del piano Qualità Totale, rispondendo direttamente all’amministratore delegato. Dopo essere stato responsabile delle attività di Relazioni Internazionali nell’ambito della Direzione Ambiente e Politiche industriali, a partire dal 1995 sono responsabile degli Scenari Ambientali. Ho ideato e gestito per conto della Fiat Auto Spa i progetti speciali inerenti all’introduzione e uso delle tecnologie della realtà Virtuale e di Internet. Nel 1995 ho coordinato la presentazione (prima mondiale) di due nuovi modelli di vetture (Bravo e Brava) sul World Wide Web in contemporanea con il lancio nel mondo “reale”, continuando a seguire lo sviluppo e le strategie di presenza dei marchi Fiat Auto (Alfa Romeo, Lancia e Fiat) sul World Wide Web (www.alfaromeo.com; www.lancia.com; www.fiat.com); ho poi contribuito ad avviare le attività di uso delle tecnologie della Rete nelle Direzioni Progettazione, Acquisti, Commerciale, Amministrazione e Controllo. Ho sviluppato una conoscenza approfondita su tecnologie, strategie e modalità di comunicazione avvalendosi di sistemi multimediali, ideando e partecipando, nel 1994, alla costituzione, avvio e gestione della com.e srl di Roma, Multimedia Agency, leader nel suo settore di attività (www.com-e.com) che comprende il Web Content, Strategie per Alta Direzione, Formazione e Addestramento. Dal giugno 1998, dopo avere lasciato il gruppo FIAT, responsabile del progetto Trustees21 presso il World Economic Forum, a Ginevra, Svizzera. Nell’aprile 1999 ho accettato l’offerta del Sindaco della Città di Barletta, Dott. Francesco Salerno, di rivestire il ruolo di Direttore Generale/City Manager della Città di Barletta, nonché dirigente responsabile del personale e del settore informatica e telecomunicazioni del Comune. Ho gestito un’organizzazione di 450 persone, di cui 12 dirigenti in reporting diretto. A fine dicembre 1999, la modifica sostanziale della composizione della giunta della Città ha causato la conclusione del mio mandato, così da evitare le dimissioni del Sindaco. Dal febbraio 2000 a luglio 2001, ho operato in qualità di Assistente del Prof. Ferrante Pierantoni, Componente dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. A partire dall’ottobre del 2001 svolgo attività di consulenza strategica per l’alta direzione, con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza informatica e fisica. Sono stato Amministratore Delegato della società di consulenza Alef Consulting srl , da me fondata nel 1997, con cui ho svolto fino al dicembre 2013 attività di consulenza e formazione. Fino a luglio 2001 sono stato Senior Consultant e membro del consiglio di amministrazione della com.e srl, società attiva nel mondo di Internet, da me fondata con due soci nel 1994. Nel gennaio 2000 ho contribuito alla partenza della società If, Interface Factory srl, esperta d’interfacce avanzate di Rete, di cui sono presidente. Dal gennaio 2001 al mese di ottobre 2002 sono stato Responsabile delle Strategie della Multimoda Network spa, gruppo industriale del settore Moda, a MIlano. Dal novembre 2002 al Gennaio 2003 sono Chief Scientific Advisor per il Gruppo Finmeccanica spa, a Roma. A partire dal Gennaio 2003 sono entrato in organico come Group Scientific Advisor e V.P. responsabile della Technology Intelligence di Gruppo. In tale veste mi sono occupato di progetti speciali, coordinamento di attività fra aziende del Gruppo, facilitato il completamento di progetti di sviluppo prodotto, ideato e partecipato alla gestione del Premio Innovazione di Gruppo, avviato e gestito contenzioso legale, e sua soluzione positiva per Finmeccanica, con maggiore fabbricante automobilistico USA. Ho co-ideato e portato al successo il cosiddetto Project Zero della Agusta Westland, il primo velivolo a decollo verticale realmente innovativo dalla definizione dell’elicottero (vedere su Google Project zero AW). Assisto e interagisco con esponenti del mondo dell’arte per individuare soluzioni tecnologiche per la realizzazione di artefatti e opere. Ad esempio, componendo un gruppo di esperti provenienti dalle aziende del Gruppo Finmeccanica, abbiamo consentito al Maestro Maurizio Mochetti a realizzare la sua opera, installazione fissa al MAXXI di Roma, partecipando alla definizione delle soluzioni tecnologiche necessarie. A partire da Febbraio 2012 fino al dicembre 2014 sono in organico ad Ansaldo Energia spa, a Genova, come Senior Advisor R&D dell’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Zampini. Dal luglio 2012 al giugno 2013 sono