Chiedo scusa a Roberto Vacca di avere modificato il suo “Carezzate con terrore la testa dei vostri figli”, ma ci sono molte analogie fra quanto qui raccontato e il suo magnifico libro. Andate pure a verificare.
Non continuate a leggere se siete ansiosi.
Il cellulare, o meglio il suo utilizzo da parte dei nostri adolescenti, è un problema. Spesso preso sotto gamba se non del tutto trascurato. Perché ormai si deve, in troppi casi, parlare di vera e propria dipendenza.
Rapido test di verifica. Quando vanno a dormire la sera, cosa fanno i vostri figli del loro cellulare, ovviamente lasciato acceso? Lo depositano sul comodino a portata di mano? Lo mettono sotto il cuscino? Non si addormentano se prima non hanno mandato qualche messaggio o tweet, o roba simile? Lasciano attiva la notifica messaggi e si svegliano ogni volta che ne arriva uno?
Come dite? Non sapete rispondere perché non ne avete idea? Consolatevi, non siete un caso raro.
Se invece avete risposto in modo affermativo ad almeno una delle domande, avete a che fare con un soggetto a rischio di dipendenza.
La dipendenza da cellulare va ben oltre il mandare messaggi o parlare al telefono. Coinvolge l’uso intensivo di app di vario tipo, giochi e soprattutto i social media. Esiste un universo di social media. Le 12 app più utilizzate dagli adolescenti comprendono: weBelong app; snapchat; F3; Instagram; Yubo; YouTube; iMessage; Game; Poparazzi; Tiktok; Whisper; Lapse; Dispo.
Lista non esaustiva.
Il 60 per cento degli utenti di weBelong app sono adolescenti.
Snapchat registra una media di 218 milioni di utenti attivi al giorno che interagiscono con l’app in media 18 volte al giorno, generando 3 miliardi di “snaps”, di schiocchi di dita. Il 25 per cento degli utenti scambiano contenuti “sensibili” in modo regolare “per sperimentare”.
F3 lo si usa per fare domande e ricevere risposte, non importa su cosa, in modo del tutto anonimo: “Come si gestisce la solitudine?” “Cosa vogliono le ragazze?” “Come scoprire musica nuova?”
Chi lo usa è qualcuno/a che si annoia. 65 per cento sono ragazze.
Yubo permette di mandare video in tempo reale. Dicono che incoraggi gli incontri a scopo sessuale.
Basta così. Se volete saperne di più, andate in rete e troverete quanto cercate. Se lo fanno i vostri ragazzi, dovete farlo anche voi.
Deve essere chiaro che con i social media i nostri adolescenti -e non solo loro- fanno di tutto, parlano di tutto, accedono a tutto.
Dalla salute mentale, all’appartenenza, all’interazione, all’inclusione, alla sessualità LGBTQIA+ (NdA: LGBTQIA+ è un termine inclusivo che comprende persone di tutti i generi e sessualità, come lesbiche, gay, bisessuali, transgender, questioning, queer, intersex, asexual, pansexual, e allies. Ogni lettera di LGBTQIA+ rappresenta uno specifico gruppo di persone, l’acronimo comprende l’intero spettro di fluidità di genere e di identità sessuali).
Gli adolescenti usano il cellulare per commentare e criticare, approvare, ammirare. Non stanno sempre comunicando con gli amici o pseudo-amici. Raccontano e commentano le loro attività, le loro emozioni, cosa pensano, chi sono o vorrebbero essere. Verificano quanti pollici in su ha collezionato il loro ultimo intervento, quali sono stati i commenti.
Esiste una componente biologica dietro a questi comportamenti. Il cervello reagisce all’uso del cellulare come fosse una droga. Studi e ricerche hanno dimostrato che lo squillo del cellulare, o la vibrazione che notifica un nuovo testo in arrivo, provocano il rilascio di dopamina. Più ne viene rilasciata, più se ne vuole.
Il che porta facilmente alla dipendenza che è, a tutti gli effetti, un disturbo del comportamento perché implica ossessione che impatta sulle modalità di funzionamento della persona. Come tutte le assuefazioni, una volta innescata, è molto difficile da superare.
I ragazzi hanno tutto il diritto di usare i loro cellulari, anche se lo fanno in un modo che consideriamo ripetitivo e compulsivo, purché non superino il limite che porta all’ossessione.
Se i vostri ragazzi non fanno altro che controllare se sono arrivati nuovi messaggi, se stanno sempre a mandarne, se passano ore a sentire musica in cuffia o a guardare video, se la casella di posta elettronica è sempre sotto verifica, così come i social media, se stanno sempre su un videogioco, se sono preoccupati dell’autonomia del loro telefono, se vanno sempre in giro con una batteria esterna di scorta, se hanno sempre il caricatore in tasca, potete iniziare a preoccuparvi e anche tanto. Sono tutti sintomi di intossicazione da cellulare.
Il cellulare è fonte di continua e incessante distrazione. Prosciuga l’attenzione. Gli adolescenti si allontanano dal mondo reale, dalla vita di tutti i giorni. Non sono presenti. Il loro mondo diventa sempre più virtuale, digitale, immateriale. Devono sempre fare qualcosa, digitare tasti. Dimenticano la bellezza del dolce far niente, che ci rende così umani. Si perdono e non si trovano più.
Ci sono dei comportamenti che rivelano lo stadio d’intossicazione.
Se, per qualche motivo, non è consentito l’uso del telefono e la reazione è simile a una crisi di astinenza, se si assiste a un continuo dimagrimento perché il cibo non è più considerato d’interesse o, viceversa, ad aumenti di peso per uso eccessivo di cibo spazzatura, se insorgono problemi di insonnia o modifiche negative nel dormire, se aumenta l’ansia, se si evidenziano sintomi di depressione, se si ha male al collo in modo continuo perché si è sempre piegati sul cellulare, se fanno male gli occhi o si ha difficoltà a mettere a fuoco; se ci sono scatti emotivi prima non presenti; se si percepiscono suoni o vibrazioni fantasma del cellulare, allora l’intossicazione da cellulare ha superato il livello di guardia.
Allora metterete in carica con terrore il cellulare dei vostri figli.