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EUROPA CHE SI ESPANDE? NON È SEMPRE UNA BUONA IDEA

Francesco Bosticco di Francesco Bosticco
11/06/2024
in SCENARI
EUROPA CHE SI ESPANDE? NON È SEMPRE UNA BUONA IDEA
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TE LO LEGGO IO

Mentre in queste ore si sta costruendo l’Europa del prossimo quinquennio (e forse oltre), il passato ha visto propugnare idee e progetti per l’espansione del Vecchio Continente, anche in senso fisico, teorizzando perfino di volerne estendere le terre emerse fino a congiungerle con la dirimpettaia Africa.

Il visionario progetto “Atlantropa” o “Panropa”, concepito dall’architetto tedesco Herman Sörgel (1885-1952) alla fine degli anni Venti del secolo scorso, prevedeva il progressivo prosciugamento del Mediterraneo, ottenuto con la costruzione di impnenti dighe idroelettriche sugli stretti di Gibilterra, del Bosforo e di Sicilia, insieme ad uno sbarramento sul Nilo.

Figlio di un periodo molto particolare per l’Europa, appena fuori dalla Grande Guerra, in fase di fermento culturale ed economico, ma poco prima della crisi del ’29 e della Grande Depressione, il progetto prevedeva, con la costruzione dei grandi sbarramenti, la produzione massiva di energia idroelettrica sfruttando proprio il movimento delle masse d’acqua e, con l’annullamento del ricambio idrico del Mediterraneo, il progressivo ritiro delle acque con l’abbassamento del livello del mare di circa 150/200 metri nel giro di sessant’anni. Tutto ciò avrebbe portato all’emersione di oltre 600 mila chilometri quadrati di nuove terre, ridisegnando in maniera sostanziale la geografia fisica del Mediterraneo, in cui la Sicilia era unita alla penisola, il mare Adriatico scompariva, Sardegna e Corsica erano unite, e brevi distanza avrebbero separato l’Europa dall’Africa.

Sörgel aveva persino previsto un “piano” per Venezia, che si sarebbe trovata ben all’interno della terraferma, mediante la creazione di una laguna artificale per preservarne le caratteristiche e ripararla dall’influsso del mare. Oltre a ciò, lo sfruttamento dell’acqua per la produzione di corrente, con la progettazione di dighe a vasche con livelli differenziati, sfruttando quindi la caduta e la pressione dell’Atlantico su Gibilterra, avrebbero donato energia all’intero continente, per il risorgere dall’attività industriale e, di conseguenza, per ristabilire il benessere dopo il periodo oscuro della Prima Guerra Mondiale.

Spinto dal movimento di industrializzazione e colonizzazione, molto forte nel periodo, a partire dal 1927, con quattro volumi e oltre mille pubblicazioni, Sörgel teorizzò l’espansione industriale e capitalistica nelle nuove terre, facilitando l’accesso alle ricchezze dell’Africa, vista in quel periodo come territorio sprecato in mano a improduttivi selvaggi, destinati ad essere sottomessi al superiore uomo bianco.

Le teorie e i progetti del visionario architetto di Ratisbona ottennero il sostegno di alcuni pensatori dell’epoca: Peter Behrens, uno dei padri del modernismo architettonico, Erich Mendelsohn, Fritz Höger appoggiarono fattivamente con studi, progetti e disegni l’idea di Sörgel. Il richiamo alle idee del positivismo, l’afflato energetico ed industriale, l’umanesimo ottimista dell’autore, sembravano inggredienti perfetti per essere sottoposti ai leader totalitari dell’epoca, ma perfino Hitler e Mussolini respinsero il progetto, ritendendolo non realizzabile né meritevole di appoggio. Tra le difficoltà principali (e non si capisce perché non considerate dall’infervorato progettista) balza agli occhi che il ritiro delle acque avrebbe sì portato all’aumento delle terre emerse, ma queste sarebbero state ricoperte di sale per decenni, rendendo impossibile il loro sfruttamento agricolo. Oltre a ciò, il prosciugamento del Mediterrano avrebbe implicato la progressiva desertificazione e, di conseguenza, l’evenienza di catastrofi ambientali e meteorologiche decisamente imponenti.

La balzana idea ovviamente non sopravvisse alla caduta dei regimi totalitari e alla coscienza della lotta al razzismo e al colonialismo che si trascinavano appresso; tuttavia, fino al 1960, forse sperando nell’appoggio della neonata Comunità Europea, sopravvisse l’Istituto Atlantropa, con lo scopo di diffondere e dibattere il progetto e le idee di Sörgel che morì, pare “misteriosamente” investito da un’auto, nel 1952.

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Francesco Bosticco

Francesco Bosticco

Classe 1968, papà, marito, Ufficiale nella Guardia di Finanza, informatico per lavoro e per passione, pilota e sub per hobby, laurea in Giurisprudenza e in Scienze della Sicurezza Economico-Finanziaria. Da Bergamo, dove ho vissuto la giovinezza scolastica, e dove la stessa mi è stata “rapita” con l’ingresso nell’Accademia della Guardia di Finanza nel 1986, ho iniziato il periplo della Penisola con gli incarichi che via via mi sono stati assegnati. Dalla Valle d’Aosta all’Alto Adige, dal Piemonte alla Campania, dalla Puglia alla Capitale fino alla Sardegna dove attualmente vivo, con la crescente responsabilità (il “comando”) di vari Reparti del Corpo. L’organizzazione militare, con tutte le sue deformazioni e rigidità, rappresenta tuttavia un’esperienza altamente formativa, che, soprattutto per la Guardia di Finanza, porta il Comandante a stretto contatto con i collaboratori (in particolare nei Reparti di minori dimensioni), con i quali mangi e vivi nella quotidianità. Questa conoscenza dell’umano, declinato in tutti i dialetti d’Italia, ti fa percepire il Paese come un grande frullatore dove ogni ingrediente apporta un aroma, un sapore, un colore che altrimenti mancherebbe. La passione autodidatta per l’Informatica, coltivata sin dal liceo, ha avuto sfogo professionale nella mia Amministrazione, grazie anche ad una conferenza di Umberto Rapetto, che ci venne ad “evangelizzare” in Accademia. Dopo un bel po’, ho avuto l’onore dell’assegnazione, nel 1999 appunto, al Servizio Informatica della Guardia di Finanza dove, per lunghi e più che soddisfacenti anni, sono stato il responsabile del CED nazionale, in una delicata fase di traghettamento dall’artigianato alla modernizzazione, grazie all’apporto di molti entusiasti giovani e anche di qualche “diversamente giovane” tra i miei collaboratori. Nella mia esperienza IT ho avuto la fortuna di conoscere persone eccezionali e di partecipare ad eventi, anche internazionali, di grande spessore, anche come panelist. E qui su GIANO.news me ne ritrovo pure alcuni!

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