membro del Consiglio di Amministrazione della PROTER srl a Terni, azienda attiva nella chimica di quarta generazione. . Dal Marzo 2015 socio fondatore di GoTo10 srl in Milano, attiva nel settore educazione e formazione, in particolare sulle tematiche relative all’insegnamento del pensiero computazionale. Dal settembre 2015 a giugno 2017 Amministratore Delegato di ProTer srl in Terni, società di ricerca e sviluppo attiva nel settore della chimica di IV generazione e della chimica verde. Da luglio 2017 a Novembre 2020, Chief Operating Officer e Vice Principal della JPED Academy a Pechino, distretto di Changping. Le mie attività comprendono essere responsabile operativo, vice-preside, direttore degli Studi, e docente STEAM di una nuova High School internazionale in lingua inglese, basata sul curriculum studiorum USA per studenti di nazionalità cinese. Rientrato in Italia a inizio novembre 2020, lavoro dal dicembre dello stesso anno, fino al novembre 2022, per la Geminiani srl, azienda specializzata nel campo dei motori per applicazioni industriali e in sistemi innovativi di gestione dell’energia elettrica in qualità di Senior Advisor per la R&D. Dal gennaio 2023, insieme a Michael Lenton, gia Amministratore Delegato di Fimeccanica Australia (oggi Leonardo Australia) con cui si è lavorato per molti anni in Finmeccanica, abbiamo avviato The Advisory, International Strategic Consulting, società di consulenza internazionale, attiva in particolare in Italia e Australia. Ci occupiamo di aziende e prodotti ad alta tecnologia, fornendo consulenza strategica, gestionale e legale. Inoltre, dal 1994, sono Professore a contratto di Strategie Aziendali, presso la Scuola di Specializzazione in Ricerca Operativa e Teoria delle Decisioni, Dipartimento di Statistica, Università “La Sapienza”, Roma. Dal febbraio 2000 al Settembre 2006 sono co-ideatore, Docente e Assistant Director del MiNE, Master in the Network Economy presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dall’anno accademico 2001-2002 fino al settembre 2014 insegno strategie di comunicazione al Politecnico di Milano, Master in Design della Comunicazione, Dipartimento di Architettura, fiancheggiando il Prof. Paolo Ciuccarelli, titolare del corso di Metaprogetto. I miei punti di forza risiedono nella capacità di comprensione di Scienza e Tecnologia e di diversi aspetti delle discipline umanistiche, in particolari arti visive, e dunque capacità di sintesi fra queste, management e strategia; nella facilità di definire e fare crescere rapporti e relazioni interpersonali; in una lunga esperienza di relazioni internazionali a scala globale; in una non comune capacità di comunicazione, divulgazione e insegnamento. Mi viene riconosciuta capacità di leadership e di motivazione di team operativi interdisciplinari e internazionali. Nel corso degli anni ho seguito un notevole numero di corsi di specializzazione e seminari; ho pubblicato un gran numero di articoli scientifici, anche a carattere divulgativo su quotidiani e riviste specializzate. Anche qualche libro: da citare il primo testo in italiano che parlava del World Wide Web e zone limitrofe: “Il Libero delle reti, edizioni ADN Kroos.. Da oltre un decennio svolgo attività di consulente sui temi della strategia e dell’innovazione tecnologica. Sono stato membro di diversi Comitati e Gruppi di lavoro governativi e presso la CEE. Ho fatto parte del Comitato Scientifico della rivista “Scienza e Dossier” e titolare della rubrica “Il Nuovo” sviluppata su temi innovativi di Scienza e Tecnologia. Sono stato titolare di rubrica fissa sulle riviste “L’Europeo”, Next”, “Ceramicanda” e “Netforum”. Collaboro saltuariamente con molte altre testate. Blogger per il Fatto Quotidiano, Infosec News e Giano News. Ho avuto diverse esperienze didattiche, in Italia e all’estero, anche a carattere continuativo; ho tenuto un elevato numero di conferenze e seminari in Italia e all’estero per enti governativi, università e aziende private. Nel Marzo del 1990 sono stato chiamato dal rettore Prof. Mel Horwitch a far parte dello Scientific Advisory Board del Theseus Institute, Business School specializzata in Strategie dei Sistemi di Informazione e delle Reti, localizzata nel parco scientifico europeo di Sophia Antipolis, nel sud della Francia. Altre info disponibili su Google. Dimenticavo: due figli, due ex-mogli e Silvana da poco mi ha detto sì. Per concludere, ce n’è abbastanza da “scassare i cabasisi” a molti…

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